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No a razionalizzazioni selvagge delle istituzioni scolastiche

La FLC CGIL di Modena chiede chiarezza e si oppone ai macro istituti

02/09/2011
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La FLC CGIL ha diramato un comunicato molto duro rispetto alle ipotesi di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della provincia di Modena che si sta configurando in questi giorni.

Di seguito il comunicato.
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A cura di FLC CGIL Modena

Segnali preoccupanti vengono da alcune Amministrazioni locali modenesi in merito alla riorganizzazione degli istituti scolastici  in base a quanto previsto dalla manovra finanziaria di luglio che prevede la soppressione di tutte le Direzioni didattiche e le scuole medie uniche per trasformarle in istituti comprensivi con indicazione di almeno 1.000 studenti (500 nelle zone di montagna) per avere il riconoscimento dell’autonomia scolastica e quindi divenire sede di dirigenza scolastica.

Il sindacato FLC CGIL considera infatti preoccupanti le iniziative che, secondo le prime informazioni ufficiose, starebbero adottando amministrazioni comunali come Sassuolo, Formigine e Spilamberto che, per ottemperare a quelle direttive, determinerebbero una tale riduzione della rete scolastica modenese a scapito del funzionamento e della qualità del servizio scolastico creando “macro-istituti” comprensivi di 1.700-1.800 studenti e riducendo fortemente le autonomie scolastiche (e quindi le dirigenze).

La manovra di luglio interviene esclusivamente sulle direzione didattiche e sulle scuole medie uniche, non chiede invece di intervenire sugli istituti comprensivi già esistenti, che possono continuare ad esistere anche con numeri di studenti inferiori.

A Sassuolo, ad esempio, esistono 3 direzioni didattiche e 2 scuole medie uniche. Passare a 3 “macro-istituti comprensivi” significherebbe snaturare la rete scolastica esistente, già dimensionata in modo ottimale, restituendo al ministero autonomie e dirigenze scolastiche che poi sarà impossibile ristabilire.

Il problema del dimensionamento scolastico in attuazione della manovra, riguarda comunque molti altri Comuni modenesi, in particolare lo stesso capoluogo, Modena città, che dovrà sopprimere 8 direzioni didattiche e 5 scuole medie per trasformarle in istituti comprensivi.

La Regione Emilia-Romagna e la provincia di Modena già in anni passati avevano razionalizzato la rete scolastica coinvolgendo tutti i soggetti interessati portando, ad oggi, una media regionale e provinciale di oltre 900 studenti per istituzione scolastica, contro la media nazionale di 743 studenti, a fronte di Regioni che hanno numeri medi dimezzati rispetto ai nostri.

“Non si vede perciò la necessità di fare i “primi della classe” – afferma Stefano Colombini segretario FLC CGIL Modena - quando come Emilia-Romagna abbiamo la media di studenti per Istituto più alta in Italia”.

Inoltre, la mancanza di  Dirigenti Scolastici – da questo anno scolastico 38 scuole della nostra provincia sono in reggenza - non si risolve restituendo e sopprimendo le autonomie scolastiche, ma chiedendo di accelerare le procedure concorsuali del reclutamento dei dirigenti stessi. 

“L’altro  tasto dolente, sottolinea il segretario FLC CGIL - è il numero degli studenti per i nuovi macro istituti comprensivi: non possono avere tolleranze superiori ai 1.000-1.200 studenti in quanto i parametri per la definizione del numero del personale Ata, stabiliti dai vari decreti interministeriali sugli organici, non prevedono soglie oltre i 1.200 studenti.

Una scuola di 1.200 studenti attualmente ha 12 collaboratori scolastici ed un nuovo comprensivo da 1.700-1.800 studenti avrà sempre 12 collaboratori scolastici. Chi si assumerà l’onere di incaricare e retribuire gli ulteriori collaboratori scolastici necessari? Non certo il Governo che ha già operato un taglio di oltre 130.000 unità di personale (docente+Ata) della scuola. Non certo gli Enti locali massacrati dalle ultime manovre finanziarie. Non certo le ditte a cui in alcune scuole è stato dato in appalto il sistema delle pulizie: il Governo ha tagliato pure lì”.

Il sindacato chiede perciò un confronto aperto e in sede istituzionale tra tutti i soggetti interessati – Comuni, Sindacati, Dirigenti Scolastici, Ufficio Scolastico provinciale, Collegi dei Docenti e Consigli di Istituto – invitando gli Enti Locali a rivendicare l’autonomia in base al titolo V della Costituzione sulla definizione dei criteri di dimensionamento.

Si eviterà così l’istituzione di macro-scuole ingovernabili, la soppressione di autonomie scolastiche e forti proteste e reazioni su più piani, a cominciare dai Sindacati stessi nell’interesse dei lavoratori, degli studenti e della qualità dell’istruzione pubblica modenese.