Il movimento di lotta contro la Legge 53 sulla stampa francese
Le Monde de l’Education, l’importante rivista francese di questioni scolastiche ed educative, emanazione dell’omonimo quotidiano, dedica sul numero di gennaio un lungo articolo al movimento di lotta delle scuole italiane a firma di Agnese Bertello.
Le Monde de l’Education, l’importante rivista francese di questioni scolastiche ed educative, emanazione dell’omonimo quotidiano, dedica sul numero di gennaio un lungo articolo al movimento di lotta delle scuole italiane a firma di Agnese Bertello. La nostra lotta e i principi che la animano superano dunque anche i confini nazionali!
Roma, 17 gennaio 2005
LA SCUOLA ITALIANA IN EBOLLIZIONE
Il progetto di riforma dell’educazione italiana solleva un vasto movimento di protesta degli insegnanti di questo paese.
Scoglio principale: l’introduzione di un tutor e una nuova ripartizione dei ruoli.
A Roma il 15 novembre erano centomila. Centomila insegnanti, studenti, genitori venuti a domandare l’abrogazione della riforma della scuola del ministro Letizia Moratti. Questa giornata di sciopero che ha riguardato tre insegnanti su quattro ha segnato l’ultimo atto di una protesta che dura da oltre due anni. Tutto l’anno 2004 è stato costellato di manifestazioni e scioperi, di assemblee pubbliche, di occupazioni di scuole, di feste e di biciclettate nelle città per sensibilizzare la gente. “Comitati per la difesa della scuola pubblica” sono spuntati come funghi da Torino a Palermo. Sui siti web della rete ha cominciato a circolare un “kit di resistenza legale”.
E’ fra gli insegnanti delle scuole elementari, direttamente toccati dai decreti di applicazione della legge, che il profondo disaccordo si è trasformato in disobbedienza civile e si è organizzato in una rete di resistenza alla riforma. “La forza di questo movimento è la competenza. Una competenza che si oppone a leggi incompetenti, imprecise, confuse – dice Patrizia Quartieri, maestra in una scuola di Milano, da dove il movimento è partito – Si sono spulciati i testi e si sono trovate molte inesattezze, contraddizioni, atti illegittimi. Così si è scoperto di avere dei mezzi inaspettati e legali per rifiutare di applicare la riforma”. La legge sull’autonomia scolastica, approvata nel 1997, è in effetti dalla parte degli insegnanti. Per un altro verso certi decreti hanno perso il loro carattere obbligatorio, perché la procedura legislativa non è stata correttamente seguita.
Un tutor molto controverso.
Le capacità organizzative, creative e relazionali di questo movimento di protesta si devono anche al modo stesso in cui lavorano oggi gli insegnanti italiani; un lavoro che di fonda sulla collegialità e sulla contitolarità a cui le maestre non vogliono rinunciare.
Oggi gli alunni italiani possono contare sulla collaborazione e la presenza di due insegnanti, uno specializzato in materie scientifiche e l’altro in materie umanistiche, a cui si aggiungono l’insegnante di religione e quelli dei laboratori. Le due insegnanti, che assicurano 22 ore d’insegnamento ciascuna su una presenza totale di 40 ore settimanali, mensa e ricreazione compresa, devono essere presenti insieme nella classe almeno due ore alla settimana. Introdotto nel 1985, questo lavoro in equipe funziona bene. La riforma contestata, che disprezza i buoni risultati di questo modello organizzativo, prevede l’introduzione di un tutor, che avrà 18 ore di insegnamento, e la trasformazione dei tempi pieni per gli alunni, che avranno a quel punto 27 ore obbligatorie ( invece di 30), 3 ore facoltative e 10 ore per la mensa e la ricreazione.
“Nel modello attuale – spiega Elisabetta Nigris, ricercatrice in scienze dell’educazione all’università di Milano - i due insegnanti della classe sono egualmente responsabili di tutti gli alunni e del progetto pedagogico; essi garantiscono la continuità delle relazioni e la pluralità dei modelli didattici. In questa maniera il programma pedagogico si può adattare alle differenti esigenze, caratteristiche e difficoltà degli alunni, salvaguardando allo stesso tempo l’unità del gruppo durante i corsi, le attività di laboratorio, la mensa e la ricreazione.” Al contrario la riforma punta sulla continuità pedagogica e affettiva che sarà garantita dal maestro unico.
Più ancora che un modello di scuola che ha dato dei risultati, il movimento degli insegnanti italiani teme di vedere compromessa l’uguaglianza delle opportunità per l’accumularsi di misure come l’introduzione del tutor, il portfolio delle competenze e i percorsi personalizzati, le ore facoltative, la trasformazione del tempo pieno, la riduzione dei mezzi, i nuovi programmi….
“Abbiamo rifiutato il tutor, definendoci tutti tutor; abbiamo rifiutato i nuovi libri di testo, adattati ai nuovi programmi del ministero, scegliendo testi alternativi; abbiamo lottato fino alla fine per salvaguardare il tempo pieno tale e quale esso era – spiega Elena Miglietta, anch’essa maestra a Milano – Adesso ci opponiamo al portfolio delle competenze che doveva mettere in rilievo le capacità di ciascuno e che non fa che sottolineare le differenze di classe.”
Di fatto, benché una parte dei decreti siano stati approvati, la riforma è lontana dall’essere applicata dappertutto. Secondo la Cgil solo il 23% delle scuole avrebbero introdotto il tutor, mentre un terzo degli insegnanti avrebbero rifiutato i manuali che accompagnano i nuovi programmi.
Servizi e comunicazioni
I più letti
- Concorsi PNRR 2: pubblicati i bandi. Le domande dall'11 dicembre al 30 dicembre 2024
- PNRR: notizie e provvedimenti
- 14 dicembre 2024: manifestazione nazionale a Roma contro il ddl sicurezza
- Personale ATA, nuove posizioni economiche: le nostre FAQ
- Manovra, Fracassi: aumento organico sostegno e assunzioni ATA in linea con nostre proposte, ora ritirare tutti i tagli
Ora e sempre esperienza!
Legislazione e giurisprudenza recente
- Note ministeriali Nota 8446 del 3 dicembre 2024 - Misure per monitoraggio contratti supplenza brevi e saltuarie, indicazioni operative
- Note ministeriali Nota 173866 del 29 novembre 2024 - PNRR - Investimento M4C1I3.2 - Scuola 4.0 - Istruzioni operative
- Note ministeriali Nota 171680 del 26 novembre 2024 – PNRR Nuove competenze e nuovi linguaggi
- Note ministeriali Nota 171688 del 26 novembre 2024 -PNRR Didattica digitale integrata e formazione transizione digitale personale scolastico
Approfondimenti
- Tutti gli approfondimenti
- Mobilità docenti e ATA
- Graduatorie d'istituto docenti
- Graduatorie d'istituto ATA
- Concorso 24 mesi ATA
- Formazione iniziale e reclutamento docenti
- Assunzioni e supplenze
- Quando si chiamano i supplenti?
- Posizioni economiche e passaggi di qualifica ATA
- Guida alle Istanze online
- Vademecum sanzioni disciplinari
- Assenze per malattia e certificati telematici
Ultime notizie dalle regioni
- Trieste - Il crollo al Petrarca non è frutto del caso
- Puglia - Il Ministero dell’Istruzione bandisce il secondo concorso PNRR, frustrando le aspettative di numerosi precari, idonei nei concorsi ordinari precedenti
- Genova - “Concorso docenti Pnrr 2" incontro per la compilazione della domanda a Genova