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Valutazione: incontro al Miur sulla sperimentazione

Slitta al 7 febbraio il termine per le delibere di adesione dei collegi. Si estende la sperimentazione a Milano e a Cagliari

21/12/2010
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Ad oltre un mese di distanza dall'incontro con il Ministro Gelmini e dopo che si è già proceduto alla presentazione dei contenuti delle sperimentazioni alle scuole, il Miur ha finalmente convocato le organizzazioni sindacali sulla sperimentazione della valutazione di scuola e dei singoli docenti.

Durante l'incontro, che si è svolto ieri, 20 dicembre e al quale erano presenti alcuni componenti del Comitato Tecnico Scientifico, ci è stato comunicato che il  termine per l'adesione alla sperimentazione da parte delle singole scuole è slittato al 7 febbraio prossimo, che la sperimentazione della valutazione dei docenti sarà estesa alla provincia di Milano e che alla provincia di Cagliari sarà estesa la sperimentazione della valutazione di scuola.

Considerazioni preliminari

La FLC CGIL, in primis, ha sottolineato le criticità di metodo. L'incontro è tardivo rispetto alla presentazione fatta alle scuole e questo aspetto svuota di senso il significato del tavolo tecnico e il ruolo delle organizzazioni sindacali.

Abbiamo poi esposto alcune considerazioni generali sui progetti di sperimentazione.

  • Fare una classifica - delle scuole così come dei  docenti-  migliori è un errore. Risponde all’idea di fondo  che la concorrenza e la competizione favoriscano  il miglioramento del sistema. E’ un’idea che riteniamo  infondata , sbagliata  e che non può funzionare in un contesto dove ad essere  determinanti per l’efficacia del lavoro sono  la collegialità, il lavoro di team, la dimensione gruppale e collettiva
  • Le scuole e i docenti non hanno alcun ruolo nella definizione dei progetti. Il MIUR parla di condivisione, ma la intende come semplice informazione
  • I progetti toccano aspetti contrattuali (retribuzione, carriere) che sono competenza esclusiva della contrattazione e che quindi vanno espunti

Nel merito delle proposte riteniamo importante distinguere tra valutazione di sistema, valutazione di scuola e valutazione individuale di docenti.

La FLC ritiene necessaria la valutazione finalizzata al miglioramento del sistema scolastico: essa  è importante per correggere le criticità e offrire una offerta formativa migliore.

L’istruzione, infatti, è un bene comune da salvaguardare e garantire a tutti. La scuola pubblica ha come fine istituzionale primario quello di formare cittadini consapevoli dei propri doveri e in grado di esigere i propri diritti. In questa idea di scuola e di conoscenza si radica  la natura confederale della nostra organizzazione. Non solo perciò  non ci sottraiamo alla valutazione del sistema scolastico,  ma la consideriamo  espressione   dell'etica della responsabilità ed elemento qualificante  della rendicontazione sociale. La valutazione di sistema consente di responsabilizzare i decisori politici, li chiama a valutare l'effetto delle scelte  di politica scolastica  le quali concorrono a determinare  che cosa si impara nelle scuole, le condizioni e la struttura del sistema, le risorse messe in campo. E’ la politica scolastica a disegnare lo sfondo e le condizioni all’interno delle quali gli insegnanti operano trasmettendo e costruendo sapere e cultura.

Il percorso sulla valutazione di scuola

Su questo percorso il giudizio della  FLC è articolato. Ne apprezziamo la triennalità perché siamo consapevoli che processi seri di valutazione debbono insistere su un arco temporale significativo. Ne apprezziamo l’oggetto, ovvero le scuole, ciascuna considerata  nel complesso delle diverse dimensioni organizzative, relazionali, gestionali e didattiche.

Il percorso presenta  tuttavia  degli elementi che riteniamo  non condivisibili,  sui quali avevamo chiesto che si aprisse un tavolo vero di confronto, ma la richiesta non è stata accolta. Innanzitutto riteniamo tra loro incompatibili due delle finalità indicate: se si tende al miglioramento del servizio e a fornire elementi di conoscenza per interventi correttivi sia di carattere strutturale sia di carattere professionale, non si può contemporaneamente puntare ad una graduatoria delle scuole. Si sa infatti che quest’ultima più che  promuovere virtuosi processi di miglioramento, rischia di determinare uno spostamento dell’utenza verso le scuole con le migliori posizioni in classifica  con conseguente abbandono delle altre, verosimilmente collocate proprio in contesti sociali e territoriali difficili che maggiormente abbisognano di scuole di qualità.

