Primo decreto attuativo Legge Moratti
Dopo tre settimane dall’approvazione in prima lettura fatta dal Consiglio dei Ministri, esiste la versione ufficiale del primo decreto attuativo che riguarda la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, la scuola media di primo grado.
Il punto.
Dopo tre settimane dall’approvazione in prima lettura fatta dal Consiglio dei Ministri, esiste la versione ufficiale del primo decreto attuativo che riguarda la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, la scuola media di primo grado.
Ora il Miur dovrà inviare il testo alla Conferenza Stato Regioni e, successivamente, alle Commissioni Parlamentari affinchè esprimano il parere prescritto. Anche il CNPI è stato convocato per istruire il lavoro al fine di esprimere il parere sul testo del decreto e sugli allegati (Indicazioni Nazionali e Profilo dello studente ad esso annessi).
Il percorso potrà concludersi non prima di Natale. A quel punto il Ministro, sentito il Consiglio di Stato, accolti gli emendamenti ritenuti accoglibili, potrà inviare il testo, se approvato, per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e allora il decreto sarà operante.
Tutto questo, sempre che i tempi vengano rispettati, potrà avvenire attorno a metà febbraio 2004.
Risulta dunque chiaro che, l’anno scolastico 2003/04, contrariamente a quanto si dice nel testo del decreto, non sarà interessato da cambiamenti ordinamentali.
Le scuole, quindi, in questo anno scolastico funzionano nel rispetto del piano dell’offerta formativa, che hanno predisposto e deliberato e degli attuali vigenti ordinamenti.
Maestro unico sì o no?
Detto questo, riprendiamo ora alcune considerazioni. Il testo ufficiale contiene i due emendamenti che sono stati proposti in sede di Consiglio dei Ministri: uno tende a salvaguardare la contitolarità del gruppo docente, l’altro prevede che l’insegnante svolga non meno di 18 ore con gli alunni . Tutto ciò, secondo i propositori, salvaguarderebbe l’organizzazione modulare attuale nella scuola elementare! Non è vero e si sa che questi emendamenti sono come “foglie di fico”e come tali vanno considerati. Certamente va riconosciuto che queste “pseudo aperture” prodotte dagli emendamenti stridono con l’impianto di scuola primaria proposto nelle Indicazioni Nazionali. Allora delle due l’una, perché insieme non possono coesistere e le contraddizioni verranno presto a galla.
Conferenza Stato Regioni, Commissioni Parlamentari, CNPI che ne pensano?
Dal primo momento in cui hanno iniziato a circolare le bozze del decreto attuativo(maggio 2003) si è capito con chiarezza che il tempo pieno spariva. In contrasto con quanto prescrive la Legge 53, e quindi in modo illegittimo, non sono piu’ previsti gli accordi con l’ente locale per far frequentare i bambini di due anni e mezzo alla scuola dell’infanzia. Sparisce il Tempo prolungato nella scuola media e diminuiscono le ore curricolari. Tutte queste riduzioni che permangono nell’articolato del decreto, si sa, cadranno pesantemente sugli enti locali, sulle famiglie, sull’organizzazione del lavoro nella scuola e dunque sulla qualità dell’offerta formativa.
Sarà compito di chi deve dare obbligatoriamente il parere al decreto mettere “a nudo” questi tagli e non solo.
La scuola cresce proprio come te. Abbiamo sentito….
Mai slogan fu piu’ falso: la consultazione non è mai stata fatta né sul decreto né sulle Indicazioni Nazionali. Anche adesso, così come è stato fatto a Maggio per fermare la formazione che il MIUR unilateralmente aveva previsto, le scuole e gli insegnanti devono far sentire la loro valutazione professionale ai decisori politici che in questa fase sono impegnati ad esprimere il parere sul decreto: Conferenza Stato Regioni, Commissioni Parlamentari, CNPI. E la voce va fatta sentire attraverso ordini del giorno di collegi e consigli di Istituto, ordini del giorno di Consigli Comunali, di assemblee cittadine.
Il modello di scuola proposto nel decreto NON è la RIFORMA che SERVE in questo paese perché cambia drammaticamente in peggio la scuola dell’infanzia e la scuola elementare, svilisce la scuola media.
E’ il momento di alzare la testa e dirlo insieme con determinazione.
Roma, 3 ottobre 2003
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