Approvati i decreti su licei e istituti tecnici?
Presentate dal Ministro alcune slide sugli assetti dei licei e degli istituti tecnici. Giallo sull'effettiva approvazione dei regolamenti. Attuazione comunque rinviata al 2010.
Secondo il comunicato del MIUR e la conferenza stampa del Ministro Gelmini, sarebbero stati approvati oggi dal Consiglio dei Ministri, oltre ai regolamenti sul primo ciclo e sul dimensionamento scolastico, anche i due decreti relativi all’istruzione tecnica e a quella liceale.
Il condizionale è d’obbligo perché il comunicato del Governo dà un’altra versione: sarebbe solo stato avviato l’esame dei due regolamenti, che verranno approvati in una prossima seduta. Questa versione sembrerebbe suffragata dal fatto che i testi dei due regolamenti non compaiono negli allegati del MIUR, dove compaiono solo alcune slide illustrative.
In ogni caso anche il MIUR conferma quanto dichiarato nell’incontro dell’11 dicembre, vale a dire che l’attuazione è rinviata al 2010. Tuttavia il Ministro Gelmini , per sua stessa ammissione, conta di dedicare il periodo intermedio, non ad un confronto costruttivo con la scuola, ma all’orientamento delle scuole e delle famiglie, cioè al loro indottrinamento circa la “bontà” del nuovo sistema.
Il Ministro nella conferenza stampa ha cercato di enfatizzare il tutto come una grande riforma pari a quella gentiliana di oltre 80 anni fa. Ma questo lo aveva già detto anche il Ministro Moratti cinque anni fa! In realtà, alla luce dei dati finora in nostro possesso, si confermano solo i tagli agli orari, alle discipline, agli organici e agli indirizzi di studio, come richiedeva Tremonti. Infatti, per giustificare il ridimensionamento dell’offerta formativa dei licei e degli istituti tecnici il Ministro è costretto a ricorrere a dati artefatti e opinabili circa l’attuale monte ore annuale svolto dalle scuole.
Da tutto ciò esce una scuola secondaria superiore ancor più impoverita e disordinata dell’attuale, priva di una sua coerenza interna persino a livello di ordini scolastici. Una scuola molto diversa da settore a settore, dove fin dai primi due anni, quelli obbligatori, le aree comuni o non esistono o sono limitate ai sotto settori dei diversi ordini, cosa che renderà più difficile riorientare i ragazzi in difficoltà: Una scuola con meno indirizzi, meno discipline tecniche, persino con meno informatica e meno inglese (tanto per alludere a uno slogan!), con meno laboratori: una scuola che perciò non risponderà neppure alle tanto decantate esigenze del mondo produttivo ed economico.
Completamente dimenticata l’istruzione professionale, dove i lavori di ridefinizione sarebbero più indietro, ma dove i ritardi, condizionati dalle relazioni con le regioni, rischiano di essere fatali per il futuro di questi istituti e per l’assetto nazionale di questo settore. Per questo il rinvio al 2010 deve essere l’occasione per non discriminare ulteriormente l’istruzione professionale, quasi fosse ai margini della secondaria superiore.
Roma, 18 dicembre 2008
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