
Il punto sull'attuazione della Legge Moratti nella scuola primaria
Negli ultimi mesi sono circolate diverse ipotesi su cosa accadrà nella scuola elementare nel nuovo anno scolastico.


Negli ultimi mesi sono circolate diverse ipotesi su cosa accadrà nella scuola elementare nel nuovo anno scolastico.
Si sono accavallate bozze di decreti legislativi poi accantonate, atti amministrativi (decreti ministeriali e circolari), prima annunciati e poi modificati, o, addirittura, emanati e poi rettificati.
Insomma la confusione è grande e le scuole nei prossimi giorni saranno chiamate a prendere importanti decisioni: aderire o non aderire alla progetto di innovazione nazionale che avvia l’attuazione della legge Moratti nella scuola elementare ?
Forniamo una breve cronistoria degli avvenimenti per mettere in grado le scuole di esercitare scelte il più possibile consapevoli.
12 MARZO 2003
Il Parlamento approva la legge delega n. 53. Nello stesso giorno il Ministro Moratti annuncia che la legge sarà applicata dall’anno scolastico 2003/04, a partire dalla prima e seconda elementare. Per attuare una legge delega occorrono decreti legislativi, il cui iter di approvazione prevede, tra l’altro, l’espressione di un parere favorevole da parte del Parlamento.
Il Ministro si impegna a far approvare in tempi utili un decreto legislativo per l’attuazione della legge 53 nella scuola elementare.
APRILE 2003
Il ministro predispone una bozza di decreto legislativo per l’attuazione della legge Moratti nella scuola elementare. In sintesi contiene i seguenti punti:
-
cancellazione del tempo pieno;
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riduzione del tempo scuola a 27 ore settimanali;
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eliminazione del gruppo docente o della coppia docente contitolare e corresponsabile;
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nuova organizzazione didattica costituita da un insegnante (coordinatore – tutor) unico responsabile della classe e da insegnanti dei laboratori subordinati e deresponsabilizzati.
La CGIL Scuola esprime un giudizio duramente negativo e avvia numerose iniziative contro il disegno di controriforma della scuola elementare.
MAGGIO 2003
Il Ministero cerca di imporre a tutte le scuole elementari un piano di formazione obbligatorio sui contenuti della bozza decreto legislativo nella presunzione che venga rapidamente approvato.
Numerose scuole si rifiutano di aggiornarsi su un modello di controriforma della scuola elementare che non condividono e che non è mai stato trasformato in legge.
Il Ministero è costretto a fare marcia indietro e ad ammettere che la formazione è del tutto facoltativa: l’operazione fallisce.
MAGGIO – GIUGNO 2003
Si diffondono i contenuti del disegno di controriforma della scuola elementare.
Inizia l’approvazione di ordini del giorno da parte delle scuole che respingono i contenuti della bozza di decreto elaborata dal Ministro.
L’invio di ordini del giorno contro l’attuazione della legge Moratti nella scuola elementare proseguono fino ad agosto e continuano, diventano una vera e propria valanga.
Nel frattempo il Consiglio dei Ministri, di settimana in settimana, rinvia l’avvio dell’iter di approvazione del decreto legislativo fino ad accantonarlo definitivamente.
Le scuole che si sono opposte hanno vinto, insieme alla CGIL Scuola, che ha preso una posizione, fin dall’inizio, nettamente contraria.
LUGLIO 2003
Esce la relazione di sintesi sugli esiti della sperimentazione che si è svolta in 251 scuole nell’anno scolastico 2002/03.
La valutazione è molto superficiale e conferma il disinteresse del Ministero per i risultati della sperimentazione: il Ministro ha, infatti, tentato di introdurre il docente coordinatore – tutor e gli altri aspetti contenuti nelle Indicazioni Nazionali prima ancora di conoscerne gli esiti.
La sperimentazione delle 251 scuole non proseguirà nell’anno scolastico 2003/04.
