Autovalutazione: la FLC CGIL chiede il rinvio del termine per la compilazione del questionario scuola
Occorre più tempo per consentire alle scuole di esaminare e intervenire sullo stesso questionario che è opaco e discutibile in molti punti.
Da tempo la FLC CGIL denuncia pubblicamente come l’architettura complessiva del Sistema Nazionale di Valutazione delineata dal Regolamento, DPR 80/13, al di là delle vuote parole dei politici di turno, non solo non appare finalizzata al miglioramento del sistema educativo del nostro Paese, a partire dalla lotta alla dispersione scolastica, ma risulta molto permeabile ad un utilizzo dei dati e degli indicatori per classificare le scuole e per premiare o punire i lavoratori e/o le singole istituzioni scolastiche.
Non a caso abbiamo impugnato sia il Regolamento sul SNV, DPR 80/13, che la Direttiva triennale applicativa, n.11 del 18 settembre 2014. Siamo in attesa della fissazione dell'udienza che dovrebbe essere calendarizzata a breve.
Nei mesi scorsi abbiamo presentato la nostra piattaforma su questo tema delicatissimo dal titolo significativo “Valutare per migliorare e non per classificare”. In particolare per la FLC CGIL una seria e attendibile valutazione del sistema scolastico costituisce una questione cruciale per:
- la verifica degli interventi dei decisori politici e istituzionali sul sistema educativo
- il “controllo” democratico delle politiche educative intraprese
- l’eventuale modifica delle politiche educative avviate
D’altro canto la valutazione delle scuole deve essere finalizzata a promuovere e a sostenere l’autonomia scolastica e i processi di miglioramento. Infatti non esiste autonomia senza valutazione ma, al tempo stesso, non esiste valutazione senza condivisione e costruzione partecipata degli strumenti.
La richiesta di compilazione in tempi strettissimi del “Questionario scuola” (entro il 28 febbraio) va esattamente nella direzione opposta. Numerose domande intervengono su aspetti delicatissimi che riguardano le scelte educative e organizzative delle scuole senza che le scuole possano motivarle. Aspetto ancor più grave è la totale mancanza di informazioni sulle finalità e modalità di utilizzo dei dati sia ricavati dall’esterno (prove standardizzate, Scuola in chiaro, Istat, Ministero del lavoro, Ministero dell’Interno) che dal Questionario scuola.
L’opacità del percorso intrapreso diffonderà inevitabilmente nelle scuole diffidenza e ostilità o, ancor peggio, l’idea di un mero adempimento formale dal carattere burocratico e autoritario.
La situazione che si è venuta a creare è stata denunciata dal Segretario Generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo, durante l’incontro con la Ministra Giannini del 16 febbraio scorso.
Abbiamo pertanto chiesto formalmente al MIUR il rinvio di due mesi della scadenza per la compilazione del “Questionario scuola”. In questo tempo
- il MIUR deve mettere in trasparenza finalità e modalità di utilizzo e di elaborazione dei dati che intende raccogliere e/o dei quali è già in possesso
- le scuole devono essere messe nelle condizioni di poter intervenire per implementare il questionario con ulteriori elementi di approfondimento.
Ribadiamo che contrasteremo con ogni mezzo strumenti o procedure che possano portare alla classificazione delle scuole facendo derivare da essa assegnazione di premi o di finanziamenti diversificati.
Anche su questo versante chiediamo ai lavoratori della scuola di rafforzare la FLC CGIL nelle prossime elezioni RSU del 3-4-5 marzo.
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