
Estero, contingente 2010/2011: si profila un mancato accordo
E' quanto sta emergendo nel confronto tra parte pubblica e parte sindacale in occasione della concertazione sulla definizione dell'organico per il prossimo anno scolastico. Addirittura il MAE prevede non solo tagli definitivi ma anche congelamento di posti.


Nella nostra precedente comunicazione relativa all’incontro del 29 gennaio avevamo anticipato che la revisione dei posti di contingente per l’anno scolastico 2010/2011 sarebbe stata effettuata dall’Amministrazione all’insegna di tagli consistenti. Nelle due sedute successive, ovvero quelle del 10 e del 16 febbraio, non solo è stata confermata dall’Amministrazione questa scelta di fondo con qualche piccolo ritocco, ma, accanto alla cancellazione di circa 50 posti, nell’incontro del 16 febbraio il MAE ha annunciato alle Organizzazioni sindacali che verranno “congelati” ben 25 posti per far fronte alla riduzione delle risorse previste nella finanziaria 2010.
E’ bene ricordare che l’istituto del congelamento dei posti significa, nel gergo ministeriale, che per il prossimo anno scolastico quei posti non verranno coperti da personale di ruolo e nemmeno da supplenti e che forse si riuscirà a riattivarli parzialmente o totalmente, finanziaria permettendo, nell’anno scolastico 2011/2012. Notoriamente il congelamento è l’anticamera di un taglio definitivo di quelle risorse.
Davanti ad una situazione del genere tutte le Organizzazioni sindacali si sono dichiarate contrarie e hanno espresso un giudizio decisamente negativo tanto da far prefigurare un esito della concertazione sul contingente che si dovrebbe concretizzare in un verbale di mancato accordo.
La FLC Cgil nel riconfermare tutta la sua contrarietà alla politica dei tagli messe in campo dal Governo e dal MAE ritiene che queste scelte minano alle fondamenta l’intero sistema condannandolo ad un inevitabile declino. La scuola italiana all’estero, complessivamente intesa, rischia seriamente di essere relegata a soli interventi di testimonianza, una sorta di riserva indiana, incapace di produrre quelle scelte di politica scolastica e culturale indispensabili ad un Paese per poter affrontare le sfide dettate dalla globalizzazione.
Il giudizio espresso dalla FLC Cgil non riguarda solo gli aspetti generali di politica scolastica ma anche quelli specifici e particolari. Nell’individuazione dei tagli da effettuare, infatti, vengono compiute scelte incomprensibili e per certi versi irrazionali dettate per lo più da logiche deboli, contraddittorie e individualiste. Non si opera, infatti, nella direzione di razionalizzare le risorse e gli interventi in maniera tale da garantire, benché ridotto, il funzionamento sistema; si privilegia, invece, il taglio indiscriminato e ragionieristico che porta, in più di un’occasione, all’impoverimento dell’offerta formativa o alla sua definitiva scomparsa agevolando, quindi, pericolosi processi di privatizzazione o di disimpegno totale del servizio.
Proprio per queste ragioni la FLC Cgil e le altre Organizzazioni sindacali hanno chiesto con insistenza all’Amministrazione di essere coerente con le enunciazioni e di individuare, nell’ambito dei tagli, quelle nicchie improduttive, quegli investimenti sbagliati, quegli interventi discutibili che hanno caratterizzato le scelte compiute nel passato più o meno recente. E’ inaccettabile proseguire su questa linea proprio in un momento come questo in cui il sistema necessità di una vera e più efficace politica di razionalizzazione delle risorse.
Il confronto è stato aggiornato al 22 febbraio. Se non dovesse esserci una radicale inversione di tendenza da parte dell’Amministrazione, sarà inevitabile che la concertazione si concluda, ancora una volta, con un mancato accordo ovvero con una bocciatura definitiva della politica scolastica che il MAE e questo Governo stanno perseguendo.
Roma, 15 febbraio 2010
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