La Carta del Docente non deve escludere altre categorie della scuola, a partire dai precari
I Sindacati scrivono al MIUR per chiedere un incontro urgente al fine di sanare una evidente discriminazione. Il lavoro delle Segreterie per la gestione della Carta.
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Con una specifica lettera FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams scrivono al Ministro per chiedere un incontro relativo alla Carta del Docente che assegna 500 euro per attività di aggiornamento, formazione, visite e spese culturali, ma non prevede fra i beneficiari altri settori del personale.
I Sindacati, infatti, vogliono porre l’accento proprio su questo punto: l’esclusione dei precari, degli educatori, ma anche, aggiungiamo, di quanti nella scuola lavorano, i Dirigenti Scolastici, che hanno competenze di coordinamento generale di ogni fatto educativo che avviene nella scuola, e il personale ATA che, in quanto impiegato nel supporto alla didattica e nel progetto educativo, fa parte integrante della comunità educante che vive e lavora in ogni istituzione scolastica.
Bisogna peraltro considerare che sulle segreterie scolastiche ricade poi ogni incombenza di verifica nell’utilizzo del bonus: altro lavoro di istituto che si aggiunge ma che non viene neppure preso in considerazione.
Segue lettera.
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Al Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
Dott. Alessandro Fusacchia
Capo Dipartimento Istruzione
Dott.ssa Rosa De Pasquale
La Legge 107/15 prevede che, a decorrere dall’anno scolastico 2015/16, i docenti delle scuole di ogni ordine e grado siano beneficiari della “Carta del docente”, di euro 500, per l’aggiornamento e la formazione, per l’acquisto di libri pubblicazioni e riviste e altre cose.
La norma prevede che la disposizione si applichi al personale docente di ruolo, mentre ignora il restante personale della scuola.
In particolare nel dpcm applicativo restano esclusi dal beneficio irragionevolmente tutti i docenti precari e il personale educativo, 2.215 unità, in servizio nei convitti e negli educandati.
Le scriventi organizzazioni sindacali chiedono un incontro urgente per definire le azioni idonee a riparare una evidente situazione discriminatoria, anche attraverso l’utilizzo delle risorse che dovessero residuare dopo la fase di prima applicazione.
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