FLC CGIL

Manifestazione nazionale "Pubblico è futuro"

  • 14.30

    Da Piazza della Repubblica a Roma prenderà tra poco l'avvio il corteo di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego: Scuola, Università, Ricerca, AFAM, amministrazioni pubbliche, ospedali, vigili del fuoco... sfilano insieme per difendere quei servizi che devono essere a disposizione di ogni cittadino, perché "senza il servizio pubblico sei privato dei tuoi diritti".

    Oggi è il giorno della rabbia e dell'orgoglio dei dipendenti pubblici che vogliono spiegare a tutti i cittadini le ragioni di questa manifestazione e della loro lotta. Prova a riassumerle Michele Gentile Responsabile dip. Settori pubblici della CGIL che parla di un vero e proprio accanimento del Governo contro i dipendenti pubblici con " il blocco dei contratti nazionali (fino al 2014), il blocco delle retribuzioni, la rateizzazione del Tfr; lo stesso contributo di solidarietà a carico dei reddito più alti farà perdere mediamente ai pubblici16 mila euro contro i 167 euro dei privati. E poi la rateizzazione del TFR e il blocco delle anzianità nella scuola". Colpendo i lavoratori pubblici e impoverendo i settori pubblici, conclude Gentile, "il Governo sta smontando pezzo dopo pezzo il welfare state".

    Istruzione, salute, servizi per tutti sono conquiste a cui non si può rinunciare: "Non tollereremo  di regredire al Medioevo perché chi ci governa non si rende conto che il servizio pubblico non ha prezzo e rappresenta una garanzia per tutti i cittadini del nostro Paese. Tutti i bambini hanno il diritto di andare a scuola, tutti i malati hanno il diritto di farsi curare", dice una lavoratrice precaria della scuola, "e chi lavora da anni per garantire questi diritti da precario avrebbe a sua volta il diritto di essere assunto a tempo indeterminato".

    I lavoratori sono stufi di sentirsi chiamare fannulloni, rivendicano la dignità del loro lavoro, un lavoro importante, anche se viene affidato troppo spesso a precari. Ma anche i precari, presenti numerosissimi in piazza, vogliono dimostrare come sentano il loro lavoro come servizio per la collettività. Migliaia di magliette bianche "Lo stato sono io" fra cui si staglia un blocco di migliaia di magliette nere "L'état c'est moi - Precari* pubblici": tutti insieme per i diritti di tutti.

    In testa al corteo lo striscione dell'Anpi "Un paese senza memoria è un paese senza futuro. 25 aprile 1945". Non è un caso. Contro un governo e una maggioranza politica che negano un futuro ai giovani, si muovono anche quegli anziani che con il loro sacrificio hanno riscattato l'Italia consegnandola alla democrazia.

    14.45

    Non siamo soli...

    Tante le adesioni ricevute da CGIL, FLC e FP: altre categorie di lavoratori dei settori privati, associazioni culturali, professionali, ambientali e di genitori, molte delle quali sono state tra i promotori degli Stati Generali della Conoscenza. Anche gli studenti, che ieri hanno dimostrato la grande volonta di guardare al futuro del Paese, sostengono le ragioni dei lavoratori pubblici e della conoscenza. Senza pubblico, nessun futuro! è lo slogan usato dall'Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti Medi per lanciare la piattaforma di adesione alla manifestazione di oggi.

    14.50

    Partito il corteo dietro striscione "Un paese senza memoria è un paese senza futuro. 25 aprile 1945"

    pubblico-e-futuro-01Da Piazza della Repubblica a Roma comincia a muoversi il corteo di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego: Scuola, Università, Ricerca, AFAM, amministrazioni pubbliche, ospedali, vigili del fuoco... sfilano insieme per difendere quei servizi che devono essere a disposizione di ogni cittadino, perché "senza il servizio pubblico sei privato dei tuoi diritti".

