Moratti cancella Darwin
In più occasioni abbiamo avuto modo di denunciare la pochezza delle Indicazioni nazionali allegate al Decreto Legislativo 59/'04
In più occasioni abbiamo avuto modo di denunciare la pochezza delle Indicazioni nazionali allegate al Decreto Legislativo 59/'04.
Illegittima la formula adottata per renderle operative, in aperto contrasto con quanto previsto nella stessa Legge 53/'03, sconcertanti i contenuti, sovente improvvisati e in diverse occasioni frutto di preoccupanti censure che allarmano.
Riteniamo necessario produrre un lavoro attento su questi materiali che fino ad ora non hanno ricevuto un'attenzione proporzionale all'effetto che saranno destinati a produrre.
Dopo aver pubblicato il parere del CUN, dopo aver dato spazio ad una importante riflessione dell'associazione Clio 92 pubblichiamo ora un articolo, di Filippo Gentiloni, apparso su "Il Manifesto" di Domenica 21 marzo sulla "censura" operata a Darwin.
Roma, 23 marzo 2004
testo dell’articolo
Nelle scuole italiane riformate dalla Moratti, Darwin addio. E' una notizia che nei dibattiti in corso è passata quasi inosservata, ma che il «divino» vuole sottolineare, con amarezza. E' noto che la battaglia contro l'evoluzionismo è una delle bandiere della destra americana e non solo, ma che non ci aspettavamo che anche la nostra destra la assumesse e la facesse sventolare. Eppure la stessa chiesa la aveva ammainata o, comunque, accantonata. E' stato l'ufficio studi della Cisl a notare che nei nuovi programmi della scuola media, fra le molte cose scomparse (fra l'altro, anche la storia antica) bisogna annoverare anche «l'evoluzione degli esseri viventi». Addio evoluzionismo, e ritorno, quindi, al fissismo
e creazionismo. Ritorno all'800.
E' bene ricordare, da una parte, quanto la teoria di Darwin avesse sconvolto le tranquille sicurezze cristiane, e non solo. Sulla creazione, ma anche, dall'altra, quanti passi avanti le chiese abbiano fatto, nel corso di un secolo, per venire incontro a Darwin e alle sue teorie che più o meno tutti gli scienziati avevano accettato. Chi negava questo coro quasi unanime si vedeva relegato nei cortili dei vecchi fondamentalismi.
Molti studiosi cristiani - cattolici e non - si erano impegnati alla ricerca di mediazioni che salvassero, insieme alla evoluzione delle specie, l'immagine del Dio creatore dal nulla. Basti ricordare la grande figura di Teilhard de Chardin, scienziato e credente. Le mediazioni raggiunte accettavano, più o meno tutte, l'evoluzione delle specie ma insistevano sulla creazione diretta dell'anima spirituale dell'uomo. Soluzioni non certo prive di incertezze - soprattutto il dualismo anima-corpo appariva insoddisfacente - ma che comunque permettevano di eliminare la rigida spaccatura fra le scienze moderne e le chiese. La lettura letterale della pagina biblica della creazione rimaneva esclusiva degli ambienti più fondamentalisti: il creazionismo era una delle loro principali bandiere. La scuola italiana aveva accettato con una certa tranquillità la teoria evoluzionista.
E ora? La riforma Moratti sembra volere imboccare una strada del passato, strada che neppure il Vaticano si sente di percorrere, se non con imbarazzo. Ben altri sono i problemi indotti dalla globalizzazione, con l'islam, ad esempio, alle porte di casa e i cinesi in espansione. Mentre si fa strada sempre più decisamente una lettura delle pagine bibliche che tiene conto delle moderne leggi dell'ermeneutica, anche per quello che riguarda Adamo ed Eva, i nostri progenitori e le scimmie relative.
Speriamo che i credenti cristiani non siano costretti a dover scegliere ancora una volta fra la scienza e la fede. O, meglio, fra la logica e i fondamentalismi cari alla riforma Moratti.
Roma, 23 marzo 2004
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