Liceo del made in Italy: pesante attacco alla scuola della Costituzione
Dietro l’anacronistica esaltazione del modello di scuola a servizio del mercato del lavoro, si punta alla privatizzazione del diritto allo studio.
Poche settimane addietro, in occasione della sua visita a Vinitaly a Verona, la Premier Giorgia Meloni aveva rilanciato l’idea di un percorso di studi volto a creare professionalità che operino per valorizzare i prodotti a marchio italiano promuovendo e difendendo le eccellenze italiane dalle falsificazioni. Da qualche ora quell’idea si è concretizzata in una bozza di Disegno di legge che andrà all’esame del Consiglio dei ministri già dalla settimana prossima. Di seguito la sintesi delle parti del testo attualmente in circolazione che trattano di istruzione.
I contenuti della bozza di disegno di legge
Istituzione del Liceo del Made in Italy
Con il Disegno di Legge si istituisce il percorso liceale Made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei. Entro i novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge si attueranno i seguenti passaggi:
a) Adozione del regolamento da parte del MIM (L. 400/88, art. 17 c. 2)
b) Acquisizione del parere della Conferenza unificata (DLgs 281/97)
a) Istituzione delle discipline specifiche del percorso liceale Made in Italy.
Queste ultime dovranno prevedere i seguenti risultati specifici di apprendimento:
- conoscenze, abilità e competenze approfondite nelle scienze economiche e giuridiche con l’obiettivo di cogliere le intersezioni tra i diversi saperi con particolare riguardo alle scienze matematiche, fisiche e naturali. Tutto ciò per
- sviluppare competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del Made in Italy;
- sviluppare competenze che sul piano storico, geografico e artistico valorizzino origine e sviluppo dei settori produttivi tipici del made in Italy nel contesto internazionale
- competenze comunicative in due lingue straniere moderne di livello B2 per la prima lingua e B1 per la seconda del Quadro Comune Europeo di Riferimento
- favorire i processi di apprendimento tramite potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera veicolare (CLIL) NB- “senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e ferma restando la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati”;
- rafforzamento dei percorsi PCTO attraverso la connessione con il tessuto socioeconomico-produttivo del contesto imprenditoriale di riferimento,
- favorire un più rapido accesso al lavoro, attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato ai sensi dell’articolo 43 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81;
- acquisizione di specifiche competenze, abilità e conoscenze riguardanti:
- principi e strumenti per la gestione d’impresa
- tecniche e strategie di mercato per le imprese del Made in Italy
- strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del Made in Italy
- strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese dei settori del Made in Italy e delle relative filiere.
A partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2024/2025, l’opzione economico sociale del percorso del liceo delle scienze umane di cui all’articolo 9, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 confluisce nel percorso liceale Made in Italy, ferma restando, per le classi successive alla prima, la prosecuzione ad esaurimento dell’opzione economico sociale.
Istituzione della fondazione “imprese e competenze”
È istituita la Fondazione denominata “Imprese e competenze” con il compito di:
- promuovere il raccordo tra le imprese i Licei del made in Italy
- diffondere la cultura d’impresa del made in Italy tra gli studenti
- favorire iniziative mirate ad un rapido inserimento degli stessi nel mondo del lavoro
- favorire la progettazione, nel rispetto dell’autonomia scolastica, di attività didattiche e professionali dedicate al Made in Italy
Per la costituzione e il funzionamento della fondazione è autorizzata la spesa in conto di capitale di 10 milioni di euro per l’anno 2024 e 10 milioni per il 2025.
Il Ministero fondatore della fondazione è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che di concerto con il Ministro dell’istruzione e del merito e con il Ministro dell’economia e delle finanze, approva gli schemi dell’atto costitutivo e dello statuto della fondazione e ne definisce gli obiettivi strategici con l’adozione di un atto di indirizzo emanato d’intesa con il Ministro dell’istruzione e del merito
La Fondazione dovrà creare e favorire sinergie con tutti soggetti pubblici e privati che operano nel settore della formazione, enti di formazione professionale, istituti professionali, IeFP, ITS Academy, enti di ricerca e centri di trasferimento tecnologico (CTT).
La Fondazione, in virtù di apposito decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, provvederà ogni anno a conferire il premio di “Maestro del made in Italy” a imprenditori che si sono particolarmente distinti per il loro impegno formativo nei confronti delle nuove generazioni.
Misure per il sostegno allo studio
Al fine di contrastare la dispersione scolastica e promuovere la specializzazione professionale è istituito il “Programma di Risparmio e Investimento per l’Istruzione e la Formazione Avanzata” denominato semplicemente “PROGRAMMA”. Si tratta di un “PROGRAMMA” di risparmio e investimento gestito dagli istituti di credito – tra quelli autorizzati ad operare in Italia - e destinato a sostenere le spese per l’istruzione secondaria e terziaria e la formazione professionale avanzata delle nuove generazioni.
A tal fine è istituito dal MEF un fondo ad hoc (“Fondo per il Programma di Risparmio ed Investimento per l’Istruzione e la Formazione Avanzata”) con una dotazione iniziale di euro 1 milione per l’anno 2023, al quale possono essere destinate, per le annualità 2023, 2024 e 2025, ulteriori risorse da parte dei privati con atto di donazione o lascito testamentario, da ripartirsi annualmente tra gli intestatari di un conto dedicato, che abbiano un ISEE inferiore a 15 mila euro annui ed in proporzione allo stesso.