    Oggi è il giorno della rabbia e dell'orgoglio dei dipendenti pubblici che vogliono spiegare a tutti i cittadini le ragioni di questa manifestazione e della loro lotta. In testa al corteo lo striscione dell'Anpi 'Un paese senza memoria è un paese senza futuro. 25 aprile 1945'.

    Non è un caso. Contro un governo e una maggioranza politica che negano un futuro ai giovani, si muovono anche quegli anziani che con il loro sacrificio hanno riscattato l'Italia consegnandola alla democrazia.

    14.55

    Destinazione Roma

    Nella capitale giunti 600 pullman e due treni speciali. Una manifestazione a livello nazionale, quella promossa per oggi 8 ottobre, dalla FP e dalla FLC insieme alla CGIL Nazionale, per protestare contro le politiche del governo che continuano ad accanirsi contro il lavoro, ma anche contro i diritti dei cittadini. Per questo numerosa è la partecipazione dei manifestanti arrivati da tutte le regioni italiane a bordo di oltre 600 pullman e due treni speciali.
    La testa del corteo, intanto, è quasi in Piazza Barberini e dalle strade laterali si aggiungono altri cortei di lavoratori delle varie province.

    15.00

    L'Ètat c'èst moi

    sono-stato-io-maglietta-03Precari invisibili? Non più o almeno non oggi. Al grido di l'Ètat c'èst moi, partecipano e rendono ancora più visibile la loro presenza all'iniziativa. "Perchè - dicono - non c'è bisogno della grandiosità del Re Sole per essere Stato. Il Pubblico siamo anche noi. Ci saremo per il nostro lavoro che è la scommessa di tutti. Un paese migliore".

    Leggi il loro appello
    Partecipa alla campagna virale: E TU, cosa sei STATO ?

    15.05

    La scuola e la memoria

    Un paese senza memoria è un paese senza futuro dice lo striscione che apre il corteo. Quando la memoria è divisa, quando la memoria è plurale come è oggi nella società multiculturale, ha bisogno di cura, di rispetto, di delicatezza e di rigore intellettuale per tradursi in relazione tra le persone, per diventare terreno fertile in cui coltivare il futuro. C'è bisogno di un luogo dove questo avvenga. E questo luogo è la scuola. Quella di tutti e di ognuno. Per esempio quella delle maestre che fino a poco fa si accalcavano al gazebo per chiedere se c'era ancora un cartello di quelli firmati "maestra/maestro elementare" e adesso quel cartello lo portano nel corteo che già da un po' si è mosso, ma molti in piazza della Repubblica ancora non l'hanno percepito e aspettano di potersi incamminare.

    15.10

    "Pubblico è Futuro" in piazza e sul web, diretta su CGILtv

    pubblico-e-futuro-02Anche sul web la CGIL si sta mobilitando per la riuscita di questa importante giornata di mobilitazione per i lavoratori pubblici e della conoscenza. Dalle ore 16.30 circa sarà possibile seguire in diretta sulla CGILtv gli interventi che si alterneranno dal palco allestito in Piazza del Popolo a Roma.

    Alle testimonianze di due lavoratori seguirà l'intervento dei Segretari Generali della FLC CGIL e FP CGIL, Domenico Pantaleo e Rossana Dettori. Il comizio conclusivo verrà affidato al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. Intanto, anche i Social Network della CGIL Nazionale (Facebook, Twitter) stanno raccontando in diretta il coloratissimo corteo.

    Numerosi i commenti che esprimono appoggio e solidarietà alla manifestazione che, in questi minuti, si stanno raccogliendo su Facebook.

    15.15

    Le voci e l'ironia del corteo

    pubblico-e-futuro-08Lavoratrici del settore educativo scolastico di Roma in maglietta bianca "sono STATO io" come molti altri partecipanti del corteo. Loro ci aggiungono cartelli di protesta contro il sovraffollamento di nidi e materne tra cui un condivisibilissimo "la civiltà di un paese si misura da come tratta bambini e anziani".

