Organi Collegiali della scuola
Torna in discussione alla Commissione Cultura della Camera un nuovo testo di disegno di legge sugli organi collegiali
Torna in discussione alla Commissione Cultura della Camera un nuovo testo di disegno di legge sugli organi collegiali di scuola che, nelle intenzioni del comitato ristretto che lo ha elaborato, dovrebbe “riassumere” le diverse proposte presentate negli anni precedenti. (C. 774 Angela Napoli, C. 1186 Grignaffini, C. 1954 Gambale, C. 2010 Adornato e C. 2221 Titti De Simone)
Il testo, in pochi articoli, fornisce un altro tassello del pericoloso mosaico costruito da questo governo e, se fosse approvato, rappresenterebbe un ulteriore attentato alla scuola pubblica.
Non c’è dubbio che riformare gli organi collegiali rappresenti una delle condizioni per l'effettiva attuazione dell'autonomia scolastica, per rafforzare l'azione responsabile dei diversi soggetti che a scuola concorrono alla realizzazione dell’offerta formativa.
Il disegno di legge, se letto insieme a quello sullo stato giuridico, alla riorganizzazione centralistica e gerarchica del Ministero con i suoi provvedimenti autoritari, ai contenuti della legge 53 e dei suoi decreti emanati ed in bozza, agli effetti di smantellamento che la devolution produrrebbe, è un altro pericoloso provvedimento teso proprio ad indebolire e limitare l’autonomia scolastica.
Inoltre il testo propone organismi sudditi a questo governo, infatti “Gli organi di governo concorrono alla ….realizzazione … degli obiettivi educativi e formativi coerenti con “le indicazioni nazionali adottate in attuazione della legge 28 marzo 2003, n. 53”; una legge pensata più per rafforzare nell’immediato una autoritaria penetrazione finora fortemente contrastata che per un sistema scolastico nazionale capace di immaginare il futuro.
Il giudizio è confermato dalla assoluta inesistenza di qualsiasi regola per l’elezione delle diverse componenti del consiglio: ogni scuola infatti costituisce i propri organi di governo e ne disciplina il funzionamento, l’unico vincolo è rappresentato dalla scadenza triennale per il rinnovo e dalla composizione.
Il consiglio della scuola risulterebbe quindi composto da undici persone: il dirigente scolastico, il direttore dei servizi generali e amministrativi, un rappresentante dell’ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della scuola, quattro docenti, quattro genitori che diventano due nella scuola superiore dove si trovano due studenti.
Coerentemente con le proposte del governo il personale ATA viene cancellato: una ulteriore dimostrazione di cedimento sul piano della democrazia nella rappresentanza di componente essenziale per garantire la piena realizzazione dell'offerta formativa e dei servizi ad essa connessi, mentre la funzione di verbalizzatore, affidata al Direttore dei servizi, ne svilisce il ruolo e la funzione
Il testo, nel descrivere il collegio dei docenti, scopre un’altra pedina del disegno, infatti il collegio docenti è composto da tutti i docenti, di ruolo e non di ruolo (si chiamano con contratto a tempo determinato ed indeterminato, oggi, evidentemente scrivono pensando approvata la legge sullo stato giuridico) , in servizio nella scuola, nonché “ dai docenti a contratto e dagli esperti che svolgono incarichi per gli insegnamenti facoltativi ed opzionali secondo quanto previsto dalle norme in vigore”.
Qui, con una nettezza maggiore di altri testi, appare evidente l’intenzione di non considerare le materie facoltative ed opzionali dentro l’organico di scuola.
Nell’articolo sul Comitato per la valutazione del servizio dei docenti si dà per approvato (non è così) il decreto che regolamenta l’ articolo 5 della 53, infatti i docenti da valutare sono quelli che insegnano” sulla base degli appositi contratti di formazione e lavoro”
Una lettura attenta meritano in realtà i numerosi articoli del Testo Unico che vengono abrogati e che attuano, per alcuni aspetti, una vera e propria deregolamentazione dei diritti, per esempio degli studenti, in caso di sanzioni disciplinari.
Scompaiono così i consigli di classe, di intersezione e interclasse, ogni riferimento al ruolo degli insegnanti di sostegno ed alla loro attività progettuale specifica nella costruzione del POF, le regole di elettorato attivo e passivo ed ogni incompatibilità, la composizione dei consigli negli istituti comprensivi, la giunta esecutiva, la trasparenza e pubblicità degli atti nonché delle sedute….
Insomma, non c’è certezza di diritti né uniformità di regole. Dalla Casa delle Libertà arrivano norme di “non governo “ che facilitano solo derive autoritarie.
Il primo dicembre, in occasione della convocazione di una audizione parlamentare, solleveremo tutte le nostre obiezioni e predisporremo una lettura analitica del testo e degli effetti perversi che potrebbe produrre nella scuola.
Roma, 29 novembre 2004
In allegato il testo del DDL e della resocnto stenografico della seduta
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