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La scuola in presenza non si fa con i proclami, occorrono investimenti immediati

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

28/12/2021
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“Sbagliando s’impara”, dice un saggio proverbio popolare sconosciuto a Palazzo Chigi e in Viale Trastevere.

Abbiamo ripetutamente indicato al governo Draghi e al Ministro la necessità di investire in sicurezza mediante il distanziamento e gli screening, ma vediamo che si ostenta sicurezza sulla riapertura delle scuole in presenza, non considerando l’aumento esponenziale dei contagi tra gli studenti (+43% nella fascia 0-9 anni, + 26% nella fascia tra i 10 e 19 anni rispetto a settembre) in modo dogmatico per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sull’ostinata inerzia con cui il governo ha affrontato il problema della sicurezza nelle scuole per garantire il diritto allo studio.

Nonostante una disponibilità economica senza precedenti, nulla si è investito per: eliminare l’affollamento nelle aule (anzi si è tolto il vincolo di 1 metro dello scorso anno), aumentare il personale per sdoppiare le classi e migliorare l’igienizzazione delle aule (anzi si è tagliato sul personale cosiddetto “covid”), risolvere il problema dei trasporti, instaurare presidi sanitari all’interno delle scuole prevedendo screening permanenti con cui effettuare il monitoraggio e programmazione delle scelte, ecc..

Questi i contenuti che, in preparazione di questo complicato anno scolastico, già nell’agosto 2021, la FLC CGIL aveva chiesto al momento del rinnovo dell’accordo sulla sicurezza, ribadendo al governo Draghi e al ministero l’oggettiva necessità di investire nella scuola.

Per avere una scuola in presenza per tutti in modo continuativo, non basta puntare tutto sulla opportuna campagna vaccinale già in campo, su vaccinazione volontaria degli studenti, fare lezione con le finestre aperte in pieno inverno, oppure fare “un saldo di fine anno” sulla durata della quarantena, occorre uscire dallo stato perennemente emergenziale con investimenti urgenti e importanti, per poter programmare interventi strutturali che garantiscano la massima sicurezza agli oltre 8 milioni di studenti e oltre 1 milione di lavoratori che quotidianamente frequentano gli istituti scolastici. In altre parole, bisogna dare seguito agli impegni sottoscritti con il Patto per la scuola, rivendicati nello sciopero del 10 dicembre che attualmente sono stati completamente disattesi.