    Si gioca anche con gli strafalcioni del ministro e questo porta i lavoratori della ricerca ad essere ottimisti: fuori dal tunnel?
    I nentrini impazzano nel corteo, dallo striscione della FLC CGIL di Treviso: "Più neutrini alla Gelmini, più neuroni a Sacconi, meno ormoni a Berlusconi".

     

    Da piazza Barberini si vede un'unica macchia di bandiere rosse sia verso Piazza del Popolo che verso Piazza della Repubblica; il corteo procede spedito ma la coda è ancora ferma alla partenza.

    15.20

    Dal corteo un pensiero per le vittime sul lavoro

    'San Giuliano, Torino, Barletta. Tragedie causate dall'indifferenza', così recita lo striscione retto da alcuni bambini arrivati a Roma con la delegazione della FP CGIL della provincia BAT (Barletta Andria Trani). A pochi giorni dall'ultima tragedia in cui hanno perso la vita quattro lavoratrici a Barletta, la frase sullo striscione ricorda anche i bimbi morti a San Giuliano di Puglia dopo il crollo di una scuola, e gli operai della ThyssenKrupp morti nel rogo di Torino.

    15.30

    Insieme alla CGIL si marcia per i diritti senza si striscia per i favori

    C'è lo striscione dell'ANPA (Associazione Nazionale Persone Autistiche). Autismo è per tutta la vita ma mai contro la vita. Dietro alcune donne e uomini con qualche ragazzo. Dicono: siamo qui contro i tagli alla sanità, al sostegno per i nostri figli nella scuola. Rischiamo di perdere tutto. E accade che i datori di lavoro di genitori di figli autistici non li assumano perché hanno paura che debbano assentarsi per accudire i figli data la carenza sempre più grave di assistenza pubblica.

    15.45

    Il corteo attraversa le vie della capitale

    palloni_01Il corteo si muove lentamente lungo le strade della città e come un fiume riceve affluenti dalle vie laterali, minicortei di lavoratori di altre province, gruppi di persone che  arrivano alla spicciolata, diventando sempre più grosso. Sotto gli occhi incuriositi dei tanti turisti che affollano la capitale in questa stagione. "What is it" chiedono due giovani giapponesi avventurandosi dentro al corteo.

    Colpisce lo striscione dell'Anpi che apre il corteo con il suo richiamo alla memoria. Quando la memoria è divisa, quando la memoria è plurale, come nella società multiculturale, ha bisogno di cura, di rispetto, di delicatezza e di rigore intellettuale per tradursi in relazione tra le persone, per diventare terreno fertile in cui coltivare il futuro. C'è bisogno di un luogo dove questo avvenga. E questo luogo è la scuola. Quella di tutti e di ognuno. E' bello allora vedere tante maestre che portano con orgoglio i cartelli firmati "maestra/maestro elementare".

    15.50

    Piazza del Popolo accoglie i primi manifestanti

    Il corteo sta entrando in piazza del Popolo: musiche, voci, colori è uno spettacolo bellissimo vederlo scendere dalla collina del Pincio e riempire la piazza. Non ci sono volti tirati, si legge la gioia di stare insieme, di riconoscersi, di guardarsi intorno a testa alta. Sì, dicono le facce, siamo lavoratori pubblici e ne siamo fieri.

    È on line la diretta video sul portale della CGIL.

    15.55

    Tutte le categorie della CGIL in Piazza a Roma

    Tutto il mondo del lavoro si è unito oggi al grido di allarme lanciato dalla FP e FLC CGIL, per i tagli previsti dalla manovra del governo al pubblico impiego e alla conoscenza e per ribadire che 'Pubblico è futuro'. “Saremo al fianco dei lavoratori del pubblico impiego e della scuola ed in difesa dei diritti fondamentali che la manovra del governo sta smantellando, il diritto al lavoro, alla salute e all'istruzione pubblica”, ha sottolineato il leader della FILLEA CGIL, Walter Schiavella. Gli obiettivi della manifestazione, ha fatto sapere la FILCAMS CGIL “sono pienamente condivisi ed appartengono alla battaglia che la FILCAMS sta conducendo, nel quadro della mobilitazione lanciata dalla CGIL nel Paese”. Ed è con le stesse motivazioni che sono scesi in piazza oggi anche i pensionati, i lavoratori dell'agroindustria e di tutti i settori rappresentati dalla Confederazione.

