
L’aumento della paga oraria dell’accessorio tutela il salario aggredito dall’inflazione
Qualcuno sostiene che aver aumentato la retribuzione del lavoratore al di fuori del salario base, cioè nelle attività aggiuntive, sia una beffa contrattuale. Quando si dice l’incompetenza e il partito preso.


Leggiamo che qualche giornalista e magari qualche “anima bella”, pensosa, ipocritamente, dell’interesse generale, sostiene che l’operazione fatta con l’ipotesi di Contratto istruzione e ricerca sottoscritta il 14 luglio 2023, avrebbe beffato la scuola e, evidentemente, anche i lavoratori che la scuola la fanno.
E questo perché il famigerato contratto, che ancora è sotto i riflettori degli organi di controllo e che auspichiamo questi ultimi si sbrighino a licenziare – visto che sono passati ben quattro mesi – avrebbe aumentato la paga oraria delle attività aggiuntive del personale docente e Ata senza preoccuparsi di aumentare il corrispondente budget del salario accessorio.
Si sta chiedendo al sindacato di non fare il proprio mestiere ma di fare il mestiere del Governo. Infatti a questo porta un pensiero confuso e venato di incompetenza o giornalistica o da “anima bella” chiusa nella sua torre d’avorio. Cosa avrebbe dovuto fare il sindacato di fronte al fatto che dal 2007 non vengono adeguate le paghe orarie del lavoro straordinario, di fronte al fatto che il Governo non stanzia risorse sufficienti per retribuire il personale, di fronte all’inflazione galoppante che già si è bell’e mangiato ogni aumento che lo stesso contratto ha strappato?
Secondo questo pensiero il sindacato avrebbe dovuto ragionar così: se aumentiamo la paga oraria per lo straordinario, alcune attività, a budget invariato, non potranno essere più fatte; dunque, fermiamoci e continuiamo a coprire il Governo che pensa di aumentare lo sfruttamento dei lavoratori pagandoli sempre di meno, come conseguenza inevitabile dell’aumento dei carichi di lavoro e dell’aumento dell’inflazione. Una vera e propria inversione di ruoli che non sta in piedi perché mentre il sindacato si sforza di tutelare il servizio (cosa a cui comunque il sindacato tiene ma non a danno dei lavoratori) certo il governo non tutela né i lavoratori né il servizio.
Perché la domanda che si deve porre è: perché il Governo, di fronte alla evidente necessità di aumentare la paga oraria, ha firmato il Contratto tramite la sua agenzia (ARAN), non negando la fondatezza dell’operazione, ma non si è premurato di aumentare il budget relativo? E la risposta è: perché il Governo non fa il suo mestiere mentre il sindacato sì.
Il governo può rimediare subito: approvi nella legge di bilancio uno stanziamento a pro del Fondo di istituto e le attività non subiranno tagli.
E così cesseranno le angosce delle pelose anime belle…. e le polemiche del giornalismo incompetente potranno ritornare nel secchio della spazzatura dove è il loro posto.
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