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E. Panini Segretario Generale Cgil Scuola

"Va segnalato il grande rilievo che assume la convocazione di un’assemblea unitaria dei dirigenti scolastici che mette all’ordine del giorno non solo le questioni contrattuali ma anche quelle che riguardano il destino della scuola pubblica nel nostro paese.
Se le istituzioni scolastiche autonome sono enti costituzionalmente titolari dell’erogazione di un servizio pubblico sul territorio, i loro dirigenti sono in prima linea per assicurare l’esercizio di un diritto di cittadinanza. In questo scenario istituzionale i dirigenti scolastici sono personalmente e direttamente interessati a realizzare le condizioni indispensabili all’erogazione di un servizio pubblico di qualità. In relazione a questo obiettivo è stata promossa – e va apprezzata -la raccolta delle firme sotto un appello per la scuola pubblica. Anzi è opportuno che una volta raccolte le firme siano presentate al Presidente Ciampi che più volte si è schierato a difesa della scuola di tutti e di ciascuno.
Ma questa Amministrazione e questo governo mettono le scuole e i dirigenti nelle condizioni di offrire un servizio d’istruzione di qualità sul territorio? Allo stato attuale parrebbe proprio di no: il Ministro, sin dal suo insediamento (vedi lettera inviata al suo collega dell’Economia giànell’Agosto 2001) ha proclamato la necessità di tagliare tutti i “rami secchi” di un sistema d’istruzione capace solo di “dissipare” risorse. Oggi non riesce ad ottenere neanche la certificazione dei risparmi realizzati sulla pelle dei lavoratori della scuola e dei cittadini tutti.
Solo le organizzazioni confederali hanno promosso iniziative orientate a difendere contestualmente il servizio pubblico e le condizioni di lavoro del personale, assegnando ai dirigenti scolastici un ruolo decisivo nella battaglia per la difesa di diritti costituzionalmente garantiti; noi non ci rassegniamo ai tagli agli organici che vanificano il ruolo dei dirigenti scolastici, lasciati soli in prima linea a rispondere di responsabilità di altri. Né intendiamo proporre una soluzione delle questioni contrattuali arretrata e contraria agli interessi dei dirigenti scolastici e della scuola tutta, quale è la richiesta dell’indennità di vacanza contrattuale.
L’istituto della vacanza contrattuale, infatti, significa di fatto saltare un biennio contrattuale (2002/2003) senza ottenere benefici significativi sul piano economico, ma soprattutto rinunciare ad affrontare e risolvere questioni rilevanti di status professionale. Diventerebbe in tal improbabile ottenere l’allineamento agli stipendi della dirigenza pubblica. Va inoltrecontrattato un sistema equo di valutazione deidei dirigenti scolasticiche riconosca la funzione di chi è il primo responsabile di un servizio istituzionale la sua autonomia professionale e la libertà di decidere, d’intesa con gli organi collegiali, le specificità del piano dell’offerta formativa, nel rispetto di standard nazionali vincolanti per tutti. Idirigenti scolastici devono difendere le scuole da qualsiasi forma di controllo politico e di subordinazione che le costringa a derogare dai propri obblighi istituzionali. Le prospettive future sono di lotta, e non escludono losciopero in assenza di risposte significativeda parte dell’amministrazione.

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