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Elezioni RSU 2015 all’estero: fai la scuola giusta

Si vota anche nelle istituzioni scolastiche all’estero. Le proposte della FLC CGIL, dignità, valorizzazione, trasparenza.

26/01/2015
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Il 3, 4 e 5 marzo 2015 si vota per le RSU anche nelle istituzioni scolastiche all’estero, ma rispetto alle precedenti elezioni si è contratta la platea degli aventi diritto al voto anche per effetto delle sciaguratissime politiche dei tagli portati avanti dai diversi governi.

Questa volta possono partecipare al voto, anche come candidati, i docenti e gli Ata con contratto a tempo determinato. Risultato ottenuto grazie alla FLC CGIL che da sempre si batte per la parità di trattamento tra personale a tempo determinato con quello a tempo indeterminato.

Perché votare per le RSU all’estero?

All’estero come in Italia le RSU sono uno strumento per migliorare le condizioni concrete di lavoro, arginare la discrezionalità e la mancanza di trasparenza, partecipare alle scelte di politica scolastica sul territorio.

Perché votare per le liste FLC CGIL all’estero?

La FLC CGIL reclama da sempre la piena attuazione dell’autonomia didattica, organizzativa ed economica alle scuole all’estero; è favorevole alla creazione di reti tra le varie agenzie educative presenti sui territori, ma sostiene con convinzione la centralità strategica dell’intervento pubblico.

La FLC CGIL chiede la piena applicazione dei diritti al personale docente e ATA all’estero, sia a tempo indeterminato che determinato, in materia di assenze, congedi parentali, ferie, permessi e diritto allo studio e formazione in servizio.

La FLC CGIL sollecita la definizione della parità di trattamento economico, retributivo e previdenziale del personale supplente; chiede il pieno riconoscimento per tutti dell’I.I.S. nella retribuzione tabellare e l’applicazione automatica del meccanismo di supervalutazione del servizio all’estero.

La FLC CGIL chiede che la destinazione all’estero, in quanto mobilità professionale, sia regolata dalla contrattazione collettiva e non per via legislativa: servono nuove modalità di accertamento e valutazione dei requisiti per la destinazione all’estero; è urgente la revisione dei periodi e della durata di permanenza all’estero, passando dagli attuali 9 anni a 2 periodi, di 7 o 9 anni, necessariamente intervallati da un periodo di 3 anni in Italia; è fondamentale la concertazione dell’entità del contingente del personale (organico), sulla base di dati certi e criteri oggettivi che permettano una razionale programmazione triennale di invio all’estero.

Questi sono i nostri impegni, da sostenere e ribadire chiedendo con forza il rinnovo del contratto, anche per la parte estero, e una riforma ragionata  dell’intero sistema educativo italiano all’estero.

E questi sono gli obiettivi che intendiamo perseguire.

  1. Difendere la qualità e la dignità del nostro lavoro
  2. fermare ogni forma di discrezionalità e autoritarismo
  3. valorizzare la nostra professionalità
  4. ottenere riforme e investimenti coerenti con le nostre battaglie e farci sentire orgogliosi di lavorare nelle scuole e istituzioni pubbliche italiane all’estero.

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