    16.00

    Studenti, tentativi di privatizzazione istruzione non saranno mai accettati

    Pullman di studenti sono arrivati da tutta Italia per lanciare un forte messaggio: “Senza pubblico nessun futuro, giù le mani dalla natura pubblica dell’istruzione nel nostro Paese”. “I tentativi di privatizzazione - dichiarano le organizzazioni studentesche Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari - messi in atto ripetutamente da questo governo non sono e non saranno mai accettati dagli studenti medi ed universitari di questo paese”. “L'alternativa vera - concludono gli studenti - passa soprattutto da noi, ed è per questo che su www.scuolachevogliamo.it e www.universitachevogliamo.it vogliamo raccogliere tutte le idee di studenti, professori, ricercatori, genitori, dottorandi e la società civile tutta, che ha ancora a cuore il futuro del mondo dell’istruzione nel nostro Paese”.

    16.05

    Ritagli

    pubblico-e-futuro-10L'ironia non può fermare i tagli però... aiuta.

    È quello che devono aver pensato gli ideatori di alcuni articoletti fantasiosi riportati sul retro del volantino distribuito nella manifestazione. Insegnante si rompe un braccio: "finalmente ho un gesso!"  oppure "Incendio a Roma: vigili del fuoco coi contagocce".

    Non viene risparmiato neppure il Ministro dell'Istruzione, Gelmini: "Notte dei ricercatori? Bene abituarsi a lavorare al buio". E sui precari che hanno perso il lavoro a causa dei tagli si dice Netturbini a casa, rifiuti a terra.

    16.10

    Le giovani leve ci guardano

    pubblico-e-futuro-09Non sono pochi i bambini. Stanno coi genitori. Sventolano bandiere, si fanno sentire coi fischietti, chiedono i palloni, quelli grandi. Si divertono. Vivono il corteo come un momento di festa. E un po' lo è. La festa della dignità e dell'orgoglio del lavoro pubblico. Passa un gruppo musicale di Altamura. Rullano i tamburi. Passa una donna con un cartello: "Scuola statale pericolo di crollo". Questa manifestazione è fatta anche perché i bambini e le bambine, tutti, abbiano una scuola che non crolla, una scuola bella, dove imparare a leggere il mondo. A giudicarlo con la propria testa. Dove ci sia posto per imparare e fare musica. E anche per fare i pupazzi come quelli grandi che ora qui davanti danzano ripetendo  un rituale antico.

    Con la testa,  con le mani, con il cuore si impara. Non può succedere in una scuola immiserita dai tagli e offesa insultando a ogni pie' sospinto gli insegnanti.

    16.25

    Dal palco le testimonianze dei lavoratori

    Paolo Serventi Longhi, Direttore di "Rassegna Sindacale" ha dato il via, dal palco allestito in Piazza del Popolo, sotto la scalinata del Pincio, alle testimonianze di due lavoratrici: Caterina Tripodi, insegnante di una scuola primaria a Roma e Francesca Scolamacchia, educatrice a Bari. A seguire gli interventi dei leader della FP e FLC e del Segretario Generale CGIL, Susanna Camusso.

    Francesca Scolamacchia, educatrice di asilo nido comunale

    pubblico-e-futuro-07_1Nel suo applaudito intervento Francesca, che lavora a Bari, mette in evidenza come le riduzione dei trasferimenti finanziari dallo Stato agli Enti Locali sta comportando un abbassamento senza precedenti della qualità dei servizi sociali nei confronti dei soggetti più deboli. Forte è inoltre la riduzione del personale addetto a questi servizi. Precariato, contratti atipici, esternalizzazione sono ormai una consuetudine. L'azzeramento del finanziamento del fondo per gli asili nidi sta avendo immediate conseguenze soprattutto sulle donne lavoratrici che hanno sempre più difficoltà nel conciliare tempo di lavoro con tempi per la famiglia.

