Scuola in ospedale e a domicilio: il MIUR fornisce alcuni chiarimenti e ripartisce i fondi 2013
Ennesimo ritardo del MIUR nell’attribuzione delle risorse (scarse) recuperate dalla legge 440/97.
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C’è una "scuola fatta fuori dalla scuola" che è molto importante. Si fa in ospedale e/o a casa per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze temporaneamente impediti a frequentare la scuola per motivi di salute.
Non si tratta solo di un insieme di azioni meritevoli. Si tratta in primis e soprattutto di un’offerta formativa che a quei ragazzi spetta di diritto; di un "servizio pubblico e dovuto, già richiamato dalla nostra Costituzione", come rammenta la nota 1586 dell'11 marzo 2014 "Indicazioni operative per la gestione degli interventi relativi alla scuola in ospedale e a domicilio. Assegnazione risorse finanziarie per la scuola i ospedale e l’istruzione domiciliare, per l’anno scolastico 2013-2014 (D.M. n.821/2013, art. 8- A.F. 2013)". Questi due ultimi punti rivelano la preoccupazione, se non la consapevolezza, che le risorse finanziarie dedicate, raffrontate al fabbisogno, risultano essere scarse. Vogliamo sottolineare inoltre il ritardo con cui vengono trasmessi i fondi, tratti dalla legge 440/97 (autonomia scolastica). Infatti il riparto oggetto della nota ministeriale riguarda l’anno finanziario 2013. Ricordiamo inoltre che la 440/97 che è stata abbondantemente falcidiata (oltre il 70%) in questi anni, rappresenta insieme al FIS una delle poche poste finanziarie che ha garantito l’attuazione dei Pof di istituto.
La nota prosegue sintetizzando caratteristiche e finalità del servizio, con particolare riguardo alla valutazione degli alunni. Riserva poi grande attenzione al ruolo del dirigente scolastico della scuola con sezione ospedaliera, richiamandone le funzioni sia rispetto alla cura della documentazione delle attività svolte e del passaggio di informazioni tra scuola in ospedale e scuola di provenienza degli alunni, anche attraverso l’utilizzo del registro elettronico, sia rispetto alla necessità di garantire la presenza delle discipline fondamentali del curriculo di studio di ogni alunno, sia per quanto riguarda la responsabilità della verifica e controllo del personale docente assegnato in ospedale.
A tale personale, di cui pur si ricorda che non è già in possesso di una specifica aggiuntiva formazione, vengono tuttavia richieste, oltre alle competenze proprie delle discipline che insegna, anche altre competenze di carattere organizzativo, relazionale, metodologico-didattico e tecnologico.
La nota contiene inoltre un riferimento alla possibilità/opportunità di prevedere attività formative anche nei periodi di sospensione delle normali attività scolastiche, tramite specifiche Intese tra i soggetti coinvolti, eventualmente anche facendo riferimento a docenti volontari.
A fronte della grande importanza attribuita alla documentazione/diffusione delle buone pratiche e alla proposta di percorsi specifici di formazione destinati al personale impegnato, la nota si diffonde poi sugli aspetti della “Informazione & Formazione”, anche illustrando caratteristiche, funzioni e tempistica del portale dedicato alla scuola in ospedale e domiciliare: pso.istruzione.it.
E’ evidente che attraverso la scuola in ospedale e a domicilio si garantisce un diritto fondamentale, in capo a soggetti che si trovano a vivere una situazione particolarmente delicata e dolorosa. Per questo è necessario operare nella massima correttezza, trasparenza, efficacia.
Proprio alla luce di questo appare incomprensibile che in merito non vi sia stato alcun passaggio, nemmeno di tipo informativo, tra le Organizzazioni Sindacali e il MIUR.
Né è ammissibile sottacere alcuni limiti:
- sul piano delle risorse: se ne è già evidenziata la scarsità e va detto anche che il riferimento all’utilizzo del FIS appare quantomeno improbabile a fronte dei tagli che il fondo sta subendo.
- suscita interrogativi il fatto che in diverse regioni il servizio risulta è totalmente assente per gli studenti della secondaria di secondo grado.
- sul piano del personale docente: le modalità di selezione non risultano chiare, né si capisce come e quando il personale dovrebbe/potrebbe acquisire le specifiche competenze che pur vengono richieste.
E’ necessario, proprio per il grande valore che ha e per la necessità che tutti coloro che ne hanno diritto possano usufruire di questo servizio in tutti gli ordini di scuola, che anche sul terreno dell’istruzione in ospedale e domiciliare si apra un tavolo di confronto per individuare soluzioni sistematiche alle maggiori criticità in campo.
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