LUGLIO 2003
Viene reso noto il parere del Consiglio Universitario Nazionale sulle Indicazioni Nazionali. Un autorevole organismo scientifico condivide il giudizio negativo espresso dalla CGIL Scuola e da numerosi pedagogisti. Quella del CUN è una vera e propria stroncatura: riscontra vistose lacune teoriche e culturali e sottolinea addirittura la presenza di errori ortografici, grammaticali e sintattici. Inoltre evidenzia l’assenza di problematiche centrali della multiculturalità e multietnicità, critica l’impostazione precettistica più che di indirizzo, sostiene che i contenuti della formazione scientifica hanno un insufficiente inquadramento teorico e culturale, invita gli esperti ministeriali ad usare un terminologia comprensibile
Per fortuna le “Indicazioni Nazionali” non rappresentano un riferimento obbligatorio per le scuole perché non sono mai state rese norma vigente: a questo fine è prevista una specifica procedura (regolamento ai sensi dell’art. 117 della Costituzione e dell’art. 17 della Legge 400/88, sentito il Parlamento) sia dalla legge 53/03 (art. 7) che dal DPR 275/99 (art. 8).
Il Ministero ora tenta di introdurle nelle scuole attraverso l’art. 1 del decreto ministeriale n. 61/03, ma questa procedura è illegittima. Anche per questo la CGIL scuola ha proposto il ricorso al TAR Lazio.
22 LUGLIO
Il Ministro cerca di salvare la faccia e tenta ugualmente di far partire la controriforma attraverso un decreto ministeriale (DM 61 e CM 62).
La legge 53/03 è una legge delega e non può essere attuata, nemmeno parzialmente, con un atto amministrativo.
Allora gli “azzeccagarbugli” ministeriali mascherano l’attuazione della legge all’interno di una sperimentazione che non può altro che essere una finzione: infatti, non ha una durata predefinita, non ha obiettivi chiari, non prevede forme di valutazione.
Il decreto prevede anche la generalizzazione dell’alfabetizazzione della lingua straniera e dell’informatica in prima e seconda elementare.
15 LUGLIO
La CGIL Scuola, in sede di Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, distinguendosi da tutti gli altri sindacati, esprime parere contrario alla proposta del Ministro di avviare un progetto nazionale (art. 1 del decreto).
Esprime, invece, parere favorevole alla generalizzazione dell’alfabetizzazione di lingua straniera e informatica (art. 2 dello stesso decreto).
6 AGOSTO
La CGIL Scuola propone un ricorso al TAR Lazio contro il progetto nazionale di innovazione, previsto dall’art. 1 del decreto ministeriale n. 61/03, e contro la circolare applicativa n. 62/03.
8 AGOSTO
Il Ministro fa un’altra marcia indietro e cancella, con la CM 68/03, tre capoversi della circolare n. 62, ammettendo che il docente coordinatore-tutor ed altre modifiche del modello di organizzazione didattica della scuola elementare non si possono attuare con un atto amministrativo.
In questo modo il Ministero riconosce le ragioni della CGIL Scuola, ma i tentativi di imporre in modo illegittimo la controriforma della scuola elementare sono ancora presenti nel decreto e nella normativa attuativa: per questo il ricorso è stato confermato.
SETTEMBRE 2003
La parola passa alle scuole.
Se molte scuole aderiranno alla proposta di sperimentazione nazionale, il Ministro si sentirà incoraggiato a proseguire nell’attuazione del suo disegno, in linea con quanto contenuto nel documento “Indicazioni Nazionali” e nel preannunciato e poi sospeso decreto legislativo attuativo della legge 53/03.
Se le scuole esprimeranno chiaramente la propria volontà di difendere e migliorare i punti di qualità dell’attuale scuola elementare, il Ministro sarà costretto a rinunciare al suo disegno di controriforma.
Roma, 30 agosto 2003
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