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Sul contratto dei dirigenti scolastici: vaneggiamenti e fatti

La trattativa contrattuale per i Dirigenti Scolastici può entrare nella fase della stretta finale.

05/05/2001
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La trattativa contrattuale per i Dirigenti Scolastici può entrare nella fase della stretta finale.Da troppo tempo stiamo attendendo i benefici economici e normativi che spettano ad un'area di professionisti impegnati in prima linea sul piano delle riforme e dell'innovazione.I Dirigenti Scolastici sono stati e sono fra i più convinti sostenitori di una radicale trasformazione della struttura della scuola italiana. Inoltre, essi sono stati fra i più convinti fautori dell'autonomia scolastica introdotta dal Governo e dal Parlamento, dopo che una precedente delega sulla materia fu fatta decadere da un precedente governo.Quell'atto ritardò di molto il processo riformatore e ritardò fra l'altro l'acquisizione della Dirigenza scolastica.Uno dei primi atti, nell'ambito del processo di riforma della scuola, è stato proprio quello del riconoscimento della Dirigenza a Direttori e Presidi.Le vicende politiche e sindacali hanno, peraltro, portato all'apertura del contratto con grave ritardo: cosa che non abbiamo mancato di denunciare e contro la quale abbiamo partecipato a due scioperi proclamati dalle Organizzazioni Sindacali confederali.La posta finanziaria per il contratto della V area Dirigenziale Scolastica è stata giudicata insufficiente e, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, ad un tavolo di confronto politico abbiamo acquisito un ulteriore finanziamento. Le risorse a disposizione consentono di operare in maniera dignitosa per avvicinarci al pieno allineamento retributivo alle altre Dirigenze pubbliche che è obiettivo da acquisire compiutamente il primo gennaio del 2002.Su questo versante abbiamo un documento politico sottoscritto dal competente Ministro della Repubblica, il Ministro della Funzione Pubblica, che, in maniera non equivoca, accompagna allo stanziamento di una ulteriore posta finanziaria l'assicurazione che l'allineamento si realizzerà con un impegno verificabile già nella predisposizione del DPEF di giugno 2001 e, successivamente, con la Finanziaria per il 2002.L'affidabilità di chi è stato il promotore della Riforma che ha avviato l'autonomia e ha portato all'acquisizione della Dirigenza è, per chiunque voglia ragionare con animo sgombro da pregiudizi di schieramento elettorale, senz'altro più alta di chi, pur avendo a disposizione la delega (come abbiamo già ricordato) l'ha lasciata decadere per non toccare la suscettibilità di questa o quella corporazione. Vorremmo vedere un Governo, dopo il 13 maggio, che smentisce questo impegno!!Su questo tutti i colleghi Dirigenti Scolastici hanno ampia materia per riflettere. Una ragione fondamentale che consiglia di arrivare ad una rapida intesa contrattuale è quella di dotare la nuova Dirigenza degli strumenti con i quali possa confrontarsi ad "armi" pari con tutti gli interlocutori.Il Contratto è uno di questi strumenti. Al tavolo contrattuale chi, e fra questi la CGIL Scuola, ha della Dirigenza di scuola un autentico rispetto e un autentico desiderio di connotarla di autonomia in quanto promotrice dei diritti costituzionalmente tutelati (il diritto all'apprendimento, la libertà di insegnamento, la libertà di scelta educativa delle famiglie) ha proposto di mettere al primo posto questo connotato forte della Dirigenza scolastica, l'autonomia dello stesso Dirigente contro la gerarchia.Con il significato che la Dirigenza di scuola non dipende da gerarchie interne (Direttori Regionali) o esterne (Assessori Regionali), soprattutto in presenza di riforme federaliste che potrebbero intaccare l'autonomia della scuole.E sappiamo bene che oggi c'è chi propone (Forza Italia, Confindustria, ANP) che i docenti siano reclutati dalle singole scuole, magari alimentate dal buono scuola gestito dalle Regioni proposto da Forza Italia e da Confindustria, e che siano sempre i Consigli di Amministrazione delle scuole a "chiamare" i Dirigenti Scolastici (Forza Italia, Confindustria).I Dirigenti Scolastici, in questa situazione, non possono essere lasciati senza Contratto e senza garanzie. Per questo si deve fare ogni sforzo perché esso si chiuda con il massimo vantaggio ottenibile sul piano giuridico ed economico.Abbiamo letto che il presidente di un Sindacato si è rivolto ai candidati premier per farsi promettere in campagna elettorale i fondi che mancano per il raggiungimento dell'allineamento (cioè gli stessi sui quali già esiste un impegno preciso di questo Governo). Abbiamo letto che un candidato premier, non direttamente, ma per interposte persone, ha fatto promesse in tal senso.Ognuno è libero di dare credito a chi vuol dare credito. Per quanto ci riguarda, sotto questo profilo, ci pare di aver ricevuto impegni politici e non promesse elettorali.E la CGIL Scuola è abituata a ragionare sugli impegni politici senza fare sconti a nessun governo, a nessun partito, a nessuna maggioranza. La CGIL scuola, in questa legislatura appena conclusa come nelle precedenti legislature, ha fatto il suo mestiere di forza sindacale autonoma, che avanza proposte, che scende in lotta, che stringe le controparti sul merito dei problemi.Sempre lo stesso presidente dello stesso Sindacato ha rivolto una lettera aperta ai Colleghi Dirigenti Scolastici per rappresentare il proprio punto di vista in materia di trattativa contrattuale.La lettera, aperta in quanto a carattere di pubblicità, è invece chiusa nella saccenteria (di chi scopre e spiega i fondamentali della negoziazione), nella supponenza (di chi mostra di avere granitiche certezze anche sul futuro - si veda la inossidabile convinzione che quanto è stato stanziato rimane lì ad aspettare altri fondi che immancabilmente si aggiungeranno), nell'insulto (nell'accusare i sindacati che non la pensano come lo scrivente presidente di "fare da spalla" al Padrone - ma chi fa in materia scolastica le stesse proposte della Confindustria ?).Una informazione che possiamo dare al presidente scrivente è che gli associati delle sigle sindacali che non la pensano come lui hanno ampiamente manifestato l'intenzione politica di chiudere al meglio il contratto alle condizioni oggi acquisite e date.Nella sua lettera il Presidente usa una terminologia quale (scegliendo fior da fiore): "fare da spalla" alla controparte, "mezzi dirigenti", "stupidi", "svendere per un piatto di lenticchie", "poveracci", "ingenui", "figli di un Dio minore", "elemosina", "elargizione caritatevole", "forza che si dice sindacale", "arrendevolezza psicologica e contrattuale", "cedimento", "a condizione da saldi", "non sappiamo attribuire valore a ciò che facciamo", "fate di noi quello che volete", "accettiamo che ci si manchi di rispetto".Adoperare questa terminologia, certo sotto la forma delle figure retoriche, pensando di colpire i Dirigenti sindacali che non la pensano come il presidente scrivente, vuol dire in realtà colpire tutti i Dirigenti Scolastici che vogliono un Contratto alle condizioni possibili. Questi termini tradiscono una cultura del confronto politico che pensavamo appartenesse al passato e che, invece, scopriamo con stupore, viene gelosamente custodita in bagagli che si credevano moderni e che invece sono antiche e logore bisacce. Dio ci scampi dalla supponenza e dall'arroganza!

Armando Catalano

Roma, 5 maggio 2001

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