
Precari scuola: spezzoni fino a 6 ore, ora c’è perfino un problema di costi
Un’altra norma sbagliata del Governo


Di finanziaria in finanziaria si esplicita sempre più la politica di questo Governo. La finanziaria del 2002 introdusse alcune norme sulla scuola per le quali la CGIL, da sola, proclamò uno sciopero per il 12 novembre 2001.
Erano già allora chiari gli intenti di depauperamento della scuola pubblica. In quella finanziaria, furono introdotte le norme relative alle 24 ore di insegnamento con l’utilizzo degli spezzoni fino a 6 ore (nella prima stesura si trattava addirittura di un obbligo) con completamento preventivo destinato al personale a tempo indeterminato, il prolungamento fino a 15 giorni dei tempi per la chiamata dei supplenti nelle secondarie, l’introduzione di commissioni solo interne per gli esami di stato (anche nelle private) e la possibilità di esternalizzare le attività ausiliarie e amministrative.
I danni di queste scelte si sono visti in questi anni in particolare nelle secondarie, con la saturazione delle cattedre a 18 ore e nei confronti dei precari che si sono visti privare di numerose opportunità di lavoro.
Due le finalità di quella finanziaria:
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intervenire sull’orario di lavoro dilatandolo in termini quantitativi, evitando qualsiasi tavolo di contrattazione;
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ridurre in modo consistente le supplenze;
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produrre un risparmio (che non ci fosse alcun rapporto fra entità del risparmio e danni prodotti alla didattica e all’attività degli studenti è questione che non ha mai interessato il Governo).
I Sindacati confederali si sono opposti a questa linea e con il Contratto del 2002-2005 è stato acquisito il conglobamento della IIS (ex contingenza) nella paga base e quindi anche nella retribuzione delle ore aggiuntive in classi collaterali.
Questo risultato ha prodotto effetti positivi. Non ultimo il fatto che chi pensava di speculare un po’ di risparmio purchessia ha dovuto fare i conti con il fatto che il costo delle ore d’insegnamento assegnate a personale interno rispetto al conferimento di una supplenza si rivela notevolmente più elevato.
Non solo, dai conteggi effettuati si è potuto verificare che questa prassi è perfino più costosa di una assunzione a tempo indeterminato.
Ancora una volta si dimostra importante il ruolo del CCNL nel tutelare l’orario di lavoro, il funzionamento della scuola e le aspettative dei supplenti.
Di fronte al tentativo di ignorare gli accordi contrattuali abbiamo inviato una lettera al MIUR ad ulteriore sostegno delle nostre rivendicazioni già segnalate con la nota unitaria del 22 Luglio 2005 per sollecitare sia a livello legislativo, che nel regolamento delle supplenze il superamento della norma della Finanziaria 2002 e il ripristino delle regole stabilite dalla Legge 124/99 per quanto riguarda il conferimento di supplenze su tutte le ore residue.
Roma, 19 gennaio 2006
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