Valutazione dirigenti scolastici 2018/2019: il MIUR convoca i sindacati
Il fallimento dell’esperienza in atto conferma la necessità di ricondurre la valutazione alla negoziazione sindacale, come previsto dall’ipotesi di CCNL.
Con una convocazione pervenuta il 22 febbraio scorso, il MIUR ha fissato per il prossimo 28 febbraio un incontro di informativa sul procedimento di valutazione dei dirigenti scolastici per l’a.s. 2018/2019.
Intanto, nei giorni scorsi, gli USR hanno restituito ai dirigenti gli esiti della valutazione 2017/2018 che, grazie all’accordo firmato con il MIUR da FLC CGIL, CISL SCUOLA E UIL SCUOLA RUA e SNALS CONFSAL il 30 marzo 2018, non produrrà effetti sulla retribuzione di risultato e sarà utilizzata solo per il miglioramento professionale dei dirigenti scolastici.
In quell’occasione, mentre alcune organizzazioni sindacali invitavano al boicottaggio di una valutazione considerata inutile se priva dell’elemento premiale, la FLC CGIL, insieme agli altri sindacati firmatari dell’Accordo, aveva invitato i dirigenti scolastici a partecipare alla procedura, per consentire una verifica dell’efficacia delle modifiche introdotte dall’amministrazione rispetto all’anno precedente, nella direzione di un maggiore protagonismo dei dirigenti e una maggiore aderenza al lavoro da loro svolto.
Dai riscontri ricevuti dai dirigenti scolastici che si sono volontariamente sottoposti alla procedura risultano ancora presenti le problematiche, da noi più volte segnalate, che il lavoro di semplificazione e razionalizzazione operato dall’amministrazione non ha eliminato.
La valutazione continua ad essere basata essenzialmente sull’esame dei documenti della scuola, dai quali è molto difficile estrapolare un apprezzamento affidabile del lavoro del dirigente.
Nemmeno la sostituzione del colloquio in presenza al collegamento Skype ha consentito ai dirigenti scolastici di illustrare in modo esaustivo gli aspetti più significativi del loro lavoro, anche per l’atteggiamento non sempre adeguato dei nuclei.
L’applicazione degli obiettivi desunti dal RAV all’incarico del dirigente continua poi a rappresentare una forzatura inaccettabile, stante l’impossibilità di collegare le azioni professionali del dirigente con le variazioni dei risultati di apprendimento degli alunni. Altrettanto forzati e inutili si sono rivelati gli obiettivi assegnati dai direttori generali.
Riguardo agli esiti della valutazione che i dirigenti scolastici stanno ricevendo, i dati ancora parziali e incompleti in nostro possesso parlano di consigli di miglioramento, oltre che tardivi e inutilizzabili per l’anno scolastico in corso, per lo più generici e standardizzati, privi di elementi descrittivi del lavoro del dirigente valutato e dunque inutilizzabili per il miglioramento.
È evidente che la procedura di valutazione costruita sulla base delle indicazioni dei commi 93 e 94 della legge 107/2015 e della Direttiva 36/2016, dopo due anni di applicazione che ne hanno evidenziato le profonde criticità, da noi denunciate fin dall’inizio e segnalate anche nell’Osservatorio Nazionale, non sia più utilizzabile.
È necessario che tutta la procedura diventi oggetto di una riflessione approfondita in sede di confronto, come indicato dalla dichiarazione congiunta che le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto in calce all’ipotesi di CCNL dell’area dirigenziale Istruzione e Ricerca firmata il 13 dicembre 2018 e in attesa di certificazione da parte degli organi di controllo.
Nel frattempo riteniamo che per l’a.s. 2018/2019, giunto ormai alla fase finale, non possa essere proposta ai dirigenti scolastici la riedizione del portfolio, né tanto meno una qualsivoglia procedura che abbia incidenza sulla retribuzione di risultato.
Alla firma definitiva del CCNL, che auspichiamo avvenga in tempi brevi, dovrà fare seguito l’apertura di un confronto approfondito finalizzato ad individuare una modalità di valutazione in grado di valorizzare la complessità del lavoro del dirigente scolastico.
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