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Nella confusione di quest'inizio d'anno ... i "problemi" dei Dirigenti

Una fase infuocata questa. Un inizio d'anno che si vorrebbe tranquillo e serio, come sempre abbiamo sostenuto e chiesto, è turbato da un'ipotesi di non rispetto dei diritti, dei contratti, degli accordi.

01/09/2001
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Una fase infuocata questa. Un inizio d'anno che si vorrebbe tranquillo e serio, come sempre abbiamo sostenuto e chiesto, è turbato da un'ipotesi di non rispetto dei diritti, dei contratti, degli accordi. Ora la palla passa ai Dirigenti che si trovano a gestire una situazione complicata e confusa. Il nostro coordinatore dei Dirigenti Scolastici risponde ad un'intervista de "La Stampa" di Torino. Riportiamo quest'intervista così come l'abbiamo letta anche noi.

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«Per le nomine rischio il tribunale»
I PARADOSSI DELLA BUROCRAZIA
Il coordinatore dei presidi: graduatorie ingestibili

ROMA
MENTRE la gente legge amenamente questa intervista, io sono in un mare di guai. Potenziali, per ora, ma che tra una ventina di giorni potrebbero essere veri, tangibili, con tanto di tribunali e danni da risarcire». E’ piuttosto preoccupato il prof. Armando Catalano, coordinatore dei presidi iscritti alla cgil scuola, e adesso ci racconta anche perché.

Preside, in che ambasce l’hanno lasciata?
«Il nuovo ministro ha voluto accelerare un processo di messa a regime del personale scolastico e dei sistemi di nomina, che avrebbe dovuto svilupparsi in un anno».

Gesto di efficienza altamente lodevole, ammetterà.
«Sì, ma chi corre troppo rischia di inciampare in procedure, graduatorie...»

Burocrazia!
«No! Diritti. Mi lasci dire: con la giornata di ieri tutta la grande macchina, messa in moto dal ministero per provvedere alle nomine degli insegnanti allo scoccare della riapertura delle scuole, ha concluso il suo compito. Il decreto non le concede proroghe. Il lavoro - devo riconoscere - è stato immenso ma, tanto o poco che sia stato fatto, i giochi sono conclusi. I provveditorati non possono più fare nomine. E i "buchi" di organico che ci ritroviamo noi presidi nelle scuole, ce li dobbiamo sanare da soli».

E il problema dov’è?
«Glielo spiego subito, dicendole che cosa mi accadrà la prossima settimana. Entro il giorno 5 settembre io saprò esattamente quanti insegnanti sono stati nominati nella mia scuola e quanti posti vacanti avrò. Contestualmente il provveditorato mi munirà della graduatoria provinciale a cui attingere. Ora il primo in graduatoria sarà chiamato da cento scuole e dovrà dire di no, il secondo avrà una sorte analoga e così via, ma poi forse qualcuno rinuncerà e, scendendo giù in graduatoria, potrà accadere di aver saltato qualche "avente diritto" e quindi di aver leso le sue legittime aspettative. Insomma: una stessa graduatoria gestita singolarmente da troppi dirigenti scolastici rischia di fare qualche danno, di innescare un contenzioso e di portare - alla fine - qualcuno di noi in tribunale e dover rispondere dell’accaduto. Tutto questo, francamente, lo vorrei risparmiare a me stesso e ai miei colleghi. E poi c’è anche un’altra questione».

Ce la dica.
«Dalla medesima graduatoria noi dobbiamo trarre indicazioni per nomine assai diverse: ci sono quelle annuali che vanno fino al 30 giugno, quelle fino al 31 agosto, poi ci sono gli "spezzonisti", cioè quei supplenti che sono titolari di un monte ore limitato, e infine ci sono le tradizionali supplenze temporanee. Accedere ad una supplenza o a un’altra è materia rigorosamente regolata da posizioni in graduatoria. Le pare possibile che un capo d’istituto sia messo nella condizione di poter sbagliare e di doverne rispondere, senza avere avuto prima i mezzi per affrontare la situazione?».

Possibile, professore, che non vi siano stati dati criteri per dipanare questa materia così ingarbugliata?
«Guardi che non esiste nessun criterio che non tenga presente prima di tutto la graduatoria. E’ questo il problema».

Si era parlato di un criterio di «viciniorità»: cioè si chiamava l’insegnante in graduatoria che stesse più vicino.
«Ma che scherziamo! Se io sono il primo in lista a Messina - per esempio - ma sono nato a Roma? Che accade? Che il mio punteggio non vale più! Ma per carità, non facciamo pasticci di questo genere».

D’accordo, ma passiamo dalle ipotesi alla pratica. Il 5 settembre lei che farà?
«Si sta ipotizzando la possibilità di creare delle scuole-polo per ciascuna materia di insegnamento: in concreto alcune scuole, rinforzate con personale e mezzi, si occuperanno di smistare in tutta la provincia gli insegnanti di una certa disciplina. La scuola A si occuperà di quelli di lettere, la scuola B di quelli di matematica e così via. Forse così riusciremo a limitare i danni».

Ma quanto tempo ci vorrà?
«La nota ministeriale dice "entro il 25 settembre"».

Quindi all'inizio della scuola non è vero che ci saranno tutti gli insegnanti in cattedra.
«Assolutamente no! Non mi dirà mica che ci aveva creduto!».

1 settembre 2001

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