INGV: il personale discute del DL 112 e lo giudica iniquo e sbagliato
L’assemblea unitaria dell’INGV ritiene che debba partire una mobilitazione contro le norme contenute nel DL 112 sia per gli aspetti generali di attacco indiscriminato al lavoro pubblico sia per le conseguenze negative sugli enti di ricerca.


Le iniziative di mobilitazione negli Enti di Ricerca
Nell'assemblea unitaria del 30 luglio, tenutasi presso la sede romana dell'INGV, ricercatori, tecnologi, personale tecnico ed amministrativo hanno analizzato scenari e prospettive introdotte dal decreto legge 112/08.
L'assemblea, cui ha aderito un alto numero di lavoratori (di ruolo e precari) nonostante l'avvicinarsi delle ferie estive, ha espresso la forte necessità di mostrare in modo inequivocabile e netto il dissenso per gli aspetti di questo decreto che colpiscono indiscriminatamente tutti i dipendenti.
Inoltre, alcune norme del DL 112 colpiscono specificatamente enti di ricerca come l'INGV: ad esempio l'obbligo di ridurre la pianta organica, già quasi satura, del 10% impedisce la stabilizzazione del personale precario così come il reclutamento di nuovi ricercatori e diviene un ostacolo per lo stesso svolgimento del ruolo istituzionale dell'ente.
Nonostante i diversi punti di osservazione rispetto ai quali l'intervento del Governo è stato analizzato, è apparsa radicalmente diffusa e condivisa la necessità e l'urgenza di far capire il valore del lavoro svolto presso uno degli enti di ricerca più attivi e prolifici in ambito geofisico, in carico anche del servizio di sorveglianza sismica per la Protezione Civile.
Fra le iniziative proposte, c'è stata quella di portare in piazza, davanti al Parlamento, le pubblicazioni prodotte e riconosciute a livello internazionale negli ultimi anni. Si ritiene che un'iniziativa di questo tipo proposta dall'INGV debba essere estesa a tutti gli enti di ricerca.
Infatti, solo azioni visibili e ben organizzate possono far comprendere a tutti i cittadini l'inopportunità di una generalizzazione che considera tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione (ivi inclusi, coloro che lavorano per gli enti di ricerca) una fonte di spreco del denaro pubblico.
Roma, 31 luglio 2008
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