
La valutazione dei dirigenti scolastici deve cambiare
Per noi deve essere ricondotta alla contrattazione attraverso un’intesa sindacale. Criteri e modalità devono essere contrattati e non decisi unilateralmente dal datore di lavoro.


Si è tenuta al MIUR il 19 gennaio scorso una riunione di informazione alle organizzazioni sindacali rappresentative dell’Area V sullo stato di sviluppo degli strumenti per la valutazione dei dirigenti scolastici.
L’Amministrazione ha comunicato che a breve intende pubblicare la nota esplicativa n.2 (Portfolio del dirigente scolastico e strumenti di valutazione) che fa seguito al profluvio di atti amministrativi finalizzati all’implementazione del sistema per valutazione dei dirigenti scolastici legata per la prima volta nell’a.s. 2016/17 alla retribuzione di risultato.
Ad oggi, dopo la Direttiva 36 del 18 agosto 2016, sono stati pubblicati dal MIUR: le linee guida (settembre 2011), la nota esplicativa n.1 sui piani regionali (ottobre 2016), la nota sulla valutazione dei distaccati (novembre 2016), la scheda tecnica sugli incarichi dirigenziali (dicembre 2016, anticipata in bozza ai dirigenti scolastici a giugno 2016). I direttori generali regionali hanno definito gli obiettivi regionali e pubblicato gli avvisi per il reclutamento dei coordinatori e dei componenti dei nuclei di valutazione e, successivamente, la costituzione dei nuclei.
Dall’insieme dei documenti, accanto ad una descrizione in parte condivisibile del lavoro del dirigente scolastico (che i diversi incontri sindacali hanno contributo a rendere coerente con la legge e con le sue funzioni di guida di una comunità professionale), emergono tutti i limiti e le forti criticità di una valutazione definita unilateralmente dall’amministrazione, non fondata su obiettivi e criteri/indicatori condivisi, non supportata da competenza e terzietà dei valutatori.
La FLC ha denunciato fin dall’inizio tutti rischi di scarsa trasparenza e di iniquità di un sistema di valutazione che di fatto produce l’“assoggettamento” dei dirigenti scolastici ai Direttori Generali e la limitazione della libertà delle scuole autonome,
Che questo stia avvenendo è già ampiamente provato dall’inserimento tra gli obiettivi regionali della partecipazione delle scuole alle “reti di ambito” sulle quali i Direttori Generali cercano di “scaricare” i compiti amministrativi che non sono più in grado di svolgere.
L’assenza di terzietà, di competenza e di esperienza dei valutatori che emerge dalla pubblicazione dei nuclei nella maggior parte delle regioni, conferma che sarebbe bene fermare il processo in corso e aprire immediatamente un confronto con il Sindacato.
Le iniziative di informazione e di discussione sulla valutazione, avviate dalla FLC CGIL in tutte le regioni, stanno registrando il profondo disagio della categoria e la forte richiesta che il MIUR ed il Governo prendano finalmente atto della necessità di rivedere tutto il processo di valutazione anche alla luce della pessime condizione di lavoro dei dirigenti scolastici e delle loro rivendicazioni retributive.
Nell’incontro abbiamo perciò ribadito la richiesta, avanzata insieme a CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL, di aprire il confronto con i sindacati rappresentativi dell’Area V.
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