
Finanziaria: FLC Cgil, insoddisfatti per politiche scolastiche
Riportiamo il testo dell’agenzia Adnkronos a seguito della dichiarazione del segretario generale della FLC, rilasciata prima dell’inizio dell’assemblea nazionale delle RSU della FLC Cgil svoltasi oggi a Roma


Un giudizio positivo sull’impianto generale della Finanziaria ma forti critiche su quelle che sono le specifiche politiche relative alla scuola. Così il segretario generale della FLC Cgil Enrico Panini, prima dell’avvio dell’assemblea dei delegati per le elezioni per il rinnovo delle RSU, definisce il documento approvato dal governo.
“ Di questa Finanziaria - spiega Panini all’ADNKRONOS - apprezziamo le scelte di fondo che ci paiono molto importanti come, ad esempio, le 150 mila nomine in ruolo, così come l’intervento sulle classi ‘primavera’ e sull’educazione degli adulti e, non ultima, la presenza di risorse per i rinnovi contrattuali. Ma -afferma- con la stessa convinzione diciamo cose che non condividiamo nel mondo più assoluto”.
In primo luogo, precisa Panini, “ la soluzione sull’obbligo che, contrariamente a quanto previsto nel programma dei partiti dell’Unione e dal congresso della Cgil, prevede accanto al ruolo della scuola il ruolo di non meglio precisate ‘istituzioni formative’ sulla base di accordi regionali per l’assoluzione dello stesso. Su questa formula – ribadisce - non siamo assolutamente d’accordo e rivendichiamo la natura esclusivamente scolastica sull’obbligo”.
Tra gli altri punti di disaccordo individuati dal segretario generale della FLC Cgil, e su cui verterà la sua relazione , anche gli interventi sull’incremento del numero degli alunni per classe ”perchè -spiega- i nostri conti sono in ordine e perchè questo comporterà, in ampie zone del paese, difficoltà reali al funzionamento della scuola e una riduzione die posti di lavoro”.
“ Infine - conclude Panini - ci colpisce molto, in una finanziaria come questa, il silenzio sulla vicenda di 80 mila ‘poveri Cristi’ transitati dagli enti locali allo Stato che mediamente perdono sulla loro retribuzione circa 3.000 euro l’anno, per i quali c’è un contenzioso dal 2001 e per i quali la Finanziaria non spende neanche una parola”.
Roma, 3 ottobre (Adnkronos)
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