Una prima valutazione sulla scuola
Apprezzamento per le dichiarazioni del nuovo Ministro dell’Istruzione. Per la FLC è indispensabile il coinvolgimento e la condivisione del personale della scuola e di tutti i soggetti interessati nelle scelte di politica scolastica.
Le prime dichiarazioni del nuovo Ministro dell'Istruzione, all'indomani del suo insediamento, paiono positive e condivisibili.
La scelta di partecipare alla marcia di Barbiana, di valorizzare l'insegnamento di Don Milani; le dichiarazioni in sostegno della scuola pubblica; financo la decisione di ripristinare il nome del Ministero, recuperando la dizione "Pubblica Istruzione", hanno il segno di una volontà politica per noi positiva.
Non ci nascondiamo che, tra metodo e merito, il cammino del nuovo Governo sarà irto di difficoltà e che saranno i fatti, e la loro qualità, a dare il segno reale delle volontà in campo.
Sul piano del metodo, sarà necessario rendere visibile la volontà di coinvolgere in ogni intervento il personale della scuola, quel milione e oltre di persone che in questi anni hanno messo in gioco se stessi, non per una scelta politica di parte: ma per la volontà determinata di proteggere le loro istituzioni e la loro dignità da controriforme offensive e umilianti.
A queste persone va data una risposta, da parte della politica, in termini di assunzione comune di scelte e responsabilità, attraverso percorsi di scelta condivisa con chi quotidianamente opera nelle istituzioni formative.
Sul piano del merito, ribadiamo le priorità che la FLC Cgil ha già meditatamente esposto nel suo Programma, e che attengono sia all'immediato sia al medio- lungo periodo.
Nell'immediato chiediamo interventi urgenti, per la secondaria, sia sulla sospensione del decreto sulla secondaria superiore, che dispiegherebbe i suoi effetti negativi con la separazione dei percorsi formativi già dai prossimi mesi, sia sul ripristino dei componenti esterni nelle Commissioni per la maturità.
Per la scuola dell’infanzia, elementare e media chiediamo il ritiro delle Indicazioni nazionali, con tutti i prodotti correlati, e delle norme sugli anticipi.
Si tratta di pure urgenze temporali, legate ai tempi dei decreti e all'operare quotidiano, che non intendono in alcun modo mettere in ombra la priorità degli interventi di cancellazione della Legge 53 e di sua sostituzione con alcuni provvedimenti-obiettivo in grado di determinare un nuovo equilibrio nel sistema scolastico pubblico.
Abbiamo consapevolezza del quadro di difficoltà di finanza pubblica; e proprio per questo, chiediamo al nuovo Ministro di costruire un'agenda che consideri il ridisegno istituzionale del sistema di istruzione a partire dalla cancellazione delle norme della Legge 53, inutili e dannose.
Rifinanziamento del sistema di istruzione pubblico, soluzione del precariato strutturale, costruzione di una nuova leva di docenti motivati anche attraverso un riconoscimento economico adeguato al ruolo, autonomia del sistema in un quadro di garanzia nazionale della qualità e dell'omogeneità dell'offerta, valutazione trasparente dell'efficacia delle istituzioni: queste sono secondo noi le coordinate principali di intervento che il nuovo Governo dovrebbe assumere.
Su queste coordinate, a partire dal DPEF e dalla prossima Finanziaria, attendiamo risposte misurabili e inequivoche.
Roma, 29 maggio 2006
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