Il “Patto per la scuola”: una nostra iniziativa i cui obiettivi fondamentali, a partire dalla stabilizzazione di tutti i precari, sono condivisi con il governo
Il Decreto sostegni, che invece non è stato condiviso né discusso con noi, va dunque adeguato al Patto: noi daremo battaglia punto per punto. Intanto abbiamo chiesto al Ministero l’apertura di tavoli per l’attuazione del Patto.
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La firma del “Patto per la scuola” è il frutto di un’iniziativa partita dal sindacato e fortemente voluta della CGIL in particolare. Il tentativo, che poi è riuscito, è stato quello di impegnare il governo su una serie di tematiche relative ai precari, agli organici, al rinnovo contrattuale, solo per citarne alcune, per poi andare a costruire nei tavoli tecnici le condizioni per dare attuazione agli impegni assunti. Leggi la notizia.
Sul reclutamento dei precari il Patto impegna il governo su tre questioni:
- “Garantire un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il primo settembre di ogni anno, per superare la difficoltà della ripresa annuale delle attività scolastiche, determinata dal numero di posti di personale dirigente, docente e ATA, DSGA e personale educativo non coperto dal personale di ruolo. Tale impegno si deve realizzare entro l’avvio del prossimo anno scolastico, anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato.
- Rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari, per la selezione delle migliori competenze, perseguendo l’obiettivo di non alimentare il precariato anche tramite procedure semplificate e valorizzando la formazione del personale.
- Potenziare la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria, anche basandola su un modello formativo strutturato e integrato tra le 5 Università e le scuole, idoneo a sviluppare coerentemente le competenze necessarie per l’esercizio della professione”.
È chiaro quindi cosa chiederemo ai tavoli tecnici:
- un intervento mirato alla stabilizzazione dei docenti con le tre annualità di servizio e dei docenti specializzati nel sostegno
- avvio di percorsi abilitanti a regime, in primis aperti a precari e docenti di ruolo “ingabbiati”.
I contenuti della bozza del “decreto sostegni” non sono stati in alcun modo condivisi con i sindacati e la pubblicazione della bozza del decreto contestualmente al Patto è stata un’operazione mediatica tesa a confondere i lavoratori.
La norma che il governo sta per varare contiene diverse misure non condivisibili:
- le assunzioni sono riservate solo alla 1 fascia, mentre noi chiedimo di estendere alla seconda
- sulla prima fascia il requisito dei tre anni va rimosso, perché serve solo a ridurre le assunzioni
- le semplificazioni del concorso ordinario con i quiz accorciano i tempi ma non aiuta chi dovrà fare quel concorso e non da garanzia di riconoscimento del merito
- la scelta di non permettere a chi sarà bocciato all’ordinario di ripetere il concorso è una misura irricevibile, anche ai limiti della coerenza costituzionale
Cambiare questa norma richiede un impegno tempestivo sotto forma di emendamenti e soprattutto sotto forma di mobilitazione, per questo è indispensabile la partecipazione dei precari per scendere in piazza e rilanciare le nostre richieste durante l’iter di conversione parlamentare del decreto sostegni.
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