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Sintesi dell'intervento di Omer Bonezzi - Presidente Proteo Fare Sapere

“Ciò che dobbiamo chiederci è se la scuola deve essere il luogo dove si acquistano pezzi di istruzione, secondo quello che sembra essere il Moratti pensiero, o un luogo di accoglienza e confronto che sia di stimolo e spinta per nuove idee e percorsi” E’ con questa domanda che Omar Bonezzi ha aperto i lavori del Convegno “Nuovi compagni di banco” organizzato dalla Cgil scuola insieme alla Cgil, a Proteo, all’Arci e alla Cgd sul tema della presenza e dell’integrazione degli alunni stranieri nelle nostre scuole. Dopo la recente diffusione dei dati dell’indagine Caritas sull’immigrazione nel nostro paese e quelli del Miur sugli alunni non italiani, dati che evidenziano come la presenza sul nostro territorio di cittadini stranieri aumenti a ritmi crescenti, si rende sempre più necessario un complessivo ripensamento della idea stessa della nostra società, nelle sue strutture, nei suoi modelli e nelle sue organizzazioni. “Non si può più pensare al fenomeno immigrazione come ad un’emergenza, ad un fatto temporaneo - ha detto Omer Bonezzi – Diventa fondamentale rielaborare il disegno della nostra società sulla base di questi profondi cambiamenti. In realtà sarebbe già sufficiente se i nostri governanti seguissero i principi fondamentali della nostra Costituzione, il principio di uguaglianza, di solidarietà, di pari opportunità, invece viene emanata una legge come la Bossi-Fini palesemente xenofoba” Non solo la politica ma anche la comunicazione attuata da questa maggioranza sembrano dirette a far leva sul sentimento di paura dell’italiano medio, evidenziando gli aspetti conflittuali e potenzialmente pericolosi della presenza di immigrati sul nostro territorio, attraverso parallelismi del tipo “islam/terrorismo”. Tutto ciò sta producendo una vera paura dell’altro, del diverso, dello straniero, visto ormai come un nemico. La vicenda del crocefisso di Ofena e le reazioni esasperate anche da parte di inimmaginabili componenti della società civile sono è fatto esemplare di quanto sta accadendo. Ma proprio dalla scuola oggi parte una risposta alternativa: nella scuola dei tagli e della riduzione del personale, nella scuola conservatrice della riforma Moratti, ci sono compagni che, con il loro impegno e la loro disponibilità, hanno dato vita ad esperienze positive e formative, sfruttando le diversità per creare percorsi di crescita e conoscenza tanto per gli alunni italiani quanto per gli alunni stranieri.