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Accordo Stato Regioni: un esponente delle Regioni parteciperà alle riunioni delle Rappresentanze permanenti presso l’Unione europea sulle materie dell’istruzione

Ambiti di intervento sono: offerta formativa integrata fra istruzione e formazione professionale, diritto allo studio, infanzia, programmi europei per l’istruzione.

24/08/2018
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Il 12 luglio 2018 è stato sottoscritto in Conferenza Stato Regioni un importante Accordo (Atto 121/CSR) in merito alla collaborazione delle Regioni con la Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea sulle materie dell’istruzione.

Contesto normativo

In premessa occorre ricordare che

  • nell’ambito della Rappresentanza permanente d’Italia presso l'Unione europea è stato istituito un ulteriore posto in organico, nel ruolo degli esperti, cui è assegnato un funzionario della carriera direttiva appartenente ai ruoli di una regione o provincia autonoma, designato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome (legge 52/96 art. 58 comma 2)
  • le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono istituire presso le sedi delle istituzioni dell'Unione europea uffici di collegamento propri o comuni con altre regioni o enti appartenenti all'Unione europea nell'ambito della cooperazione transfrontaliera o di accordi internazionali (legge 52/96 art. 58 comma 4)
  • le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano concorrono direttamente, nelle materie di loro competenza legislativa, alla formazione degli atti comunitari, partecipando, nell'ambito delle delegazioni del Governo, alle attività del Consiglio e dei gruppi di lavoro e dei comitati del Consiglio e della Commissione europea, secondo modalità da concordare in sede di Conferenza Stato-Regioni che tengano conto della particolarità delle autonomie speciali e, comunque, garantendo l'unitarietà della rappresentazione della posizione italiana da parte del Capo delegazione designato dal Governo (legge 131/03 art. 5 comma 1)
  • con provvedimento emanato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano il 16 marzo 2006, n. 2537, sono state definite le rappresentanze delle regioni e delle PP.AA. nelle delegazioni del Governo che partecipano
    • alle attività del consiglio dell'Unione europea, nelle materie di competenza legislativa regionale
    • alle attività dei gruppi di lavoro e dei comitati del consiglio dell'Unione europea e della commissione

Il medesimo provvedimento chiarisce che sulle materia di esclusiva competenza delle Regioni, ai sensi dell’art. 117 quarto comma della Costituzione, la funzione di capo delegazione è attribuita al rappresentante del Governo (salva diversa determinazione assunta, su istanza delle regioni, mediante apposita intesa con il Governo da raggiungersi in sede di conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome)

  • Il Presidente del Consiglio dei Ministri convoca almeno ogni quattro mesi, o su richiesta delle regioni e delle province autonome, una sessione speciale della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, dedicata alla trattazione degli aspetti delle politiche dell'Unione europea di interesse regionale. Durante tale sessione la Conferenza permanente esprime parere
  1. sugli indirizzi generali relativi all'elaborazione e all'attuazione degli atti dell'Unione europea che riguardano le competenze delle regioni e delle province autonome;
  2. sui criteri e sulle modalità per conformare l'esercizio delle funzioni delle regioni e delle province autonome all'osservanza e all'adempimento degli obblighi comunitari

(Legge 234/12 art. 12)

L’Accordo del 12 luglio 2018

L’accordo del 12 luglio è stato sottoscritto dopo la richiesta delle Regioni, espressa nella riunione del 21 dicembre 2017, di rafforzare la presenza di funzionari regionali presso la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea per seguire, in raccordo con il MIUR, le materie dell’istruzione.

Esso prevede la partecipazione di un dirigente o funzionario, appartenente ai ruoli dell’amministrazione di una Regione o di una Provincia autonoma, alle sessioni di lavoro del “Coreper. Il Coreper (“Comité des Représentants Permanents”, Comitato dei Rappresentanti Permanenti) è responsabile della preparazione del lavoro del Consiglio dell’Unione Europea (ad eccezione di gran parte delle questioni agricole) e dell'esecuzione dei compiti che il Consiglio gli assegna. In particolare il Coreper ha il compito di preparare tutti i Consigli settoriali nelle materie di competenza dell'Unione, trattando i dossier (proposte e progetti di atti presentati dalla Commissione) in una fase di prenegoziato.  Conseguentemente il Coreper detiene un ruolo centrale nel sistema decisionale dell’Unione Europea. Il Coreper è articolato in due sottosezioni. Il Coreper I o “parte prima” tratta i temi dell’istruzione. Il Coreper si riunisce ogni settimana.

Gli ambiti di intervento del rappresentante regionale sono

  • la programmazione dell’offerta formativa integrata fra istruzione e formazione professionale
  • la promozione del diritto allo studio
  • gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia
  • i programmi europei per l’istruzione.

Nell’espletamento dell’incarico negli ambiti di competenza sopra indicati il dirigente o funzionario si coordina preventivamente con i rappresentanti del MIUR e con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea al fine di garantire l’unitarietà della posizione italiana.

L’incarico dura due anni ed è rinnovabile fino ad un massimo di quattro anni.

L’Accordo individua inoltre la procedura di selezione del dirigente o del funzionario e quella di nomina e di revoca dell’incarico.

L’Accordo ha durata di otto anni.

Commento

L’Accordo è sintomatico dell’offensiva in atto da parte di molte Regioni sul tema delle competenze istituzionali relative al tema dell’istruzione ed in particolare su alcuni aspetti che attualmente sono oggetto di un aspro confronto e di una pluralità di prospettive: ci riferiamo in particolare all’infanzia e all’integrazione tra istruzione e formazione professionale. In particolare l’Accordo ci segnala come per le Regioni la sola presenza dei rappresentanti dello Stato centrale in organi comunitari, non garantirebbe di per se l’esercizio delle funzioni e la difesa degli interessi delle stesse Regioni e province autonome.

Inoltre, le politiche europee in tema di istruzione rappresenteranno uno dei campi di più forte scontro politico nei prossimi mesi poiché al tentativo in atto da molti anni di sottomissione dell’istruzione alle logiche del mercato, sia come servizio ai cittadini che nei contenuti formativi, si affiancherà il tentativo di molti governi di sconfiggere sistemi educativi che hanno come cifra identitaria l’integrazione, l’accoglienza e la cooperazione. In questa battaglia che si preannuncia lunga e aspra, la FLC CGIL sarà al fianco di chi considera la scuola il luogo per eccellenza nel quale combattere i germi della xenofobia, intolleranza, autoritarismo che in maniera sempre più pervasiva stanno dilagando nella nostra società.