     

    Francesca ribadisce come anche in tempi di crisi è possibile oltre che doveroso rafforzare i servizi per la prima infanzia.  Occorre pensare all'educazione come un investimento e non solo un costo. Occorre dire no a questa deriva e ricordare che la qualità dei servizi pubblici è elemento fondamentale di eguaglianza e democrazia.

    Infine, Francesca fa un forte appello per le elezioni delle RSU previste per il prossimo marzo.

    16.35

    Pubblico è futuro, fermiamo questo governo

    È La banda della città di Altamura apre il nutrito spezzone della Cgil della Puglia. "Pubblico è futuro, fermiamo questo governo" recita lo striscione colorato di FLC, FP e CGIL. C'è anche una delegazione di Barletta, la città pugliese dove solo qualche giorno fa sono morte tre giovani lavoratrici.
    Tra i tanti striscioni non potevano mancare quelli irriverenti: "Noi siamo fuori dal tunnel la Gelmini no" si legge in uno dei striscioni dei lavoratori dell'università.
    Tanti cartelli denunciano il sovraffollamento degli asili nido e delle scuole materne. "La civiltà di un paese si misura da come tratta bambini e anziani".
    Bersaglio dell'ironia è anche il ministro Brunetta. "Renato, Renato, Renato adesso a casa vacci tu  – cantano i piemontesi sul motivo di una vecchia canzone. Il riferimento  è sul tiramolla del ministro sui periodi di reperibilità in caso di malattia e sul tormentone delle visite fiscali.
    Tutte le province piemontesi, numerosissimi da Torino, raccolti dietro gli immancabili palloni e gli striscioni. Sbuca anche un "no tagli, no TAV uniamo le lotte".
    Ma il tunnel della Gelmini è il leit motiv. "Il ministro e il suo direttore generale pensano che ci sia un tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso  - dice un precario della ricerca – mentre noi, che con il nostro lavoro incerto e senza tutele garantiamo il sistema della ricerca, siamo sottopagati". Bella "meritocratizia", pratica Gelmini.Gli fanno eco dei precari della scuola: "Da anni facciamo funzionare la scuola pubblica con contratti a  termine, ma la nostra vita non finisce a giugno con il nostro stipendio". La scuola di qualità non si ottiene con il lavoro precario.

    16.40

    Camusso, il Paese non ne può più, Governo se ne vada

    pubblico-e-futuro-06"C'è un Paese che non ne può più, un Paese che non vuole avere tutto sulle sue spalle, un Paese che sconta tre anni di negazione della crisi", così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso arrivata in Piazza del Popolo dove terrà l'intervento conclusivo della manifestazione nazionale 'Pubblico è Futuro'. "E diciamola come va detta - ha aggiunto Camusso - c'è un paese che non recupera credibilità se questo governo non se ne va il più in fretta possibile”.

    17.00

    Piazza del Popolo è piena

    È quanto annunciato dal palco. Intanto, la coda del corteo, partito intorno alle ore 14.30 da Piazza della Repubblica, ancora deve arrivare. Continuano gli interventi.

    Caterina Tripodi, insegnante di scuola primaria

    Svolge il suo lavoro in un quartiere difficile della zona sud di Roma.

