Scheda valutazione alunni. La denuncia dei dirigenti della Lombardia
Pubblichiamo volentieri un documento unitario dei Dirigenti Scolastici della Lombardia con cui puntualmente si fa rilevare come il MIUR stia mostrando un atteggiamento sbagliato e non rispettoso delle Leggi vigenti in materia di scheda di valutazione degli alunni
Pubblichiamo volentieri un documento unitario dei Dirigenti Scolastici della Lombardia con cui puntualmente si fa rilevare come il MIUR stia mostrando un atteggiamento sbagliato e non rispettoso delle Leggi vigenti in materia di scheda di valutazione degli alunni.
Il Documento nasce in seguito ad un incontro dei Dirigenti Scolastici tenutasi in Lombardia in cui il Direttore Regionale ha comunicato che la scheda di valutazione non esiste più e che le scuole dovranno, con i poteri conferiti dall’autonomia, procedere da sole.
I Dirigenti Scolastici FLC CGIL CISL Scuola e UIL Scuola della Lombardia dimostrano come sia compito del Miur non far venir meno gli strumenti di certificazione dei risultati previsti dalla normativa vigente. Dirigenti, Docenti, genitori ed alunni sono lasciati nell’incertezza e nella confusione, incertezza e confusione che sono i prodotti più frequenti dell’attuale gestione ministeriale.
Roma, 22 novembre 2004
Il testo del comunicato
Nell’ambito del seminario organizzato dalla Direzione regionale su valutazione e portfolio, per i dirigenti scolastici della Lombardia, ancora una volta è emerso, dalle relazioni, un quadro della situazione quanto mai incerto, ambiguo e poco chiaro.
Così come sono emerse, dai numerosi interventi dei dirigenti scolastici, serie preoccupazione in ordine alle modalità con cui gestire la valutazione e la certificazione delle competenze degli alunni.
Il dato con cui occorre misurarsi sono le affermazioni del Direttore generale, secondo il quale la vecchia scheda di valutazione è andata in soffitta (non sarà stampata per gli alunni delle classi coinvolte dalla attuazione della Legge 53, per le altre non si sa) e il MIUR non precederà alla sua sostituzione attraverso la predisposizione di un nuovo modello da utilizzare. La conclusione, secondo il dott. Dutto, è che ciascuna scuola, in nome dei poteri conferiti dall’autonomia scolastica, dovrà provvedere alla predisposizione di un proprio modello per garantire la valutazione/certificazione degli alunni.
A nostro parere la valutazione iniziale, periodica e finale è un elemento portante e insostituibile del nostro sistema scolastico. Può utilizzare gli strumenti che ciascuna scuola, nel quadro dell’autonomia, può darsi, sempre però nell’ambito di una unitarietà e chiarezza di indirizzo e/o normativa che compete al MIUR.
La valutazione, peraltro, è complementare, ma distinta, ad un sistema di certificazione, che noi reputiamo debba essere omogeneo sul territorio nazionale.
Queste affermazioni sono suffragate dal DPR 275/99, agli articoli 8 e 10, laddove si afferma che spetta al MIUR la definizione degli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni e la adozione di modelli per le certificazioni.
Da questo punto di vista l’elemento decisivo e che può garantire la qualità del sistema non è tanto l’adozione di una scheda di valutazione, vecchia o nuova che sia, di un portfolio delle competenze redatto in un sistema piuttosto che in un altro (anche se comunque la redazione deve essere frutto di un consenso “culturale” sulle procedure di valutazione da utilizzare) quanto la definizione di indirizzi generali che possano garantire l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione, l’equità valutativa, la messa in atto di processi qualitativi, una certificazione corretta delle competenze acquisite.
Se questo è vero il fai da te valutativo ipotizzato nell’ambito del seminario non è giuridicamente fondato, non è condivisibile, e rischia di portare alla dissoluzione il sistema nazionale di istruzione.
Tutto ciò premesso le sottoscritte OO.SS. chiedono che il MIUR adempia a quanto dettato dall’art. 8 del DPR 275 circa la definizione degli indirizzi generali sulla valutazione degli alunni (obbligo peraltro riaffermato dagli art. 3 e 7 della stessa legge 53/03) e a quanto previsto dall’art. 10 del citato DPR, circa l’adozione di un modella per la certificazione delle competenze degli alunni.
I dirigenti scolastici in questa delicatissima fase di assenza del governo complessivo del sistema non possono certo sostituirsi al MIUR inventandosi soluzioni e modelli certificativi che non sono di loro competenza. Anche perché questo significherebbe riversare altro carico di lavoro e di responsabilità sui dirigenti scolastici, di cui si invoca troppo spesso la capacità di gestire le contraddizioni e i conflitti del sistema, e di cui nel contempo si ignorano perennemente le legittime richieste contrattuali.
Milano, 17 novembre 2004
IL RESPONSABILE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC CGIL LOMBARDIA
IL COORDINATORE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI CISL SCUOLA LOMBARDIA
I COORDINATORE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI UIL SCUOLA LOMBARDIA
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