Recupero e integrazione degli apprendimenti, il Ministero chiede ai dirigenti di organizzare le attività senza prevedere la retribuzione dei docenti coinvolti
Sul rischio che la nota alimenti la conflittualità nelle scuole, ferma presa di posizione della Struttura di settore della dirigenza scolastica.
I chiarimenti inviati dal Ministero dell’Istruzione il 26 agosto scorso sull’applicazione dell’OM 11/20 si basano su una discutibile interpretazione della norma ed espongono i dirigenti scolastici a possibili contenziosi proprio nel momento in cui è più forte il bisogno di coesione della comunità educante.
Di seguito il comunicato, inviato ai dirigenti scolastici dal responsabile nazionale della struttura di Settore della dirigenza scolastica.
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Con una nota del Direttore Generale del Dipartimento Istruzione, diramata il 26 agosto a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il Ministero ha comunicato alle scuole che le attività di recupero degli apprendimenti rivolte agli alunni ammessi alla classe successiva in presenza di valutazioni insufficienti e le attività di integrazione dei contenuti delle programmazioni didattiche rivolte a tutta la classe, rientrando nell’ambito degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla professione docente (orario di servizio settimanale), non sono “automaticamente” assimilabili ad attività aggiuntive da retribuire con il salario accessorio.
Questa discutibile interpretazione, in contrasto con le norme contrattuali e non supportata da riferimenti normativi, anzi in palese contraddizione con l’art. 1, comma 9, del DL 22/20 che individua ulteriori risorse per retribuire tali attività, oltre a quelle “ordinarie” del MOF, rischia di determinare all’interno delle scuole pesanti conflittualità che, in una situazione complessa come quella attuale, vanno assolutamente evitate.
Con grande senso di responsabilità e spirito di servizio i dirigenti scolastici nel secondo semestre dell’anno scolastico, pur in una situazione di straordinaria emergenza, hanno garantito la piena attuazione del diritto allo studio attraverso la prosecuzione delle attività didattiche nella modalità a distanza, la regolare conclusione dell’anno scolastico e lo svolgimento degli esami di stato in presenza.
Durante l’estate, trascurando i loro affetti familiari, spesso lontani dalle loro famiglie, sono rimasti a disposizione dell’amministrazione scolastica e hanno collaborato con gli enti locali per garantire la regolare riapertura delle scuole, tra mille difficoltà e criticità non ancora del tutto risolte.
Con i loro docenti hanno programmato l’organizzazione delle iniziative di recupero da proporre al collegio dei docenti che dovrà deliberarne le modalità di svolgimento.
Ora ai dirigenti si chiede di definire con propri atti organizzativi lo svolgimento di tali attività, dando per scontato che i collegi dei docenti ne delibereranno comunque lo svolgimento anche senza le necessarie risorse!
Se questa è la strada che la ministra Azzolina ha voluto intraprendere, dopo aver elogiato per mesi il grande senso di responsabilità di dirigenti e docenti, non possiamo che prenderne atto.
Invitiamo perciò i dirigenti scolastici a valutare soluzioni che evitino l’insorgere di qualsivoglia contrapposizione con il collegio dei docenti, tenuto conto dello stato di realizzazione delle misure organizzative, del numero e dell’età degli alunni coinvolti, delle discipline interessate, della necessità di informare puntualmente le famiglie delle iniziative assunte e della possibilità di riconoscere anche in misura forfetaria in sede di contrattazione di istituto, ai sensi dell’art. 88 del CCNL 2007, il particolare impegno professionale dei docenti coinvolti nella realizzazione delle attività di recupero prima dell’inizio delle lezioni.
Roberta Fanfarillo
Responsabile nazionale dirigenti scolastici FLC CGIL
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