    La scuola elementare dice, si è trasformata nel giro di tre anni da scuola di qualità a scuola del caos. Erano state fatte tante promesse alle famiglie, come quella che il tempo pieno non sarebbe stato toccato, ecco che invece anche in scuole come la sua, tutta a tempo pieno la definisce, sono stati dati docenti in meno rispetto al numero delle classi e così i bambini si ritrovano ad avere classi con quattro, cinque ed anche sei insegnanti.

    pubblico-e-futuro-tripodiStiamo andando verso la distruzione della scuola pubblica, ma non solo. Sotto attacco sono anche l'Università e la Ricerca e a tal proposito è significativo, l'aneddoto che questa insegnante ci racconta: "Nella mia classe, una terza elementare: si parlava del metodo scientifico sperimentale, la riflessione era sull'importanza della figura del ricercatore, i bambini hanno capito che un ricercatore potrebbe anche aiutare a soluzioni importanti come la scoperta di cure per gravi malattie. Il pensiero conclusivo è stato: "maestra, ma allora ce ne dovrebbero essere tanti, così almeno si possono aiutare tutte le persone malate?". Forse un bambino potrebbe fare meglio di un ministro se riesce a capire l'importanza della ricerca.

    È su un altro grave attacco che si concentra l'ultima parte del suo intervento: è l'attacco continuo a tutte le forme di democrazia che hanno reso la scuola pubblica luogo di confronto e di partecipazione. La resistenza continua alle elezioni delle RSU ha minato e sta minando la possibilità di condividere scelte consapevoli. Sono anche io RSU, dice Caterina, e nella mia esperienza la possibilità della discussione democratica ha consentito di giungere a decisioni condivise che a volte sono state di ostacolo a quanto di grave si stava compiendo nella scuola. Perciò è necessario conclude, chiedere con forza che siano rispettate tutte le forme di democrazia che fino ad ora sono state conquistate con grande fatica.

    Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL

    Siamo qui per licenziare il governo Berlusconi, un governo di incompetenti, moralmente impresentabile che annienta la democrazie e i valori costituzionali. Usa parole durissime il segretario della FLC che apre il suo discorso ricordando le giovani operaie morte a Barletta, vittime del lavoro nero. Anche questa è l'Italia di oggi, ha detto, sfruttamento, illegalità, schiavismo. Il lavoro deve tornare a essere fattore di emancipazione delle persone e di sviluppo e coesione. Per questo la lotta della CGIL contro l'articolo 8 della manovra sarà durissima. Non possiamo accettare che i lavoratori vengano spogliati di diritti fondamentali e saremo con la Fiom in piazza il 21 ottobre per dire no al "modello Marchionne" che nel settore pubblico è "il modello Brunetta".

    pubblico-e-futuro-pantaleoPantaleo ha ricordato la protesta di ieri dei giovani che vogliono riappropriarsi di quel futuro che gli è stato tolto. A questi va ridata speranza perché è stato tagliato il 90% dei fondi per il diritto allo studio e la disoccupazione giovanile è al 30%. Oggi, di fronte alla crisi bisogna creare lavoro e sviluppare solidarietà, andare cioè in senso opposto a quanto fa il governo. Oggi si salvano le banche e si scarica la crisi sulle spalle dei più deboli. Non ci stiamo e non condividiamo neppure i diktat della BCE sulle pensioni. Ci provino loro a lavorare in un asilo nido fino a 70 anni.

    La competitività e la crescita del sistema Italia - ha proseguito Pantaleo - si ottengono con l'innovazione e pensando a un nuovo modello di sviluppo. Per questo serve più stato, più intervento pubblico. Altro che sperperi e fannulloni. I servizi pubblici permettono alle persone di non sentirsi sole, permettono ai bambini e ai giovani di costruirsi un futuro. E a chi ci chiede come si finanzia tutto questo rispondiamo così: con una patrimoniale sulle grandi ricchezze, combattendo l'evasione che ci toglie 120 miliardi di euro, combattendo l'illegalità e la corruzione che ci costano 60 miliardi di euro, riducendo le spese militari. Ci sarebbero risorse per investire nell'edilizia scolastica, nel diritto allo studio, nella ricerca.

