
Scuola primaria: i nodi vengono al pettine. Alle famiglie italiane non verrà garantito il tempo scuola che hanno scelto. E intanto anche il tempo pieno viene messo in discussione
Il Miur non vuole rendere pubblici i dati relativi alla scelta del tempo scuola nella primaria. La FLC avvia quindi l'operazione trasparenza, pubblicando i dati in suo possesso.


A pochi giorni dalla chiusura delle funzioni per la determinazione degli organici della scuola primaria, il Miur non ha ancora reso noto il dato relativo alla domanda di tempo scuola delle famiglie italiane. Nonostante le reiterate richieste della FLC CGIL, questi numeri rimangono misteriosi. Il motivo è presto detto.
Per il secondo anno consecutivo le famiglie italiane hanno bocciato il modello Gelmini, vale a dire l’opzione 24/27 ore, privilegiando il tempo scuola a 30 ore o il modello del tempo pieno. I dati provvisori in nostro possesso indicano un aumento di richieste di tempo pieno, anche nelle regioni dove tradizionalmente è meno diffuso: in Campania ad esempio la richiesta è esattamente il doppio, rispetto alle classi attualmente funzionanti. Nella provincia di Firenze non sono state accolte 75 richieste di classi a tempo pieno in più. In Lombardia il 52,47% e in Emilia Romagna il 45,29% delle richieste delle famiglie hanno privilegiato il modello a tempo pieno, con un incremento, rispetto alle classi attualmente funzionanti, rispettivamente del 7% e del 2%. Richieste di incremento che ovviamente non potranno essere soddisfatte. Lo stesso sta avvenendo nel Lazio con quasi 4000 richieste di tempo pieno non soddisfatte.
La possibilità inoltre di garantire le 30 ore settimanali sta diventando una mera chimera: infatti il Ministro attribuirà per il secondo anno consecutivo personale alle scuole solo per 27 ore. L’impossibilità quindi di conciliare organico e richieste ci viene segnalata ovunque in Italia. Drammatica la situazione della Sicilia dove il numero di posti tagliati è altissimo e dove le famiglie per la quasi totalità hanno scelto il modello delle 30 ore.
Come fare per coprire il tempo mancante, premesso che le compresenze (poche) rimaste vengono definitivamente tagliate? Qualche zelante e creativo funzionario provinciale, ha ben pensato di attingere alla dotazione del tempo pieno o dei CTP per ricavare qualche posto in più, contravvenendo quindi a quanto stabilito sia dalla circolare sugli organici 2010/2011 che dal Regolamento.
Ma la coperta è corta e non serve tirarla da tutte le parti: la verità è che il Ministro Gelmini non può garantire il tempo scuola richiesto dalle famiglie, avendo scientemente deciso di smantellare la scuola primaria per pagare il tributo dovuto a Tremonti.
Anche per questo, la FLC ha messo in campo una serie di iniziative di mobilitazione: infatti la qualità della scuola pubblica e il diritto all’istruzione, pregiudicati gravemente dalle iniziative di questo Ministro, rappresentano per la nostra organizzazione un diritto essenziale di cittadinanza da difendere e tutelare.
Pubblichiamo, tra i dati in nostro possesso, la situazione di due regioni, Lazio ed Emilia Romagna e di due province, Pordenone ed Arezzo.
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