La FLC Cgil impugna al TAR il decreto Fioroni sulla distribuzione delle risorse alle paritarie
Il ricorso, avverso il DM del 21 maggio 2007 pubblicato in GU del 2 agosto 200,è stato presentato il 14 novembre. Oltre all’annullamento si chiede, in via cautelare, la sospensione del provvedimento perché in contrasto con la Costituzione e con la stessa legge di parità.
All’indomani della pubblicazione in G.U. n. 178 del 2 agosto u.s. del DM del 21 maggio 2007 del Ministro della Pubblica istruzione avente per oggetto la “ Definizione dei criteri e dei parametri per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie per l’anno scolastico 2007/2008” abbiamo avuto modo, come FLC Cgil, di giudicare il provvedimento pericoloso sul piano politico e illegittimo su quello giuridico.
Non v’è dubbio, infatti, che con quel provvedimento il Ministro Fioroni non solo modifica, in maniera sostanziale, l’attuale ossatura dei contributi erogati dallo Stato a favore delle scuole paritarie ampliandone l’attuale platea dei beneficiari, ma, per la prima volta nella storia della scuola italiana in età repubblicana, riconosce anche alla scuola media di primo e secondo grado paritaria il diritto di avere finanziamenti ordinari.
Per decretazione vengono quindi messi i presupposti per un rilancio, su più ampia scala, dei contributi alla scuola paritaria e in particolare a quella cattolica senza dover ricorrere ad ulteriori strumenti legislativi a modifica dell’attuale assetto istituzionale e costituzionale. E il tutto accade senza che né la maggioranza, che sostiene il governo, né il Parlamento abbiano mai affrontato, in questo scorcio di legislatura, la problematica di una revisione della legge di parità e del dettato costituzionale del “senza oneri per lo Stato”.
Questo vincolo dettato dal comma 3 dell’art. 33 della Costituzione, rispettato dalle leggi di oltre mezzo secolo di legislazione repubblicana compresa quella relativa alla parità scolastica, rischia ora di saltare grazie al decreto del Ministro.
Ci troviamo di fronte, quindi, ad un provvedimento di natura secondaria che in più parti compie una serie di forzature e non senza contraddizioni con le disposizioni legislative vigenti.
Infatti, non solo viene data una lettura distorta dei commi 635 e 636 della legge finanziaria 2007 - che comunque non ha il potere di modificare gli artt. 3 e 33 della Costituzione - ma non si tiene in alcun conto delle disposizioni legislative vigenti.
In particolare è opportuno sottolineare che i contributi ordinari erogati fino ad oggi dallo Stato alle scuole paritarie hanno interessato, per previsione legislativa, solo le scuole dell’infanzia e le scuole elementari parificate per un loro servizio di supplenza . Mentre alle scuole di ordine secondario venivano solo concessi, per un importo tra l’altro modesto, contributi vincolati a progetti “ che si qualificano per la loro particolare valenza educativa a favore degli alunni della scuola”
Includere tra i potenziali destinatari dei contributi complessivamente intesi anche le scuole secondarie di primo e secondo grado significa distogliere tali risorse da quelle finalità determinate per legge violando, quindi, norme legislative ben precise quali appunto quelle definite dal D.Lvo 297/94 e dalla L. 62/2000.
Il decreto inoltre ignora totalmente anche la legge 27/2006 con la quale la Moratti aveva dato attuazione all'abrogazione delle scuole parificate, pareggiate e legalmente riconosciute e convenzionate prevista dalla legge di parità. Questa legge prevedeva, fra l'altro, un apposito Regolamento governativo per stabilire le prestazioni in servizi che le scuole primarie paritarie avrebbero dovuto erogare per continuare a conseguire tali contributi.
Appare pertanto chiaro che il decreto Fioroni, per le implicazione che contiene, va ben oltre quanto affidatogli dal nostro ordinamento, anzi è destinato ad introdurre notevoli mutamenti nell’attuale assetto della scuola non statale paritaria che certamente non vanno nella direzione individuata dalla legge 62/2000 né tanto meno sono coerenti con la previsione costituzionale.
E’ proprio sulla base delle motivazioni appena esposte, che attengono sia la valutazione politica che giuridica del provvedimento, la FLC Cgil con il ricorso presentato al Tar del Lazio ha chiesto l’annullamento del provvedimento e, in via cautelare, la sospensione dello stesso.
Roma, 22 novembre 2007
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