    Pantaleo ha concluso il suo intervento rivendicando la democrazia nei luoghi di lavoro e la riconquista del contratto nazionale per difendere, migliorare e valorizzare il lavoro. Senza il sindacato le condizioni dei lavoratori peggiorano. Questo è il disegno del governo. E noi non ci stiamo. Per questo ci opporremo con tutte le nostre forze a qualsiasi tentativo di non fare votare i lavoratori pubblici per eleggere le RSU. Queste elezioni, ha concluso Pantaleo, possono essere l'occasione di rilancio dell'unità sindacale che si può ricostituire solo "dal basso".

    17.25

    Da Facebook sostegno alla CGIL

    Molti i messaggi di solidarietà che stanno arrivando sulla pagina FB della CGIL Nazionale, tra i quali “non c'erano dubbi che alle nostre manifestazioni, la partecipazione fosse ottima: è sempre stato così ad ogni manifestazione indetta dalla CGIL!!!”. Inoltre, tanti i messaggi contro le politiche del governo "questo governo è contro gli uomini di buona volontà".

    Rossana Dettori, segretario generale Funzione Pubblica CGIL

    "Ancora una volta tutti insieme, ancora una volta in questa piazza a sostenere le nostre ragioni, a sostenere che il Paese ha bisogno di cambiamento". È una Rossana Dettori determinata quella che dal palco di piazza del Popolo ripercorre tre anni di manifestazioni che hanno visto protagonista proprio questo luogo. Parte dal 30 ottobre 2008 quando la Cgil, quella volta insieme a Cisl e Uil, diede vita alla più grande manifestazione di protesta dei lavoratori della conoscenza degli ultimi anni. Quella volta però, mentre dal palco si invocava l'unità sindacale, nel pomeriggio ci la firma dell'accordo separato e l'inizio del tentativo di mettere all'angolo la Cgil. Già da allora, ricorda Rossana Dettori, si intravedeva la prospettiva di un periodo lungo e duro, di lotta e di protesta. La Cgil è rimasta vicino ai cittadini e si è fatta portavoce dei diritti messi in pericolo dalle politiche di questo Governo, come il 12 giugno 2010 quando sempre su questa piazza con lo slogan, quanto mai emblematico, di FP e FLC "Tutto sulle nostre spalle", ha chiesto un cambiamento avvertendo quanto sempre più i cittadini fossero vicini alle ragioni della protesta.

    pubblico-e-futuro-dettori"Noi siamo ancora qui a protestare", continua, perché le condizioni del paese sono sempre peggiori: crisi strutturale, crisi di valori causati da un Governo egoista e inadeguato, che deve "andare a casa senza se e senza ma". I cittadini hanno capito che la Grecia è vicina e sono stanchi di una pressione fiscale rivolta sempre ai soliti noti. Rossana Dettori sottolinea quanto per la Cgil sia possibile un altro modo per uscire dalla crisi che parta proprio dal lavoro pubblico. Il welfare non è disponibile per le speculazioni. Non dimentica le donne, lo scorso febbraio protagoniste di una significativa manifestazione sempre in questa piazza, il segretario generale di FP sottolineando quanto le donne siano una ricchezza assoluta per il futuro di questo paese. E ancora ricorda come si debba fare retromarcia sul blocco dei contratti di lavoro, sulla loro centralità e sull'impossibilità di deroghe inique. La difesa del contratto di lavoro e delle RSU rappresentano il fulcro delle battaglie della Cgil. Al ministro Brunetta si ricorda che la sua riforma è fallita, e che nessuno crede più alla favola dei fannulloni anche grazie alla Cgil che è scesa in piazza per spiegare il valore del lavoro pubblico.

    Rossana Dettori conclude auspicando che questa piazza possa tornare ad essere la piazza dell'unità sindacale e che Cisl e Uil possano condividere le battaglie con la Cgil. "Senza lavoratori pubblici non c'è futuro!".

