FLC CGIL

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Prende la parola Rino Falcone, consigliere del Ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi, che considera questa iniziativa importante perché va al di là del solo impegno sindacale per affrontare tematiche proprie dello sviluppo del Paese. Questo fa parte della storia della CGIL e del ruolo che tale organizzazione svolge da tempo. Anche le comunità scientifiche dovrebbero farsi maggiormente protagoniste.
La situazione che il Ministro ha trovato all’atto del suo insediamento nella ricerca pubblica era di assoluto declino, mentre nel resto del mondo si andava avanti.
Mille miliardi di dollari investiti in tutto il mondo per la ricerca nello scorso anno, un sistema della ricerca sempre più multipolare. Ad esempio, il Brasile investe più dell’Italia e l’Asia nel suo complesso è quella che investe di più. Va però detto che nel resto del mondo i sistemi delle imprese sono ben più presenti che non in Italia.
Il Governo ha iniziato a invertire la tendenza. Si è pensato subito al ciclo virtuoso programmazione-autonomia-valutazione.
Sulla valutazione è stato istituito l’ANVUR, purtroppo con resistenze, difficoltà burocratiche e lentezze. Ma alla fine dell’anno dovrebbe partire e, intanto, è stato comunque riattivato il CIVR per valutare le attività di ricerca del periodo 2004-2006.
I risultati delle precedenti valutazioni sono già stati usati per distribuire una parte dei fondi aggiuntivi agli enti di ricerca. La quota totale assegnata porterà ad un incremento di 40M di euro, ma forse ce ne saranno anche altri 90.
Gli enti che sono stati maggiormente beneficiati perché più sofferenti sono stati INGV e INAF. Sull’autonomia c’è la legge di riordino degli enti, una legge diversa dal passato perché non impone un’altra riforma, ma vuole dare autonomia agli enti.
Lo statuto dovrà essere preparato dalla comunità scientifica interna ed esterna agli enti.
Il Governo legifera solo su missione, organi di governo e principi che stanno alla base degli statuti.
Comunità scientifiche e sindacati devono contribuire al lavoro che il Governo si appresta a compiere.
Partirà poi il FIRST perché è quasi pronto il regolamento. Il PRIN oggi è solo un elemento di passaggio reso necessario per il blocco della Corte dei Conti a cambiamenti più decisi ed immediati.
Anche nella nomina dei nuovi vertici degli enti è prevista la partecipazione della comunità scientifica.
C’è una convinzione troppo diffusa che il finanziamento debba essere guadagnato. Occorre invece recuperare il senso del finanziamento ordinario. Le scelte di politica della ricerca vanno fatte a monte, anche sulla base dei risultati della valutazione, non da parte del mercato.
Ci deve essere un incrocio tra bottom up e top down. Le proposte della comunità scientifica sono fondamentali: possono emergere dal basso anche nuovi settori.
C’è un tavolo sulle grandi infrastrutture di ricerca, occorre costruire una road map per l’Italia, occorre selezionare aree di ricerca avanzate, far collaborare i ricercatori, ma anche avere in questo modo ricadute nel territorio. Arriveranno tanti finanziamenti, soprattutto come fondi strutturali. La rete di rilevazione INGV potrebbe entrare in questo contesto.
Sul precariato occorre andare avanti e risolvere questo problema nell’ambito del ruolo dei giovani nella ricerca.

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