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Linee guida del triennio degli istituti tecnici e professionali: il parere del CNPI

Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione dà parere favorevole ma chiede adeguate misure di accompagnamento.

25/11/2011
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Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) nella seduta del 23 novembre ha espresso il parere riguardo alle Linee guida del 2° biennio e del quinto anno degli istituti tecnici e professionali.

Come è noto i Regolamenti di riordino (DPR 87/10  per i professionali e DPR 88/10 per i tecnici) prevedono che il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento sia definito da apposite “linee guida a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, anche per quanto concerne l’articolazione in competenza, abilità, conoscenze dei risultati di apprendimento”.

Le Linee guida del biennio sono state emanate con la Direttiva 57/10  riguardo ai tecnici e con la Direttiva 65/10 riguardo ai professionali.

Rispetto alle linee guida del primo biennio, in cui il MIUR ha solo informato il CNPI dei documenti normativi elaborati, in questo caso il MIUR ha chiesto un formale parere all’organo collegiale nazionale.  Si tratta indubbiamente di una novità molto positiva.

Le linee guida esaminate dal CNPI sono costituite da una introduzione e da schede disciplinari per i vari settori, indirizzi e articolazioni. Il CNPI ha espresso il parere solo sulle introduzioni rimandando quello sulle schede disciplinari all’esame del decreto sul repertorio delle ulteriori opzioni in cui articolare le aree di indirizzo del triennio.

Il parere il CNPI, largamente positivo, evidenzia la necessità di predisporre “opportune misure di accompagnamento, tra le quali un piano di formazione e aggiornamento del personale, pensato in funzione dello sviluppo dell’autonomia scolastica, da avviare rapidamente e da svolgere nel periodo necessario per l’entrata a regime del riordino. Tale piano deve essere dotato di congrui finanziamenti, sia per i percorsi dell’istruzione professionale che per quelli dell’istruzione tecnica”.

Si tratta di una richiesta di fondamentale importanza che si scontra con il quasi totale svuotamento delle risorse del MIUR destinate specificatamente alla formazione.

La posizione della FLC

La FLC condividendo sostanzialmente nel metodo e nel merito quanto espresso dal CNPI sottolinea la necessità di

  • un forte piano di formazione, a partire dall’istruzione tecnica e professionale, adeguatamente finanziato quale elemento di discontinuità con la gestione del ministro Gelmini;
  • un maggiore approfondimento sui percorsi sussidiari di istruzione e formazione professionale con indicazioni meno generiche di quelle definite nelle linee guida
  • eliminare i riferimenti  a prove nazionali o alla modifica dell’esame di Stato
  • utilizzare un “linguaggio comune” tra tecnici e professionali  in tema scelta dei percorsi e di orientamento/riorientamento degli studenti
  • valorizzare anche gli organi collegiali previsti attualmente per legge (consiglio di classe, collegio docenti in particolare)

Inoltre la FLC condivide quanto previsto dalle Linee guida sull’utilizzo degli spazi di flessibilità  (30% II biennio e 35% V anno, nei tecnici, 35% II biennio e 40% V anno, nei professionali) ossia che essi non sono di competenza delle singole istituzioni scolastiche. Il loro utilizzo è finalizzato esclusivamente all’ulteriore articolazione delle Aree di indirizzo in un numero contenuto di opzioni incluse in un apposito elenco nazionale che sarà definito con un successivo decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Ovviamente dovrà essere chiarito che l’opzione è attivata a richiesta dalla scuola e non imposta dalla regione nell’ambito della programmazione dell’offerta formativa.

In conclusione: un documento complessivamente positivo ma con forti perplessità sulla possibilità che esso abbia un effettivo riscontro nella “scuola reale” stremata da riduzioni di personale e delle attività di laboratorio.

 

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