Insegnamento della sicurezza e prevenzione sul lavoro: la montagna ha partorito il topolino
Al di là delle dichiarazioni della Ministra Calderoni, la proposta di legge approvata alla Camera il 5 dicembre è, a dir poco, inefficace.
Ci vuole una buona dose di immaginazione per condividere la soddisfazione espressa ieri dalla ministra del lavoro, Marina Calderone, per l'approvazione alla Camera della proposta di legge (pdl) ordinaria C.630 recante “modifica all’articolo 3 comma 1, della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l’introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente. Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che siamo anche noi convinti che per promuovere la cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro si debba partire dai banchi di scuola nell'intento di evitare tragedie e infortuni ma non ci sembra affatto che la proposta di legge approvata alla Camera il 5 marzo scorso si muova nella giusta direzione sia per una valutazione di metodo che per una considerazione sul merito della pdl.
Sul metodo
Non ci risulta affatto, purtroppo, che la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera, di cui è Presidente l’on. Federico Mollicone (FdI) abbia svolto un adeguato e articolato ciclo di audizioni sulla proposta di legge in questione. Ci risulta, invece, che il ciclo di audizioni, pur essendosi svolto nel lungo periodo ricompreso tra la metà di febbraio e l'inizio di luglio dello scorso anno, tra i soggetti auditi annovera, giustamente, il CNEL, l'INAIL, l’INL, l'Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (ANMIL), l’ Associazione Professionale degli Insegnanti delle Discipline giuridiche ed economiche (APIDGE), due esponenti del Governo in carica, il Sottosegretario Frassinetti e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Calderone. Ci fa specie, però, che su un tema così delicato, per altro a pochi giorni da quanto avvenuto a Firenze lo scorso 16 febbraio dove, a seguito del crollo di un cantiere, sono deceduti cinque operai mentre altri tre sono rimasti feriti, nessuno abbia avvertito l’esigenza di “audire” anche le organizzazioni sindacali, per lo meno quelle maggiormente rappresentative del settore scuola che, con i rispettivi livelli confederali, sono da sempre impegnate affinché, con un atto di responsabilità collettiva, Governo, Istituzioni, Conferenza Stato-Regioni, Enti preposti, Parti Sociali, stipulino un grande un patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro. Inoltre, ci preoccupa non poco questo atteggiamento da parte della VII Commissione perché si muove nel solco di un processo di disintermediazione sindacale e del conseguente tentativo di ridimensionamento del ruolo politico delle organizzazioni sindacali e, più nello specifico, di quelle confederali.
Sul merito
E ci dispiace non aver potuto presentare le nostre memorie in audizione anche perché avremmo potuto esplicitare i motivi del rammarico che come FLC CGIL avvertiamo a fronte di un provvedimento che lo stesso relatore di maggioranza, l’on. Cangiano di FdI, eufemisticamente ha definito, certo con involontario sarcasmo, assai snello e di semplice lettura. Infatti, il testo approvato alla Camera, a fronte della complessità e della delicatezza del contenuto, è composto di soli tre articoli. Eppure, in origine, erano previste due proposte di legge - l'una a firma Rizzetto (FdI) e l'altra a firma Barzotti(M5S) - che, nel loro testo originario si ponevano, per la verità, un obiettivo totalmente diverso da quello poi approvato perché erano entrambe volte a introdurre nella sola scuola secondaria un vero e proprio nuovo insegnamento in merito alla materia del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro. A fronte di queste proposte, il testo approdato alla Camera invece di introdurre un nuovo insegnamento nelle scuole di secondo grado, si è limitato a inserire l'argomento della sicurezza dei luoghi di lavoro tra le tematiche da trattare nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica, un insegnamento trasversale che, per altro, è rivolto sia alle bambine e bambini del primo ciclo che alle ragazze e ragazzi del secondo ciclo di istruzione ai sensi della legge n. 92 del 2019. Si tratta, come è noto, di un insegnamento che già affronta temi molto delicati e complessi quali la Costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale. Diventa difficile, allora, comprendere quale reale centralità possa avere l’insegnamento della sicurezza sul lavoro, per quanto previsto nella pdl, nel diffondere nelle istituzioni scolastiche le conoscenze di base in materia di diritto del lavoro (art. 1 della pdl) semplicemente modificando il testo vigente dell'articolo 3, comma 1, della legge n. 92 del 2019 (art. 2 della pdl) ovviamente sempre con la clausola di invarianza finanziaria (art. 3 della pdl).
Conclusioni
Le denunce di infortunio sul lavoro nel primo mese del 2024 presentate dall’INAIL sono state 42.166 (+6,8% rispetto al gennaio 2023) e di queste ben 45 con esito mortale (+4,7%). Sono in aumento anche le patologie di origine professionale che sono state 6.218 (+30,7%). Di fronte a questi dati, l’insegnamento della sicurezza nei luoghi di lavoro e del diritto del lavoro non può essere materia di soluzioni estemporanee come quelle approvate dalla Camera il 5 dicembre u.s. Qui c’è un intero sistema da cambiare, che sviluppi davvero una sana cultura della prevenzione mettendo in cantiere azioni formative ben calibrate, mirate e, soprattutto, strutturate e organiche che, superando la propaganda, si orientino in direzione di un approccio più programmatico e davvero realistico. Da ultimo: il provvedimento, dopo essere stato approvato alla camera, è stato trasmesso al Senato. Interverremo direttamente sulla presidenza della Commissione del merito per rappresentare in quella sede le nostre proposte senza trascurare una nota di rimostranza alla Presidenza della VII Commissione della Camera.
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