Lavoratori fragili: fine delle tutele
La richiesta di proroga si è arenata e, salvo interventi, dal 1° settembre docenti e ATA rientreranno in presenza. Pandemia “ordinaria” da affrontare con le solite raccomandazioni per la gestione degli ambienti scolastici. Nell’emergenza finita per legge ci si dimentica di chi è più esposto.


Dopo promesse e annunci che avevano dato fiducia ai lavoratori fragili, il Decreto Aiuti-bis licenziato dal Consiglio dei Ministri il 4 agosto ha del tutto ignorato le richieste provenienti da molte parti, omettendo di inserire (o re-inserire) nel testo definitivo le precedenti misure straordinarie di tutela alla salute per coloro che si trovano particolarmente esposti al rischio-contagio.
Anche CGIL con CISL e UIL hanno rappresentato, direttamente ai ministri on.Orlando e on.Speranza, la necessità di prevedere urgenti proroghe ai provvedimenti scaduti il 31 luglio scorso, a partire dalla sorveglianza sanitaria eccezionale, dall’accesso allo smart working per importanti patologie conclamate e in caso di riconoscimento di grave disabilità, nonché ai fini dell’esclusione dal comporto per i periodi di assenza quando la mansione/funzione svolta non consente il lavoro a distanza.
Nulla di ciò è stato preso in considerazione: salvo ripensamenti, tutti dovranno rientrare in presenza o assentarsi con la certificazione di malattia, mentre l’eventuale ricorso allo smart working, se possibile, verrà concesso in modalità ordinaria con un requisito di priorità nella turnazione tra i richiedenti, cosa ben diversa dal rendere esigibile un diritto soggettivo motivato.
Nella scuola, dove poco è cambiato al terzo anno di pandemia e dove, alla riapertura, si faranno i conti con una probabile nuova ondata di diffusione del virus “aprendo le finestre per creare corrente d’aria” più altre paludate indicazioni precauzionali ribadite dalle recenti linee-guida, i lavoratori fragili si troveranno a dover subire una scelta che li inchioda alla loro vulnerabilità. Riprendere in presenza pur consapevoli dei rischi, oppure restare a casa nel limite consentito dal contratto e arrivare, magari, alla decurtazione dello stipendio o al solo mantenimento del posto. Non possiamo ignorare i tanti docenti e ATA precari nominati annualmente che non hanno una copertura così estesa per la malattia pari a quelli a tempo indeterminato, quindi a spettro di licenziamento.
Come FLC CGIL, insieme alla confederazione, ricominceremo già da ora a sollecitare una modifica emendativa che ripristini le misure precedenti, per trovare una soluzione urgente e rispettosa ai lavoratori fragili riconoscendo altresì, il loro desiderio di continuare ad essere attivi in sicurezza e non marginalizzati in ragione di colpe che non hanno.
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