Per tali erogazioni liberali, le donazioni e gli altri atti a titolo gratuito effettuati nel 2023 da privati a favore del Fondo di cui al comma 10, spetta un credito d’imposta, nella misura del 50 per cento, fino ad un massimo di euro 100.000.
Soprattutto è prevista l’apertura ed il mantenimento di conti di risparmio ed investimento dedicati a condizioni agevolate a favore di soggetti richiedenti che non abbiano ancora compiuto i 30 anni di età.
Su ciascun conto dedicato, unico per ciascun beneficiario, l’importo massimo previsto è di € 100.000 con un limite di versamento annuale pari a € 10.000. Gli importi in eccesso non fruiscono di agevolazioni.
Le risorse versate possono essere utilizzate a partire dal conseguimento del sedicesimo anno di età del beneficiario esclusivamente per il sostenimento delle spese funzionali, dirette ed indirette, per la formazione e l’istruzione avanzata del beneficiario.
Le risorse versate, dal beneficiario o da terzi, e gli strumenti finanziari depositati sul conto dedicato nell’ambito del Programma non sono soggette ad alcun contributo, tassa, canone o imposizione fiscale dal deposito fino al compimento del trentesimo anno di età del beneficiario se l’intestatario riporta un ISEE non superiore a 40.000 euro annui.
Trasferimento generazionale delle competenze
I datori di lavoro privati con un numero di dipendenti non inferiore a cinquanta unità, tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024, possono stipulare con un lavoratore andato in pensione da non oltre due anni, un contratto di durata massima di 24 mesi per svolgere attività di tutoraggio, per un massimo di 60 ore mensili, per “favorire il passaggio di competenze e di abilità tra generazioni” in favore di giovani, di età inferiore a 30 anni (35 se laureati) e con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, ad esclusione del contratto di apprendistato.
Il contratto di tutoraggio non si configura come un rapporto di lavoro dipendente e la relativa remunerazione corrisposta per l’attività di tutoraggio non concorre alla formazione di reddito ai fini Irpef e non è assoggettato a contribuzione previdenziale, sino ad una soglia massima percepita di 15.000 € l’anno.
Commento
L’istituzione del percorso liceale Made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei rappresenta un provvedimento di bandiera che ha il duplice scopo di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali che affliggono il sistema scolastico nazionale e, soprattutto, di far passare in sordina gli altri provvedimenti previsti nello stesso d.d.l. che, invece, costituiscono la più grave minaccia messa in atto negli ultimi anni contro il modello di scuola inclusiva disegnato nella nostra Costituzione.
Premettiamo subito che l’idea di un percorso formativo così come contenuto nell’articolato del ddl sulla parte relativa al “Liceo del made in Italy” - esclusivamente centrato sul bisogno di sviluppare nelle alunne e negli alunni competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi di un Made in Italy esaltato, peraltro, in chiave “quasi-autarchica” - ci vede in strutturale contrapposizione ideologica.
Tale contrapposizione non solo è coerente con la nostra storica contrarietà verso ogni tentativo di declinare metodologie e contenuti didattici in funzione ancillare nei confronti del mercato del lavoro e dei bisogni del sistema delle imprese ma, ad aggravare la situazione, in questo caso vi è anche la pretesa esplicita del ddl di voler favorire un più rapido accesso al lavoro, attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato dichiarazione che cozza pesantemente con la richiesta della CGIL di innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.
Per analoghi motivi siamo anche contrari all’istituzione della Fondazione denominata “Imprese e competenze”. La composizione strutturale della Fondazione “Imprese e competenze” (il Ministero fondatore della fondazione è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy) è la rappresentazione plastica di quanto l’obiettivo del governo sia quello di subordinare la formazione culturale del futuro cittadino alle esigenze delle imprese e del mercato del lavoro per formare il futuro lavoratore ambasciatore delle eccellenze del made in Italy nel mondo.
Da ultimo, la chicca che davvero rende insopportabile il provvedimento in questione: si tratta dell’istituzione di un Fondo istituito e gestito dal MEF per il "Programma di Risparmio e Investimento per l’Istruzione e la Formazione Avanzata”. In tale programma si spaccia quale misura per il sostegno allo studio, di contrasto alla dispersione scolastica e di promozione per la specializzazione professionale l’apertura presso istituti di credito accreditati di conti dedicati di risparmio ed investimento ovviamente a condizioni agevolate a favore di soggetti richiedenti che non abbiano ancora compiuto i 30 anni di età.
Come dire: la lotta alla dispersione viene di fatto delegata alla responsabilità del MEF e degli istituti di credito. Ancora una volta, misure così radicali e di cambiamento a dir poco epocale, vengono assunte senza alcun confronto con le parti sociali rappresentanti del mondo del lavoro, delle famiglie e degli organismi di rappresentanza delle studentesse e degli studenti.
Per questi motivi preannunciamo che il ddl per la valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy incontrerà l’opposizione molto determinata della FLC CGIL e il ricorso alle più adeguate forme di mobilitazione che si renderanno necessarie.
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