Lotta ai diplomifici. Il Ministro parte con il piede giusto.
Maturità annullate, esclusione di candidati e proposte di revoca della parità sono la risultanza di una massiccia azione ispettiva. Ora però si tratta di rimuovere quelle norme introdotte dalla Moratti che hanno favorito il loro sviluppo. Come pure vanno rimosse quelle norme introdotte che hanno snaturato la legge di parità.
Dobbiamo dare atto al nuovo Ministro dell’istruzione che per la prima volta dal 2002, ovvero dall’anno in cui vennero modificate le norme sulla costituzione delle commissioni di esame, è stata avviata un’azione ispettiva capillare e puntuale, in particolare nei confronti delle scuole private paritarie, per arginare il vergognoso fenomeno dei diplomifici che proprio nella maturità raggiunge la punta più intensa di attività.
Come si ricorderà due anni or sono fu la magistratura di Verona a smascherare un filone di quel “traffico illecito” ravvisando, nell’attività dei soggetti coinvolti, la violazione di alcuni articoli del codice penale. Ciononostante non vi fu da parte del Ministero una conseguente azione amministrativa capace di porre fine a quel vergognoso traffico.
Cambiano i tempi, cambiano i governi e cambiano i ministri!
L’azione ispettiva messa in atto dal Ministro Fioroni -cinquanta prove di maturità annullate, un centinaio di ragazzi ammessi con la media dell'otto esclusi dagli esami e ben venti proposte di revoca della parità ad istituti paritari privati per irregolarità - rappresenta un primo e significativo segnale di un’auspicabile inversione di tendenza rispetto alla politica del precedente Ministro sia in tema di lotta reale ai diplomifici che di applicazione coerente dei vincoli previsti dalla legge di parità.
Vogliamo, però, ricordare che, per combattere un fenomeno di tale natura e per contrastare la deriva mercantilista della scuola paritaria morattiana, è indispensabile che, a fianco di un’azione ispettiva diffusa e puntuale, il Ministro e lo stesso Parlamento provvedano alla rimozione alla radice di quelle cause che, introdotte nel corso di questi ultimi anni, hanno determinato e favorito il “business” dei diplomi facili.
Si tratta di rimuovere, da subito, alcune misure di legislazione ordinaria e altre di legislazione secondaria messe in essere dal passato governo e dall’allora Ministro dell’Istruzione che rappresentano il presupposto giuridico su cui si sono innescati abusi, tolleranze e azioni speculative.
In primo luogo. Vanno riviste e sostituite le norme che regolano gli esami di maturità con particolare riguardo alla costituzione delle commissioni giudicatrici, oggi composte di solo docenti interni ad esclusione del presidente. Come si ricorderà tale norma venne introdotta in occasione della finanziaria del 2002 allorquando, con il comma 7, art. 22 L. 448/2001, a modifica della legge 425/97.
In secondo luogo. Va rivista e modificata la CM 31/2003 che, nel dettare le disposizioni sull’applicazione della legge di parità, in più di una circostanza, va ben oltre i vincoli e le disposizioni legislative. Nello specifico sugli esami di idoneità e di maturità questo intervento di legislazione secondaria consente, nelle scuole paritarie, la presenza di classi collaterali indipendentemente dalla costituzione di un corso completo parallelo. E’ stata, così, ripristinata la cosiddetta piramide rovesciata, ovvero la presenza di un numero superiore di classi terminali al solo scopo di ampliare la platea dei candidati esterni.
In terzo luogo. Va ritirata la nota/circolare n. prot.11477 del 6 dicembre 2006 con cui il Ministero ritiene, in aperto contrasto con la legge, l’obbligo da parte dei gestori di scuole paritarie di applicare al personale docente e direttivo i CCNL di categoria non sufficiente per determinare la revoca della parità scolastica, alimentando nei fatti il ricorso al lavoro irregolare e sottopagato.
In quarto luogo. Mettere in essere un’azione ispettiva a largo raggio e su tutto il territorio nazionale che verifichi, in maniera puntuale, l’applicazione della legge di parità scolastica in tutte le sue parti da parte delle scuole che godono di tale status a cominciare dai rapporti di lavoro del personale docente.
Alla vigilia degli esami di maturità abbiamo avuto modo di segnalare che, nonostante le sbandierate promesse fatte a suo tempo dall’allora Ministro dell’Istruzione Moratti, il vergognoso fenomeno dei diplomi facili non era affatto finito, anzi era ben vivo e vegeto.
Del resto i risultati dell’azione ispettiva messa in essere dal Ministero dell’Istruzione sugli esami di maturità confermano, in maniera inequivocabile, la nostra analisi e le nostre preoccupazioni.
Se l’azione ispettiva ha inferto un colpo ai diplomifici non v’è dubbio che la loro definitiva sconfitta passa attraverso la rimozione delle norme sopra ricordate che vanno sostituite con disposizioni più chiare e più coerenti con quanto previsto dalla legge.
Questo anche in considerazione del fatto che proprio parte di quelle norme hanno consentito ad alcuni gestori di ottenere dal Tar, facilmente, la sospensiva sui provvedimenti adottati dall’Amministrazione nei loro riguardi. Cosicché molti candidati esterni hanno potuto ugualmente sostenere gli esami di maturità nelle scuole paritarie nelle quali avevano presentato domanda.
Siamo convinti, come ci sembra lo sia anche il Ministro, che l’individuazione e la rimozione di soggetti e di atti che “snaturano” la parità in tutti i sensi rappresenti la via per l’affermazione completa dei diritti degli studenti, delle famiglie e del personale docente, ata e direttivo.
Roma, 14 luglio 2006
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