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Sinopoli: il Governo non sottovaluti la scuola. Necessari un cambio di passo vero, investimenti e assunzioni

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

07/04/2020
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Roma, 7 aprile - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che fornisce indicazioni e base giuridica a scelte che dovranno essere prese per la conclusione di quest’anno scolastico e per l’avvio del nuovo.

Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, dichiara in una nota: "Se sulle modalità di conclusione dell’anno scolastico in corso le soluzioni proposte per l’emergenza sanitaria, per quanto obbligate, già manifestano limiti e punti critici, quanto previsto per l’inizio del prossimo è davvero inaccettabile. Alle sicure difficoltà che ci saranno alla ripresa a settembre, il Governo intende sopperire riproponendo la 'didattica a distanza' quale soluzione addirittura strutturale di tutti i problemi. Si tratta di una grave sottovalutazione delle questioni che stanno emergendo nella scuola. Il digital divide, confermato dai dati dell’ISTAT, espelle dalla didattica quasi 2 milioni di studenti e alle già profonde disuguaglianze si sommano oggettive difficoltà che riguardano centinaia di migliaia di famiglie. Gli ordini della scuola non sono tutti uguali, c’è differenza tra la pedagogia per le scuole dell’infanzia, per la primaria, e per le secondarie. Ma per tutte vale il principio della scuola come ambiente che educa alla socializzazione, alla partecipazione democratica, alla formazione del pensiero critico, alla vita. La scuola non è solo trasmissione verticale di nozioni, come pare emergere dai nuovi paladini della ’didattica a distanza’ e delle piattaforme tecnologiche. Se introdotta come elemento strutturale, e non più opzionale o emergenziale, la ’didattica a distanza’ nega la scuola della Costituzione”.

“Inoltre, aggiunge il Sinopoli, è inaccettabile che il Governo ignori la centralità della relazione educativa 'analogica', corporea, nello spazio-tempo dell’aula, soprattutto per alcune fasce d’età, per le situazioni di difficoltà e per quelle di disagio sociale. Lo ribadiamo con nettezza: la 'didattica a distanza' quale forma esclusiva di relazione educativa, non è scuola. Per questo riteniamo che per riprendere le attività in presenza occorrano forti investimenti che dovranno tener conto della nuova situazione. Una situazione che richiederà l’uso abituale del distanziamento sociale, ma anche il potenziamento degli organici utili al recupero e all’approfondimento, indispensabili per restituire agli studenti il credito che hanno maturato nei confronti dell’istituzione scolastica durante questi mesi. La scuola ha contratto un debito con studenti, famiglie e lavoratori. Incredibile che dinanzi a questa situazione si continui ad andare avanti come se nulla fosse accaduto e con la consueta sottovalutazione: si è verificato prima con la mobilità e, ora, con la definizione degli organici del personale che si vuole realizzare secondo le regole di sempre, compresi tagli e razionalizzazioni”.

“Ecco perché, scrive il segretario della FLC, è necessario un deciso cambio di rotta. Il tema della valutazione, ad esempio, va riorientato verso un recupero del suo vero senso e significato. La si smetta di legittimare provvedimenti contraddittori con slogan quali 'no al 6 politico', come se vi fosse in Italia chi lo chiede. E in ogni caso, il '6 politico' all’epoca era il riconoscimento della partecipazione al movimento studentesco, che tanti positivi mutamenti ha portato al Paese. Altro che prassi vetusta. La valutazione, lo sappiamo bene, è intrinseca in ogni esperienza di insegnamento-apprendimento, ed è un processo di consapevolezza delle potenzialità e dei limiti di un percorso di formazione. Investe tutti, ma soprattutto chi valuta, e quindi la scuola, della responsabilità di disporre di risorse per recuperare le lacune rilevate. E questo vale tanto più oggi mentre, a causa dell’emergenza, il percorso formativo è stato fortemente penalizzato”.

“Anche per questo, continua il dirigente sindacale, chiediamo al Governo investimenti massicci in tempo scuola e per organici docenti e personale ATA coerenti con la grande sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi e sull’edilizia scolastica. Come si è fatto con il decreto per le imprese”.

“Infine, conclude, sarebbe inaccettabile, foriero di ulteriori diseguaglianze, rendere stabile nell’offerta formativa delle scuole la possibilità di scelta da parte delle famiglie di percorsi scolastici da svolgersi totalmente, o anche solo in parte, a distanza. Combatteremo questa deriva con tutte le nostre forze”.