Licei e tecnici quadriennali: sperimentare per tagliare. La FLC CGIL farà ricorso
Una sperimentazione sbagliata nel merito e nel metodo.
Il tardivo incontro con i sindacati, avvenuto quando ormai era stato emanato l’avviso pubblico, si è svolto il 20 ottobre 2017 al MIUR, confermando tutti gli aspetti negativi della sperimentazione già denunciati dalla FLC CGIL.
Una sperimentazione che ha un solo scopo: risparmiare i costi di un anno di studi.
Come avevamo anticipato, la sperimentazione dei percorsi quadriennali si conferma “riservata” a quelle poche scuole che potranno dichiarare, sotto la responsabilità personale del dirigente scolastico, di possedere tutte le risorse economiche e professionali, tali da poter sperimentare l’ innovazione senza “oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato” (art. 3, lett. K), OM 820 del 18.10.2017).
A maggior riprova di ciò non si prevede nessun apporto della comunità scientifica in fase progettuale e nessuna riflessione sulla precedente sperimentazione avviata dalla Ministra Carrozza.
Abbiamo, dunque, ricordato ai nostri interlocutori ministeriali quali sono i problemi reali della scuola oggi:
- organici inadeguati
- disfunzioni generate dal divieto di sostituire il personale ATA assente
- carenze edilizie che non consentono un adeguato sviluppo degli ambienti di apprendimento
- disfunzioni generate dalle scuole prive di dirigenti e dsga titolari.
In una parola abbiamo ricordato la necessità di un investimento che ci possa avvicinare agli standard dei Paesi Ocse da cui ci separano ben 17 miliardi di spesa.
E abbiamo rammentato quali sono i punti caratterizzanti una sperimentazione vera e che invece sono totalmente assenti nella sperimentazione proposta. Facendo alcune semplici domande: quali sono i bisogni che dovrebbero orientare i singoli progetti e a cui la sperimentazione intende dare risposte? Quali sono gli esiti delle sperimentazioni dei percorsi quadriennali già autorizzati o conclusi? Quali sono state le ricadute? Qual è il miglioramento che si vuole realizzare rispetto ai percorsi quinquennali? Quali sono i miglioramenti che la sperimentazione si propone anche rispetto ai percorsi quadriennali già autorizzati? Quali sono le convinzioni scientifiche offerte alla riflessione delle istituzioni scolastiche per orientarne la progettazione e in base alle quali il MIUR è convinto dell’utilità del modello? E come sarà possibile ricondurre ad unità le cento sperimentazioni sulla base degli scarsi elementi identitari del progetto stesso contenuti nell’avviso pubblico?
Senza dire che l’altissima percentuale di cattedre scoperte non è la migliore condizione per realizzare qualsivoglia credibile sperimentazione.
La FLC CGIL auspica che il dibattito si sviluppi nelle scuole e all’interno degli organi collegiali e che arrivi dalle scuole un netto rifiuto ad aderire ad una falsa sperimentazione, sbagliata e dannosa per la scuola italiana.
Intanto, abbiamo dato mandato ai nostri legali di impugnare questa sperimentazione, che non solo è connotata da mancanza di presupposti scientifici ma che evidentemente è destinata ad aggravare le disuguaglianze sociali senza intervenire sui problemi, a partire da quello grave della dispersione scolastica.
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