A proposito di assenze del personale del pubblico impiego
Smettiamola con la campagna di denigrazione che si basa su luoghi comuni col solo scopo di giustificare tagli e politiche sbagliate.
In altra notizia diamo conto dell’inutile monitoraggio che il MIUR ha fatto partire sul caso del numero elevato di permessi consentiti dalla legge 104 sulla disabilità nella provincia di Agrigento. È notizia che si inserisce nella ricorrente campagna denigratoria contro i lavoratori pubblici che i Governi di turno fanno partire quando vogliono tagliare le risorse del settore statale e per questa via diminuire i servizi ai cittadini scaricandone la responsabilità su chi, come i lavoratori, non operando scelte e non decidendo nulla, si limita a fare il proprio dovere.
Ma vediamo più nel dettaglio, e dati alla mano, se questa campagna ha fondamento.
I lavoratori italiani (tutti) sono agli ultimi posti, nelle rilevazioni internazionali, come assenze sia per malattia che in generale. Poi ci sono certamente delle differenze tra lavoratori pubblici e privati, con i dipendenti pubblici che si assentano in media per un numero maggiore di volte durante l’anno, ma per un numero medio complessivo di giorni inferiori (18 giorni di assenza complessivi l’anno per dipendente nel privato e 16.5 giorni l’anno per dipendente nel pubblico, secondo uno studio fatto dalla CGA di Mestre).
Dalle rilevazioni dell’INPS fatte nel 2013 (le ultime disponibili) si evince che i lavoratori pubblici si assentano “per malattia” in media per 10 giorni l’anno. Dunque le altre fattispecie di assenze possibili, e tra questa certamente anche quelle per fruire dei permessi per l’assistenza di cui alla Legge 104/92, risultano pari ad una media complessiva di poco superiore ai 6 giorni l’anno.
Se poi ci sono situazioni di abuso nell’utilizzo dei permessi della Legge 104/92, una legge che come sindacato vogliamo difendere come indicatore del livello di civiltà del nostro paese e come diritto indisponibile, questo non sta certo nelle modalità e quantità di utilizzo da parte dell’insieme dei lavoratori.
Qualora ci fossero delle truffe o dei falsi nelle certificazioni di tale diritto, o in qualche modalità di utilizzo, questo non è certamente imputabile a tutti i lavoratori.
Si facciano tutti gli accertamenti dovuti e non sarà certo il sindacato a difendere situazioni di illegittimità.
Ma su un punto non si può più transigere.
È ora di finirla questa campagna contro il lavoro pubblico!
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