Inoltre rileviamo che il peso attribuito al delta degli apprendimenti sia eccessivo in rapporto agli altri parametri  considerati (contesto sociale, economico). Vanno infatti adeguatamente valutate tutte le determinanti dell’apprendimento.

Il percorso sulla Valutazione dei Docenti 

La FLC ha già dichiarato in occasione dell'incontro con il Ministro che questo percorso è inaccettabile. E’ una posizione che manteniamo.

Consideriamo  sommamente negativa qualsiasi graduatoria pubblica dei “bravi docenti”.

Peraltro non sono stati ancora chiariti diversi punti cruciali del progetto.

Quali sono le “qualità desiderabili” del docente? A quale profilo professionale ci si riferisce?

Anche per quanto riguarda gli strumenti nulla è stato chiarito. Non si sa che   cosa dovrà contenere il curriculum vitae e che cosa  il documento di autovalutazione. Informazioni su questi aspetti dovrebbero essere oggetto di un prossimo incontro, previsto per l’11 gennaio prossimo.

Sono poi previste le   indagini di gradimento che qualificherebbero la sperimentazione poiché renderebbero tout court non autoreferenziale la valutazione. Noi ci chiediamo piuttosto se e come si intenda far fronte al rischio di innescare meccanismi di captatio benevolentiae, con conseguenti distorsioni della relazione educativa tra docente, studenti e famiglie.

La professionalità docente si esercita in un sistema complesso di relazioni in cui numerose variabili interagiscono a determinare gli esiti finali. Ridurre la valutazione di questo processo all’operato individuale del singolo docente, alla percezione che egli ha di se stesso e al gradimento che egli gode presso il “pubblico”, studenti e genitori, è una semplificazione propria della demagogia della performance individuale. Nulla ci è dato sapere, ad oggi, su come possano essere rese comparabili performance assai diverse, non solo a causa delle caratteristiche individuali dei docenti, ma in relazione a molte altre variabili, basti pensare all’ordine di scuola, o alla  materia o area disciplinare insegnata.

Valutiamo negativamente anche il previsto nucleo valutativo interno. La sua costituzione non potrà che riverberarsi negativamente sul clima di scuola.

Ricordiamo che già un anno fa abbiamo inviato al MIUR  la nostra piattaforma contrattuale all’interno della quale c’è una proposta di valorizzazione professionale molto articolata, validata da una tornata di assemblee svolte in tutto il territorio nazionale nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla quale si sarebbero potuti trarre utili stimoli anche per la sperimentazione che si vuole avviare e che tuttavia  viene semplicemente ignorata.

A questo punto possiamo solo ribadire che riteniamo irricevibile il progetto di sperimentazione della valutazione dei docenti e che chiediamo di ritirarlo.

Sperimentazione sulla valutazione e attuazione del Decreto Brunetta: quale rapporto?

 Un nodo che non è stato sciolto nel corso della riunione riguarda il  rapporto tra questi percorsi di valutazione e il DPCM sulla applicazione al personale docente del “decreto Brunetta”.  DPCM  che, nel corso della riunione, è stato più volte evocato, dato  come imminente o addirittura come già firmato.

E’ di tutta evidenza che il decreto Brunetta non tiene in alcun conto la specificità della scuola e che bypassa quell’elemento  elemento fondante  della professionalità docente che è la libertà di insegnamento. Qualunque sperimentazione finalizzata all'applicazione di quel decreto rappresenta un vulnus insuperabile.

Va tenuto in debito conto, allo stesso tempo, che i contratti sono bloccati così come gli scatti di anzianità di tutto il personale della scuola. In questo contesto,  disegnare  un quadro in cui a regime non si prevede alcun avanzamento automatico e qualunque incremento viene rimesso all'applicazione della cosiddetta meritocrazia, è per la FLC del tutto inaccettabile

Promuovere dibattito nel Paese

Siamo invece convinti che il tema della valutazione di sistema, delle scuole, dei docenti  debba essere oggetto di un grande dibattito.  Certo si tratta di una questione che non può rimanere confinata nella discussione di sei province italiane. Avrebbe dovuto essere il MIUR ad aprire con la gente della scuola tutta questa discussione, ma si è ben guardato dal farlo. Noi non ci stancheremo di ripetere che questo tema non appartiene né alle organizzazioni sindacali né alle forze politiche: appartiene al paese e riguarda tutti. Per questo la FLC è impegnata a far sì che esso sia l’oggetto di un grande dibattito. Gli Stati generali saranno un’occasione per riaffermarlo.

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