Insediamento del CSPI: il Ministro mena il can per l’aia. La FLC CGIL invia la diffida
Non è stato costituito per responsabilità del MIUR il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione eletto ad aprile scorso. Si tenta anche così di non dare voce alle scuole.
La FLC CGIL è costretta di nuovo ad avviare l’iter giudiziario per ottenere dal Ministro Giannini quello che dovrebbe essere un atto dovuto di correttezza amministrativa e politica, e cioè l’insediamento del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione che, eletto ormai il 28 aprile 2015, è ben lungi dall’essere costituito.
Dopo infinite sollecitazioni, incominciamo, come prescrive la procedura in questi casi, con l’invio di una diffida.
La responsabilità di tutto è ascrivibile al Ministro a cui la legge assegna il compito di nominare i componenti di sua competenza e procedere quanto prima al suo insediamento.
A sette mesi di distanza la legge non viene rispettata.
Niente può allontanare il sospetto che la politica governativa meni il can per l’aia poiché non vuole fra i piedi una sede che potrebbe costituire un luogo pubblico e istituzionale di critica ai provvedimenti del Governo.
Ricordiamo, infatti, che il CSPI ha fra i suoi compiti anche quello di esprimere pareri su tutti i provvedimenti di ordinamento riguardanti la scuola. Non insediarlo vuol dire impedire alla Scuola italiana di far sentire la sua voce, anche a livello istituzionale, essendo il CSPI il suo massimo organo di rappresentanza di rilievo nazionale.
Evidentemente il Ministro pensa che il comma 192 della legge 107, che prevede che ogni provvedimento conseguente alla legge citata può essere adottato anche senza il parere del CSPI, lo renda superfluo.
Ma, se è così, si sbaglia di grosso. In primo luogo perché, una volta insediato, nulla può impedire al CSPI di esprimere pareri autonomi anche non richiesti dal Ministro. E in secondo luogo perché è tutto da dimostrare che quel comma abbia una sua solidità tanto da reggere l’urto dei ricorsi che faremo inevitabilmente partire; perché risulta illogico e incomprensibile, oltre che inaccettabile, che un organismo, che è l’espressione delle componenti del mondo dell’istruzione, possa essere costituito per non fare nulla.
Già il Consiglio di Stato ebbe modo di stigmatizzare il comportamento dilatorio del MIUR che si rifiutava di procedere alle lezioni; le quali, poi, si sono dovute tenere in fretta e sotto la dittatura del Commissario ad acta.
Ora pare che il Ministro voglia ripercorrere la stessa strada.
Noi pensiamo che la coazione a ripetere non appartenga ad un sano comportamento politico.
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