Sui lettori di madrelingua straniera un decreto burla per trarre in inganno
Apprendiamo dal sito del governo che il Consiglio dei Ministri n. 51 del 29 marzo 2006 ha approvato un Decreto Legge d’urgenza sui lettori di madrelingua straniera. Mentre scriviamo il decreto non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Questo provvedimento e citiamo quindi dal sito: …
”un decreto-legge che sana, a fini economici, la posizione dei collaboratori linguistici (ex-lettori di madre lingua straniera) delle Università degli studi della Basilicata, di Milano, Palermo, Pisa, Roma- La Sapienza, Napoli–L’Orientale, già titolari di un contratto di diritto privato stipulato ai sensi della vigente disciplina sull’insegnamento universitario, mediante l’attribuzione del trattamento economico di ricercatore a tempo pieno, accogliendo un indirizzo espresso in sede comunitaria; [omissis]”
risulta essere l’ennesimo “escamotage” per ingannare la Corte di Giustizia Europea e per evitare delle sanzioni, che si aspettano a breve, pari a 256.500 euro al giorno per non aver applicato la sentenza del 2001 della Corte sui lettori di lingua straniera.
Il governo di Berlusconi fa ancora finta di non capire la lingua dell’Europa e sembra che non capisca neanche quella di due sentenze della Cassazione italiana del 13 ottobre 2004 e del 21 gennaio 2005 che ribadiscono che il trattamento economico prospettato nella legge 63 del 5 marzo 2004 di questo governo che riguarda solo sei atenei, deve coerentemente essere attribuito a tutti gli appartenenti alla stessa categoria in tutte le Università italiane. Inoltre, la Cassazione ribadisce che la legge non applica completamente e correttamente la sentenza della Corte in quanto: “il nuovo inquadramento non è conforme alla sentenza della Corte, il divieto di esercitare la funzione docente è in contrasto con l’attuale situazione nelle università italiane e pregiudica l’attuale funzione e status dei lettori ed infine la legge non affronta il tema dei pagamenti arretrati e dei contributi di sicurezza sociale”.
Insomma, questo Governo non sente ragione e in un momento in cui le camere sono sciolte, ecco che emana un decreto legge! Ci chiediamo da trasmettere a chi? Con tutti i problemi che sta attraversando l’Italia e con tutte le difficoltà che questo paese deve affrontare, con una campagna elettorale infinita e straziante, il nostro governo intende forse riunire le camere entro 5 giorni per convertire il decreto come prevede la Costituzione?
Bruciante è la beffa per i lettori che vedono, ancora una volta, il governo Berlusconi trattare questa questione come un gioco degli inganni, in totale mancanza di rispetto per una categoria di lavoratori che svolgono attività didattica nelle università italiane da più di quindici anni, per il Paese e per l’Europa di cui ancora, per fortuna e suo malgrado, facciamo parte.
Roma, 31 marzo 2006
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