Incontro al MIUR sul precariato: gli artifici tecnici non bastano
Il tavolo tecnico presso il Ministero offre dati ma non soluzioni a un problema che appare oggi, persino ai dirigenti e ai funzionari ministeriali, sempre più nella sua dimensione di fenomeno di disoccupazione nella scuola.
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>> I provvedimenti del Governo contro la scuola pubblica <<
Dopo l’impegno assunto con il verbale presentato l’11 dicembre dal governo a Palazzo Chigi nell’incontro con le oo.ss. e dopo il successivo impegno assunto nell’incontro del 2 febbraio dove il Ministero aveva promesso specifici tavoli su “precariato e organici”, finalmente oggi, 6 febbraio, alle 10,30 si è tenuto un primo incontro che ha affrontato, in sede tecnica, i temi relativi al precariato.
Si è trattato di un incontro interlocutorio in cui i rappresentanti del Ministero hanno fornito dati circa la situazione di disponibilità nei diversi gradi di scuola e sul sostegno alla luce anche dei primi dati (non ancora completi) dei pensionamenti, ma in costanza di organici, cioè senza mettere in conto neppure una previsione sui tagli.
Dati siffatti sono certo interessanti, ma del tutto inutili, ai fini di una considerazione realistica dello stato dell’arte. E’ evidente infatti che i tagli incideranno sulle scelte sia politiche che tecniche, anche se su quest’ultimo argomento i rappresentanti del Ministero si sono attenuti alla formula che prescrive una relazione tra nuove nomine e turn-over, senza perciò escludere la possibilità che nomine possano esservi, ma in ogni caso subordinando il tutto alle autorizzazioni del Ministero dell’economia e delle finanze.
Non sono venute perciò dall’amministrazione proposte tecniche di soluzione del problema dei precari che non troveranno più lavoro per via della riduzione degli organici. E per di più il tutto è stato praticamente delimitato, per diverse ragioni, al personale docente.
Quello che è chiaro è che, contrariamente alle affermazioni del Ministro Gelmini e del Primo Ministro Berlusconi (“nessuno perderà il lavoro!”), anche ai dirigenti e ai funzionari ministeriali, che ben conoscono la dimensione del precariato nella scuola (130.000 insegnanti precari e 100.000 amministrativi tecnici e ausiliari) il problema è apparso sempre più nella sua dimensione di fenomeno di disoccupazione nella scuola.
La FLC Cgil ha sostenuto comunque che la soluzione del problema difficilmente poteva essere trovata con artifici tecnici, che ormai opererebbero su una coperta troppo accorciata, ma che piuttosto questa era affidata all’incontro da svolgersi in sede politica, che avrà luogo la prossima settimana.
Su tutti questi argomenti torneremo con analisi più precise anche alla luce dei dati raccolti e del loro confronto con le ricadute dei tagli sui diversi organici.
Roma, 6 febbraio 2009
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