Contrattazione integrativa di scuola: gli schemi del Mef
Una circolare della Ragioneria Generale dello Stato cerca di mettere il guinzaglio ai contratti integrativi. Verbosità e indicazioni sbagliate finiscono per aumentare la confusione nelle scuole. Ecco come difendersi.


La contrattazione integrativa si svolge nel solco tracciato dai contratti nazionali. Questo principio, contenuto nel Dlgs 150/2009, non è messo in discussione da alcuna circolare ministeriale, fosse pure della Ragioneria Generale dello Stato. Vediamo cosa è successo
Tutto nasce da un’esigenza giusta e condivisibile: uniformità e coerenza della negoziazione e del processo di controllo e pubblicità dei contratti, possibilità di effettuare efficaci monitoraggi. E così la Ragioneria predispone e trasmette a tutte le pubbliche amministrazioni la circolare 25 del 19 luglio 2012 che contiene gli schemi di relazione illustrativa e di relazione tecnico-finanziaria che debbono corredare i contratti integrativi (ai sensi del comma 3 sexies dell’art. 40 del Dlgs 165/2001, come modificato dal Dlgs 150/2009). Una circolare che, nel caso della scuola, è indirizzata a dirigenti scolastici, direttori amministrativi, revisori dei conti.
Purtroppo la Ragioneria ha voluto strafare e ha diffuso degli schemi che incorrono in errori grossolani, almeno per quanto riguarda la scuola dove alcune norme (Leggi Brunetta) a cui la ragioneria si richiama non sono applicabili, come spieghiamo nella scheda tecnica allegata.
Il furore ideologico degli estensori della Circolare 25 nel voler condizionare la contrattazione integrativa, intervenendo sull’autonomia dei dirigenti li ha accecati. Ad esempio si cita l’Intesa del 4 febbraio 2011, ma si “dimentica” l’Intesa sul lavoro pubblico firmata a maggio 2012 dal Governo e da tutte le organizzazioni sindacali, che ha mandato in soffitta buona parte del Decreto Brunetta. Gli estensori della circolare non si sono nemmeno accorti delle modifiche apportate al Dlgs 165/2001, dal DL 95/2012 (che ha cambiato nuovamente le disposizioni del Dlgs 150/2009) sull’organizzazione degli uffici e della gestione del rapporto di lavoro che sono oggetto di concertazione e non di sola informativa sindacale. Tanto che Brunetta stesso subito dopo l’approvazione del DL 95 ha scritto una lettera di protesta al premier Monti ritenendola limitativa “dei poteri attribuiti dalla legge alla pubblica amministrazione, quale datore di lavoro, nel pubblico interesse.”.
È grave che attraverso schemi tecnici si cerchi di porre vincoli alla negoziazione e di dettare interpretazioni unilaterali e restrittive dei contratti vigenti, chiedendo ai revisori di svolgere compiti che la legge non gli attribuisce, come estendere il loro controllo alle materie relative alle relazioni sindacali e al merito dei contenuti della contrattazione che invece sono stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale. I revisori devono verificare solo la compatibilità dei costi.
La circolare non è né una guida per le relazioni fra le parti né ha il potere di interpretare i contratti o le leggi. La contrattazione continua a svolgersi nel solco tracciato dall’art. 6 del Ccnl. È bene quindi che le parti del tavolo della contrattazione integrativa di istituto, dirigenti e parti sindacali (RSU e OO.SS. provinciali firmatarie del CCNL), confermino modalità e materie del confronto contrattuale, cercando di trovare soluzioni condivise ai tanti problemi che incontrano quotidianamente le scuole per funzionare e realizzare il POF.
La circolare, è bene sottolineare, si riferisce solo alla forma delle relazioni che accompagnano il contratto integrativo, la sostanza non è stabilita da un atto unilaterale dell’amministrazione che in questo caso non è nemmeno quella che gestisce i rapporti di lavoro. Da quanto ne sappiamo, il Miur non ha avuto alcuna “voce in capitolo” sulla formulazione della circolare.
L’ennesimo sopruso nei confronti delle scuole, l’ennesima molestia burocratica nei confronti di Dirigenti scolastici e Dsga, conseguenza della sottovalutazione da parte del Mef del lavoro nelle scuole trattate come un qualsiasi ufficio pubblico, senza tener conto delle loro specificità.
La FLC CGIL è impegnata sul piano politico a ottenere il ritiro della circolare, dal momento che questa non si limita alla semplice trasmissione degli schemi tipo, ma suggerisce interpretazioni di leggi e del Ccnl, andando ben oltre l’esigenza della P.A. di uniformare la ricerca e rendere trasparente l’uso delle risorse.
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