Secondo ciclo. Secondo incontro sulle linee guida per l'obbligo
A fine mese gli atti normativi sulle linee guida per l’innalzamento dell’obbligo o su parte di esse. Entro fine anno il framework europeo sulla certificazione delle competenze. Ancora interlocutorio l’incontro odierno.
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Ieri 17 ottobre, si è tenuto il secondo incontro tra Ministero della Pubblica Istruzione e sindacati sulle linee guida relative all’innalzamento dell’obbligo scolastico. Nel precedente incontro il Ministero si era limitato a dichiarare le sue intenzioni circa le modalità organizzative per la formazione dei docenti.
L’incontro odierno ha ripreso tale argomento, ma ne ha affrontati anche altri quali le questioni dei percorsi e dei progetti per contrastare la dispersione (previsti dal comma 622 della passata finanziaria) e della certificazione dei percorsi, ma la riunione si è svolta ancora senza un testo scritto su cui misurarsi. La promessa del Ministero è comunque quella di uscire pubblicamente alla fine del mese con un atto normativo.
Formazione degli insegnanti
Il Ministero ha detto di avere accolto le obiezioni che in maniera convergente le organizzazioni sindacali avevano inviato per iscritto dopo lo scorso incontro. Ha confermato la disponibilità di un fondo complessivo di circa 30 milioni di euro. Ha proposto ai sindacati una serie di incontri periodici per seguire l’andamento della cosa, così come ha promesso il coinvolgimento a livello di scuola delle RSU su tutte le questioni di loro pertinenza. Ha insistito sugli aspetti formativi in quanto il passaggio ad un lavoro sulle competenze implica un modo decisamente diverso di fare scuola e un lavoro collettivo da parte dei docenti.
Tra i temi su cui ragionare sono stati accennati la relazione tra competenze e saperi, tra competenze e curricolo, la continuità del curricolo verticale dai 3 ai 16 anni (è stato già costituito un gruppo tecnico ministeriale per i collegamenti tra primo ciclo e biennio obbligatorio), l’attenzione agli stili cognitivi.
Allo stesso modo ha preventivato il coinvolgimento della neocostituita Agenzia per l’Autonomia Scolastica (ex INDIRE ed ex IRRE).
Percorsi e progetti antidispersione.
Il testo della finanziaria al comma 622 prevede il ricorso ad enti accreditati per le iniziative antidispersione (una scelta, ricordiamo, che la FLC Cgil aveva comunque criticato). Il ministero su ciò sta definendo dei criteri per l’accreditamento che dovranno essere verificati prossimamente nella Conferenza Stato-Regioni. Tra i criteri il Ministero prevede che siano previste alcune caratteristiche, come l’essere un ente non a fini di lucro, in regola con i contratti di lavoro della formazione professionale, con personale abilitato all’insegnamento e non semplicemente laureato (anche se nella prima fase bisognerà prevedere su ciò un regime transitorio) e con strutture adeguate. Su tali criteri, ha preavvertito il Ministero, potrebbero sorgere problemi sia perché l’essere un ente non a fini di lucro non è un requisito previsto dalle norme UE (si prevede che solo i corsi non lo siano, non gli enti), sia perché la regione Lombardia, che, come si sa ha varato una legge propria, ha già deciso di dotarsi, autonomamente e in polemica col Ministero, di criteri propri.
Con tale operazione dovrebbero comunque andare a termine i percorsi triennali dell’accordo Stato-Regioni (ferma restando la loro conclusione per gli alunni nel percorso), mentre per il passaggio dell’età minima per accedere all’educazione degli adulti dai 15 anni di età ai 16 anni il Ministero propone di usare lo spartiacque del 31 di agosto p.v.
Certificazioni.
Entro il 31 dicembre p.v. dovrebbe uscire il
framework europeo per la certificazione delle competenze a cui dovrebbero conformarsi tutte le certificazioni nazionali per rendere equiparabili e spendibili in ogni paese dell’Unione le qualifiche ottenute. Fino a quel momento il Ministero reputa inutile pronunciarsi su un modello. Pertanto le scuole dovranno per il momento industriarsi sulla base del testo che riporterà le indicazioni europee finora emanate. che il Ministero si appresta a distribuire copiosamente in tutte le scuole secondarie di secondo grado, e con la costituzione della
task force di scuola (6 docenti per ogni scuola) già delineata nello scorso incontro.
Le osservazioni della FLC Cgil.
Relativamente al delicato tema delle iniziative contro la dispersione la FLC Cgil, che continua ad essere non favorevole a logiche di delega del problema all’esterno, ha sottolineato come il concorso degli enti esterni alla soluzione del problema non debba sottrarre alla scuola la titolarità formativa nella programmazione e quella giuridica nel rilascio delle certificazioni.
Relativamente al problema dell’educazione degli adulti la FLC Cgil si è pronunciata contro qualsiasi differimento del passaggio dell’età minima per l’accesso ai 16 anni, in quanto questo dovrebbe di norma coincidere con l’avvio dell’innalzamento dell’obbligo stesso.
Relativamente all’introduzione delle tematiche relative ad una pratica scolastica rivolta alle competenze la FLC Cgil ha messo in luce la contraddizione con altre indicazioni che contemporaneamente escono dal Ministero, quali quelle sul recupero dei debiti, che, declinate in maniera troppo disciplinarista e sommativa, rischiano di mandare ai docenti un messaggio opposto e più prescrittivo.
Roma, 18 ottobre 2007
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