La deriva mercantilista della scuola paritaria morattiana
Dopo la flessione dello scorso anno riprende l’attività dei diplomifici. In crescita il numero dei candidati interni ed esterni alla maturità secondo i dati riportati dalla stampa.
Nel commentare l’ordinanza n.331/2006 del 2 marzo u.s. del Tar del Lazio che aveva ritenuto di dubbiacostituzionalitàla norma di cui all’art. 14 del D.Lgs 226/2005 che regola la presenza di candidati esterni all’esame di maturità nelle scuole paritarie, avevamo riconfermato il nostro giudizio estremamente negativo sugli interventi messi in essere dalla Moratti per scongiurare il vergognoso fenomeno dei diplomi facili.
Avevamo, altresì, sottolineato che per sconfiggere il “business dei diplomifici” erano necessari interventi di ben altro spessore rispetto ai deboli correttivi messi in atto dal Ministro, se non volevamo assistere ad una istituzionalizzazione del fenomeno.
Orbene i dati “ufficiosi” sugli esami di maturità nelle scuole paritarie e sulla presenza dei candidati esterni privatisti di quest’anno, riportati da alcuni organi di stampa, confermano, se veri, la deriva mercantilista del sistema di istruzione non statale innescata dalla Moratti con“le sue elargizioni” a favore dei gestori concesse durante tutto il suo dicastero.
Rispetto al passato anno scolastico gli studenti delle scuole paritarie candidati alla maturità saranno circa 45 mila interni (7% in più rispetto all’anno scorso) e oltre 10 mila esterni (2% in più rispetto al passato anno). Nella scuola statale rimangono, invece, stabili i candidati interni (circa 400 mila) e diminuiscono i candidati esterni (meno 1.600 circa).
Ovviamente si tratta di dati non definitivi, suscettibili a oscillazioni dell’ultima ora. Sarebbe interessante conoscere la composizione delle commissione e l’applicazione da parte delle scuole paritarie dei parametri indicati nelle disposizioni regolamentative, con particolare riguardo alla presenza dei candidati esterni. Come pure sarebbe interessante conoscere quanti “ottisti” e quanti “saltatori” sono stati ammessi a sostenere gli esami di maturità.
A proposito di numeri ci interroghiamo sul perché il MIUR ancora non ha fornito ufficialmente i dati di quest’anno. Eppure non si tratta di informazioni soggette a chissà quale cautela legislativa.
Il numero dei candidati alla maturità nelle scuole paritarie testimoniano che, nonostante la flessione registrata il passato anno scolastico, ci troviamo di fronte ad un fatto strutturale imputabile a scelte ben precise compiute dal governo di centrodestra e dall’allora Ministro Moratti interconnesse tra loro che hanno alimentato il proliferare dei diplomifici.
Come si ricorderà la prima fu quella effettuata in occasione della finanziaria del 2002 allorquando, con il comma 7, art. 22 L. 448/2001, venne introdotte la norma secondo la quale le commissioni di maturità sono composte da soli docenti interni ad esclusione del presidente, modificando la normativa legislativa precedente (legge 425/97).
La seconda è rappresentata dalla CM 31 del 2003 mediante la quale il Ministro, contravvenendo alle norme sulla parità scolastica (L. 62/2000), ha sdoganato di fatto la presenza, nelle scuole paritarie, delle classi collaterali ripristinando la cosiddetta piramide rovesciata ovvero la presenza delle ultime classi al solo scopo di ampliare la platea dei candidati esterni. Questo giustifica la crescita del numero degli alunni interni che partecipano alla maturità.
Il mantenimento di entrambe le normative, con i relativi intrecci, rappresenta il presupposto giuridico/politico su cui poggia l’attività dei diplomifici.
Solo rimovendo tali norme e ripristinando i vincoli dettati dalla legge di parità, unitamente a controlli rigorosi, sarà possibile arginare il “supermercato” dei diplomi facili inaugurato dalla gestione Moratti.
Roma, 16 maggio 2006
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