    Susanna Camusso, segretario generale CGIL

    Non ci rassegniamo a vedere affondare il nostro paese, così ha aperto Susanna Camusso l'intervento conclusivo della manifestazione. Mantenere il potere non è un elisir di lunga vita, per questo Berlusconi deve andarsene ora, perché la sua permanenza ci costa in termini economici e di immagine. Ha ricordato le donne, Camusso, che vengono offese nel corpo, nella dignità e nell'intelligenza da questo capo del governo, ha ricordato di come si sono ribellate il 13 febbraio scorso e ha invitato tutti a usare anche un linguaggio diverso.
    Non ci rassegniamo, ha proseguito Camusso, a vedere affondare i giovani lasciati senza futuro, fuori dal lavoro, costretti a vivere in famiglia perché non hanno altre chance.

    È stata durissima con il governo la segretaria generale della CGIL. Ha ricordato che il Parlamento è impegnato ogni giorno a fare leggi solo per lui, come se la Repubblica fosse una cosa privata di Berlusconi. Ma l'Italia non è un'azienda e lui non sa dirigere né l'una né l'altra.

    pubblico-e-futuro-camussoQuesto governo ha saputo creare solo ingiustizie, illegalità, divisione, disuguaglianza e solitudine. Ha umiliato il lavoro, soprattutto il lavoro pubblico. Per noi che vogliamo bene al paese, ha detto, bisogna ripartire proprio dal lavoro pubblico per rilanciare la crescita. Non c'è sviluppo con il lavoro nero, con il lavoro sommerso, con l'insicurezza, e il pensiero è andato ancora una volta a Barletta, alla tragedia evitabile se solo ci fossero stati più controlli e i controlli è il pubblico a doverli fare. Tutte le manovre finanziarie del governo, che per anni ha negato la crisi sprecando tempo prezioso, non solo sono state inefficaci ma hanno avuto il filo comune di ridurre lo Stato per risparmiare. Ma la scuola, la ricerca, la sanità, la previdenza, la giustizia, la sicurezza (tutte funzioni pubbliche) non sono un costo. Esiste una stretta relazione tra servizi pubblici che funzionano e diritti di cittadinanza tutelati dalla Costituzione. Per questo Camusso propone un "patto di cittadinanza", nel quale ognuno contribuisce in base al suo reddito e chi ha di più dà di più. Ha parlato della scuola che deve essere pubblica, nazionale e laica, solo così può garantire pari opportunità a tutti, anche a chi non è ricco di nascita. È questa la scuola che ha unito l'Italia, che ha formato i talenti che ci fanno grandi nel mondo. Dietro i tagli alla scuola pubblica si nasconde un'ideologia terribile: secessione, razzismo, xenofobia, divisione, arretramento, solitudine. Ha molto insistito Camusso su questo concetto della solitudine delle persone se si tagliano e si cancellano i servizi pubblici. Anche la CGILvuole la riforma dello Stato, ma per renderlo davvero più efficiente, davvero al servizio dei cittadini. E nel settore pubblico Camusso ha voluto includere anche i poliziotti, i magistrati, tutte categorie bistrattate e messe nelle peggiori condizioni per lavorare. Questo governo non ha fatto nulla per migliorare lo Stato, ha solo tagliato i servizi, ma non ha rinunciato a mantenere il potere di nomina negli enti pubblici né a distribuire costose consulenze.

    Lo stato, il welfare non sono costi, ma fanno bene al territorio e alle persone.
    Un governo commissariato dalla BCE che non ha avuto il coraggio e l'orgoglio, che ha avuto la Grecia, di dire di no al diktat della banca europea di intervenire sul sistema previdenziale in un modo che esclude i giovani dal lavoro e gli preclude la possibilità di accedere un giorno alla pensione.

    pubblico-e-futuro-camusso-pantaleo-dettoriIl segretario generale della CGIL ha concluso il suo intervento dicendo che una pubblica amministrazione efficiente ed efficace si ottiene anche ripristinando corrette relazioni sindacali, ripristinando la contrattazione perché non accettiamo più di essere in balia del ministro o dell'assessore di turno. A marzo si voterà per le Rsu perché così si darà voce al lavoro e si ripristinerà la democrazia.

    18.20

    Una bellissima giornata e una bellissima manifestazione che si concludono al canto di Bella ciao!

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