Controlli biometrici e valutazione dei dirigenti: inaccettabili le dichiarazioni della ministra Bongiorno
In un intervento nella trasmissione Agorà del 23 aprile scorso chiarite le vere finalità del Piano per la concretezza che il Parlamento si appresta ad approvare.
L’approvazione definitiva alla Camera del ddl concretezza, contenente tra le altre le misure per la rilevazione biometrica delle presenze dei dirigenti scolastici, ha sollevato le forti proteste della categoria, soprattutto per la palese contraddizione presente in un emendamento che se da una parte ha riconosciuto l’inutilità e la difficoltà ad applicare obbligo alle scuole, vista la particolarità del lavoro che in quei luoghi si svolge, dall’altra non ha previsto l’esclusione di tutto il personale scolastico dall’obbligo di rilevazione.
La norma è particolarmente invisa ai dirigenti scolastici che, come abbiamo già denunciato, sono stati assimilati ai “furbetti del cartellino”, pur non essendo tenuti a timbrarlo perché non hanno un orario di servizio definito contrattualmente.
Nonostante le rassicurazioni sul fatto che si trattasse di una misura legata a ragioni di sicurezza, nell’intervista alla trasmissione Agorà, la ministra Bongiorno ha esplicitato le vere finalità del suo provvedimento che, è evidente, non riguarda solo il controllo degli accessi su cui oggi si concentrano le proteste, ma prevede un disegno più ampio che intende istituire un controllo, attraverso la valutazione, sull’operato delle scuole e dei dirigenti scolastici.
“Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono pagati dalla collettività” ha dichiarato la Bongiorno, “Io sono ministro della Pubblica Amministrazione e ho il dovere di garantire che se diamo dei soldi ai dipendenti pubblici ovviamente questi soldi vadano a buon fine.
E ancora: “I dirigenti, non so se lei lo sa, non hanno orario di lavoro. E va bene, nessuno glielo sta introducendo. Io scrivo in questa norma, vorrei soltanto che voi adeguaste la vostra prestazione alle esigenze dell’ufficio. Non vi dico che dovete andare di più in ufficio o di meno. Voglio, per un’esigenza di trasparenza, verificare, visto che state su più strutture, come destinate il vostro tempo. / …../ Io non ce l’ho né con i dipendenti, né con i dirigenti. So soltanto che la Pubblica Amministrazione non va bene e nella valutazione dei dirigenti vedo sempre delle eccellenze e dei 100. C’è qualcosa che non funziona /.…../ Per me, intanto se cominciamo a vedere dove destinano il loro tempo cominciamo a capire perché alcune cose non funzionano. Potrebbe essere importante per dare loro dei suggerimenti. Non sto mettendo un orario di lavoro. Voglio solo verificare come destinano il tempo. Mi piacerebbe anche che una valutazione anziché essere fatta così “fai da te”, fosse fatta da soggetti esterni. Non è punitivo”.
Si tratta evidentemente di molto di più del controllo delle presenze per motivi di sicurezza!
Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti dell’autonomia delle scuole e dei dirigenti scolastici che è palesemente sotto attacco su più fronti, non solo su quello dell’autonomia differenziata.
Dopo il tentativo della legge 107 di curvare in senso autoritario il profilo del dirigente scolastico, facendone un’autorità salariale a sua volta soggetta alla valutazione dell’amministrazione, l’attuale governo ci riprova con il ddl concretezza e introduce il controllo quotidiano sui dirigenti scolastici e la valutazione affidata ad esperti esterni scelti dai decisori politici, partendo dalla convinzione – che nell’intervista alla Bongiorno viene fuori ossessivamente – che i dirigenti non facciano il loro dovere fino in fondo, ingannando la collettività che eroga i loro stipendi.
Che questa fosse la considerazione che il Governo ha della dirigenza scolastica lo avevamo già intuito dalle esternazioni di qualche politico della maggioranza. Ora, con le misure del ddl concretezza, assistiamo all’ultimo di una lunga serie dei provvedimenti contro la dirigenza scolastica, la più strategica delle dirigenze pubbliche, perché legata alla garanzia costituzionale del diritto allo studio, ma la più esposta a responsabilità sulla sicurezza degli edifici, sulla trasparenza degli atti, sui controlli dell’obbligo vaccinale, sull’obbligo di reggenza delle altre scuole, la più vessata da oneri amministrativi estranei al servizio di istruzione ma scaricati continuamente sulle scuole, la meno pagata di tutte le altre.
La FLC, con la proclamazione unitaria dello stato di agitazione della categoria, intende ribadire e rafforzare la propria determinazione a difendere l’autonomia della dirigenza scolastica che è un tutt’uno con la difesa dell’autonomia delle scuole.
Confermiamo perciò la mobilitazione dei dirigenti scolastici e chiediamo loro di continuare a sostenere le iniziative messe in campo, rinnovando l’invito a far sentire la loro voce sui social con l’hashtag #iocisono, e a inviare via twitter una foto della loro impronta digitale ai Presidenti della Commissione 7° e 11° del Senato, @mariopittoni e @CatalfoNunzia e a @bussetti_marco, per sottolineare lo stato d’animo della categoria a chi si appresta a votare in via definitiva il ddl.
Vogliamo dare un segnale del grande disagio della dirigenza scolastica e lo manifesteremo davanti al Senato, nel giorno in cui si discuterà del ddl concretezza.
Nella notte tra il 23 e 24 aprile, a Palazzo Chigi, è stata sottoscritta un’Intesa con tutte le OO.SS. rappresentative del mondo della scuola nella quale il Governo si impegna a trovare una soluzione alle maggiori criticità evidenziate nella piattaforma dello sciopero proclamato per il 17 maggio. Nel testo dell’Accordo è presente anche il riconoscimento del ruolo e della funzione dei dirigenti scolastici ma ci aspettiamo che a questa dichiarazione facciano presto seguito atti concreti da parte del Ministro a tutela del CCNL sottoscritto in ipotesi da quasi 5 mesi, delle condizioni di lavoro dei dirigenti scolastici sempre più insopportabili e delle loro retribuzioni bloccate dalla mancata certificazione del FUN 2017/2018.
Rispetto ai contenuti del ddl concretezza la FLC CGIL ha presentato un emendamento finalizzato all’esclusione di tutto il personale del comparto Istruzione e Ricerca dall’obbligo di controllo biometrico della presenza in servizio.
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