Le scuole, vita di una nazione (Articolo della rivista "Eco")
La scuola è un ambiente di vita dove tutti passiamo gli anni più importanti della nostra vita


La scuola è un ambiente di vita dove tutti passiamo gli anni più importanti della nostra vita. E’ il concetto espresso nell’editoriale dell’ultimo numero della rivista della rivista eco-l’educazione sostenibile (n. 9, nov.dic. 2002). L’articolo che pubblichiamo, prende le mosse dalla tragedia di S. Giuliano per ragionare su come questo ambiente dovrebbe essere tenuto: “Prima ancora che di soldi - scrivono - è una questione di civiltà”. Beh, a noi è piaciuto, quindi vi consigliamo di leggerlo.
Segnaliamo, inoltre che il prossimo numero di "Eco", che uscirà a gennaio si occuperà di “Scuola e protezione civile”.
Chi fosse interessato può mettersi in contatto con la redazione: www.educazionesostenibile.it
Roma, 13 dicembre 2002
Testo dell'articolo
Hanno chiesto di tornare subito a occuparsi dei bambini, di quelli sopravvissuti, le maestre di S. Giuliano di Puglia. “La scuola è la vita di un paese”, ha detto una di loro. Mettiamoci la maiuscola: la scuola è la vita di un Paese, io scrigno in cui si custodisce il tesoro del futuro. C’è bisogno di rispetto, di attenzione, di impegno. La scuola, come rivista lo diciamo da sempre, è un piccolo ecosistema, è un ambiente di vita in cui tutti, crescendo, passiamo molti anni importanti della nostra vita: deve essere sano, accogliente, sicuro, ecologico.
Ora se ne sono accorti in tanti, finalmente, ma c’è voluto un disastro spaventoso e chissà che molti non se ne dimentichino passata qualche settimana.
Dai cassetti, oltre alle mappe dimenticate del rischio sismico, sono saltati fuori anche gli studi del Ministero dell’istruzione: il 53 per cento degli edifici scolastici senza certificato di agibilità statica (e quasi il 63 per cento in Mouse), il 73 per cento senza certificato di prevenzione inti-incendio (185% in Mouse). Paola Pozzi, assessore al sistema educativo di Torino e responsabile nazionale dell’ANCI (l’associazione dei comuni) per i problemi dell’istruzione quantifica in tre miliardi di euro la somma che in Governo dovrebbe stanziare nella Finanziaria per portare avanti i piani di edilizia scolastica.
Il problema, però, prima ancora che di soldi (per fare ponti sullo stretto di Messina se ne trovano) è di cultura, di civiltà. Siamo un Paese “sottosviluppato ricco”, abbiamo (troppe) auto e tante griffes, una grande furbizia ma troppo poco senso civico, poco rispetto della legalità, poca Iungimiranza. Le vere riforme: se fossero servizi che funzionano, norme edilizie e piani regolatori rispettati, patrimonio naturale e culturale curato, ospedaIi efficienti, appalti senza tangenti, inquinatori puniti, cause penali e civili in un tempo ragionevole, un lavoro e diritti per tutti, stranieri compresi?
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