Inclusione scolastica alunni con disabilità: informativa al ministero sulla formazione dei docenti “non specializzati”
E’ imminente l’emanazione del decreto ministeriale attuativo delle disposizioni della legge di bilancio 2021. Inaccettabili, a nostro parere, l’ingerenza su temi contrattuali e le contraddizioni rispetto all’Intesa sul Lavoro Pubblico in materia di formazione.
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Il 4 giugno 2021 si è svolta, presso il Ministero dell’Istruzione, l’informativa preventiva relativa al decreto ministeriale di prossima emanazione sulla “Formazione del personale docente ai fini dell’inclusione degli alunni con disabilità”.
Il decreto dà seguito alle disposizioni della legge di bilancio 2021 che ha destinato uno specifico finanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di interventi di formazione obbligatoria del personale docente “non specializzato” impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Lo stesso provvedimento ha affidato al Ministero dell’istruzione il compito di stabilire le modalità attuative e i criteri di riparto, fermo restando il monte ore minimo di ciascuna unità di formazione, pari a 25 ore, e il divieto di esonero dall'insegnamento
La struttura del percorso formativo è stata condivisa dall’Amministrazione con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, di cui le Organizzazioni Sindacali non fanno parte.
Nel nostro intervento abbiamo espresso apprezzamento per gli investimenti destinati alla formazione di tutti i docenti sui temi dell'inclusione scolastica, necessaria non solo per affermare il principio di corresponsabilità nella presa in carico degli alunni con disabilità, ma per realizzare una scuola che sappia valorizzare adeguatamente le potenzialità e le diversità di ciascuno, creando le condizioni per la piena partecipazione di tutte e di tutti, e farsi fattore di promozione sociale e individuale.
Come abbiamo già rilevato nella fase di approvazione della legge di bilancio, riteniamo improprio quantificare per legge e porre a carico dei docenti un obbligo formativo di 25 ore oltre l’orario di servizio. L’attività di formazione, non prevista contrattualmente come obbligo, dovrebbe in ogni caso essere rimessa, nella sua pianificazione e quantificazione, all’autonomia scolastica e alla sovranità degli Organi Collegiali e prevedere l’esonero dal servizio qualora non siano sufficienti i 5 giorni già previsti dal Ccnl.
Abbiamo ricordato, inoltre, che il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” sottoscritto dal governo con i sindacati, prevede che ogni pubblico dipendente sia titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione, che la contrattazione, non altro, dovrà garantirne l’esigibilità e che le attività di apprendimento e di formazione devono essere considerate a ogni effetto come attività lavorative, quindi da effettuarsi in orario di servizio.
Alla luce di quanto premesso, abbiamo chiesto di sospendere l’emanazione del decreto o, in subordine, di rivedere il principio dell’obbligatorietà, la quantificazione delle ore, il divieto di esonero dal servizio, riportando le materie nell’ambito contrattuale e collegiale per gli aspetti di relativa competenza, anche al fine di stabilire un criterio di coerenza tra le disposizioni in oggetto e gli impegni assunti dal Governo con la sottoscrizione delle recenti Intese.
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